NELLE ULTIME ORE, MENTRE ISRAELE DA DI MATTO, E BIDEN NON SA COME PLACARE NETANYAHU, PUTIN SI È MESSO ALL’OPERA E NON È DETTO CHE NON ABBIA UN ASSO NELLA MANICA

La rabbia di Israele per l’approvazione della risoluzione presentata all’ONU dalla Giordania – a nome degli Stati arabi, che si concentra sulla tregua da garantire a Gaza, assicurando, nel contempo anche l’ingresso degli aiuti umanitari e impedendo lo sfollamento forzato della Striscia, ma che non cita mai né la parola “Hamas”, né tantomeno parla di “ostaggi” – è arrivata a tal punto che, in serata, l’IDF ha dato inizio all’offensiva di terra.

Da ore, infatti, gli israeliani, dal cielo, stanno martellando come fabbri impazziti il territorio di Gaza mentre le manifestazioni pro Hamas crescono pericolosamente nelle varie piazze del Medio Oriente.

Una situazione, dunque, senz’altro incandescente ma che, né il Governo Netanyahu, né tanto meno il Presidente Biden, hanno cercato  di raffreddare.

D’altronde, Tel Aviv – come ha affermato Mark Regev, Consigliere del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu – è assetata di vendetta e non permetterà mai a nessuno di fermare la propria resa dei conti, neanche alle Nazioni Unite con la quale è letteralmente ai ferri corti: “Oggi è un giorno che passerà alla storia nell’infamia, l’Onu non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità”, ha  chiosato con disprezzo Gilad Erdan, Ambasciatore dello Stato d’Israele presso l’ONU.

Figurarsi dunque se gli israeliani avrebbero mai potuto accettare la proposta del Vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino, il quale, solo 48 ore fa, si era detto disponibile – come tra l’altro aveva già fatto anche il Cardinal Pierbattista Pizzaballa – ad offrirsi quale ostaggio pur di consentire la liberazione delle 200 persone ingiustamente tenute prigioniere da Hamas: spes contra spem!

Una speranza, quella degli uomini di buona volontà, che in questo frangente sembra non fare breccia nel cuore di questi Governanti ma che, se aiutata da qualche Potenza Nucleare di livello, potrebbe spingere gli agguerriti israeliani a più miti consigli.

Ed è proprio su questa scia che s’innesta l’operato delle ultime ore del Presidente Putin il quale – alla faccia delle cornacchie che lo volevano morto di giornata (si veda l’ultima bufala dell’infarto avvenuto alle 20:42 del 26 ottobre) – ha sentito al telefono il Presidente siriano Bashar al Assad, l’iraniano Ebrahim Raisi, il palestinese Abu Mazen, l’egiziano Abdel Fatah al-Sisi e, infine, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu.

E, si badi bene, tutto questo mentre, non si sa come, alcuni Dirigenti di Hamas erano appena atterrati a Mosca per incontrare degli autorevoli esponenti della Federazione Russa.

In altri termini, anche in questo caso, sarà il multipolarismo a salvare il mondo e non le decisioni unilaterali di u certo occidente.

Lorenzo Valloreja

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