ANCORA A MESTRE, GRAVE INCIDENTE (GRAZIE A DIO NON TRAGICO) DI AUTOBUS IDENTICO A QUELLO DELLA CATASTROFE DEL CAVALCAVIA.
Fortunatamente o grazie a Dio, le conseguenze non sono state disastrose come quelle dell’autobus precipitato dal cavalcavia qualche giorno fa. La colonna del porticato di quell’edificio, ieri sera, ha retto e si contano “solo quindici feriti”. Ma la sequenza di incidenti stradali a Mestre è sconcertante. Due autobus identici, della stessa gestione. Due autobus elettrici, come da motoristicamente corretto.
Qui però, l’autista può dire la sua e, onestamente (dato che così potrebbe pur sempre sostenere una responsabilità colposa) ha affermato a caldo all’amministratore delegato di La Linea di aver visto tutto bianco dinanzi a sé e perso il controllo del mezzo. Siamo soprattutto contenti che sia tra i “miracolati”, con o senza virgolette, di questi due anni circa in cui, in “strana coincidenza”, diciamo pure così, con la conclusione del ciclo vaccinale imposto a causa della pandemia, sono semplicemente innumerevoli i “malori improvvisi” spesso causa di decessi praticamente simultanei.
Faccio notare che, già oggi, i principali TG tendono a ignorare la dichiarazione suddetta del malcapitato autista, per soffermarsi sull’ipotesi di guasto tecnico.
Chi butterà giù dalla proverbiale torre l’informazione main stream per almeno qualche settimana (la sacra transizione ecologica green, o l’assoluta e indiscutibile sicurezza delle punture con seguente cerottino?). Quale sospetto sarà costretta a non ridicolizzare o criminalizzare (la relativamente maggiore pericolosità dei motori elettrici, o l’esistenza dei famigerati “effetti collaterali”?).
A. Martino
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