LA PESCA MIRACOLOSA
Nell’arco di pochi giorni, tempo fa, si sono verificati in Italia due fatti apparentemente scollegati tra loro ma che contribuiscono a sviluppare la medesima riflessione: il funerale di Giorgio Napolitano e la messa in onda dello spot dell’Esselunga.
Del primo avvenimento non c’è niente da aggiungere che non sia stato già detto o scritto. L’Italia tutta è stata inondata da fiumi di bava sgorgati dai media mainstream totalmente asserviti al Potere.
È grazie a questi ultimi che siamo venuti a conoscenza di come Napolitano sia stato un grande statista. Integerrimo, coerente, innamorato dell’Italia e degli italiani e ricambiato dal suo popolo.
Peccato che questi presupposti si siano schiantati miseramente sul muro della realtà.
Le esequie tributate all’ex presidente della Repubblica sono giunte per lo più da personaggi appartenenti alle élite finanziarie e politiche. Il popolo italiano ha letteralmente snobbato questo avvenimento.
Anzi durante il campionato di calcio, quando è stato chiesto un minuto di silenzio per commemorare Giorgio Napolitano, dalle curve di tutti gli stadi sono partite assordanti bordate di fischi. Perché, come si sa, gli ultras non provengono dalle élite…
Questo per ribadire, se ancora ce ne fosse bisogno, l’abissale iato che si è creato tra i cosidetti poteri forti e la popolazione.
E soprattutto tra le élite e la realtà circostante. Una conferma di queste dinamiche l’abbiamo riscontrata anche in seguito alla messa in onda del sopramenzionato spot della Esselunga.
Penso che gran parte delle persone abbiano visionato questo breve filmato. A beneficio di quei pochi che non l’avessero fatto provo a riassumerne la trama.
Lo spot inizia all’interno di un supermercato dove una mamma sta cercando Emma, la sua piccola figlia.
Quest’ultima viene ritrovata dalla madre nel reparto ortofrutta con una pesca in mano. E questo frutto andrà ad aggiungersi alla spesa. Finita la spesa Emma e sua madre rientrano a casa.
Dopo qualche scorcio di vita familiare si sente il suono del citofono. La mamma si affaccia e vede sul marciapiede il padre della bimba.
Al che madre e figlia si salutano come se non dovessero più vedersi per un po di tempo. E a questo punto lo spettatore intuisce che i genitori di Emma sono separati.
La conferma verrà data quando la bimba porgera’ al padre la pesca sopramenzionata dicendo:”Te la manda la mamma!”.
Il padre sorride malinconicamente per l’ingenuo tentativo della figlia di far tornare la pace tra i genitori. Comunque decide di stare al gioco dicendo: “Mi piacciono le pesche. Dopo chiamo la mamma per ringraziarla!“.
Poi chiaramente lo spot è più articolato ma comunque in definitiva tratteggia in modo delicato e quasi poetico un vero e proprio dramma per i figli di qualsiasi età, colore e luogo: la separazione dei genitori. Un vero e proprio trauma che spesso si trasforma in una cicatrice indelebile che accompagnerà i figli per tutta la vita e che creerà inevitabilmente in loro dei gravi disturbi affettivi.
Il problema è che in questa Società egoista e nichilista il dramma della separazione non viene quasi mai visto dal punto di vista delle principali vittime, ovvero i bambini.
Ma quasi sempre dal punto di vista degli adulti che si separano. Da coloro che, come si suol dire, vogliono “rifarsi una vita”. E per questo motivo sono applauditi e approvati dal Mondo.
Ma se ci pensiamo bene vediamo che è ormai da tempo che i diritti dei bambini vengono calpestati regolarmente dai presunti “diritti” degli adulti. Pensiamo all’aborto.
O all’utero in affitto, utilizzato per sollazzare ricchi omosessuali annoiati. Presunti “diritti” che, guarda caso, vengono sostenuti e difesi strenuamente dalle élite a capo del NWO, del WEF, dell’ ONU etc. etc.
E infatti non è difficile immaginare come il breve film dell’Esselunga sia stato accolto dai sostenitori e dai fautori delle suddette élite. Stracciamento di vesti, urla, insulti, bava alla bocca e digrignazione di denti.
Quando si dice che questi elementi sono indemoniati non si sta affermando un’iperbole ma la pura realtà. Essi hanno per i bambini e per la famiglia le stesse identiche reazioni di persone possedute dal demonio alle prese col Crocifisso e l’acqua santa.
Ma se ci dovesse essere un’ulteriore conferma che certi individui non siano solo indemoniati ma totalmente scollati dalla realtà non si può non andare a verificare le reazioni scomposte e deliranti di questi ultimi in occasione dell’uscita del libro “Il Mondo al Contrario”, scritto dal gen. Roberto Vannacci.
È bastato che l’alto ufficiale mettesse in fila una serie di ovvietà, come per esempio che chi ha il pisello è maschio e chi ne è sprovvisto è femmina, per dare la stura ad una feroce campagna di odio ordita dal sinistrume italico petaloso e politicamente corretto.
Ma per paradosso più Vannacci veniva attaccato dai media mainstream più il suo libro volava nelle classifiche di vendita. Ciò a dimostrare che le élite e i loro sostenitori sono solo un’esigua minoranza nel Paese, pur avendo in mano il 99,99% di tutti i mezzi di propaganda e le leve del potere.
Una misera e miserabile minoranza rumorosa a fronte di una maggioranza silenziosa composta da italiani che non hanno voce in capitolo.
Vediamo quindi di come un autore che si è limitato a scrivere cose di buon senso e condivisibili sia stato in grado di asfaltare nelle vendite due sovraesposti e sovrastimati “mostri sacri” della galassia radical chic come Roberto Saviano e la defunta Michela Murgia.
Perciò se volessimo sintetizzare in poche righe il “caso” Vannacci potremmo dire che una persona nota in ambienti militari ma pressoché sconosciuta nel Paese decide di scrivere un libro su Amazon con la speranza di riuscire a distribuirne qualche copia ad amici, parenti e colleghi di lavoro. Casualmente qualche “anima bella” della gauche caviar nostrana mette le mani sul libro, ne legge alcuni stralci e immediatamente ne stronca l’autore con l’intenzione di condannarlo al pubblico ludibrio per via mediatica. Clamorosamente la gogna mediatica si rivela al contrario una formidabile arma pubblicitaria in favore del generale.
Gli italiani sono incuriositi. Leggono il libro e con un passaparola inarrestabile milioni di italiani prendono coscienza che “Vannacci è uno di noi!”.
Forse sbaglierò ma non mi sembra peregrino pensare che lo staff di pubblicitari che ha ideato e realizzato il filmato intitolato “La Pesca” per il committente Esselunga abbia preso ispirazione dall’exploit inaspettato del libro “Il Mondo Al Contrario”.
Perché è evidente che la sopramenzionata maggioranza silenziosa sia un immenso bacino di potenziali acquirenti. Lo dimostra il fatto che veicolare un messaggio nel mare magnum del mainstream leggermente discostante dai dettami del PUD (Pensiero Unico Dominante) crea un putiferio inaudito che però, come abbiamo visto prima, dà una visibilità immensa alla vittima del linciaggio mediatico.
E quindi vediamo di come l’Esselunga, grazie a questo spot “scandaloso”, abbia ricevuto una sovraesposizione enorme nei media mainstream. Tantissime persone hanno dichiarato che d’ora in poi faranno la spesa unicamente all’Esselunga poiché questo marchio è portatore di valori positivi.
Purtroppo a Cagliari, dove abito, questa catena di supermercati non esiste. Però ugualmente non posso non fare i complimenti a chi ha sviluppato questa campagna pubblicitaria.
Nel Vangelo si narra di una pesca miracolosa. Ovvero una pesca dove i discepoli, esortati da Gesù, gettano le reti in acqua e pescano tanto di quel pesce che le barche rischiano di affondare.
Ugualmente la pesca dell’Esselunga porterà talmente tanti clienti che i supermercati rischieranno di scoppiare. Alla faccia delle “anime belle”.
Alessio Paolo Morrone
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