SE LA MELONI GONGOLA E I TEDESCHI ESULTANO, A CHI ANDRÁ IL CETRIOLO?
In politica nessuno fa mai niente per niente e la presunta vittoria personale della Meloni sulla Germania in merito al ritiro, da parte di Berlino, dell’emendamento al Regolamento per la gestione delle crisi migratorie – nel quale si affermava che: “Le operazioni di aiuto umanitario secondo gli standard europei non devono essere considerate come una strumentalizzazione dei migranti quando non hanno lo scopo di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro” – fa parte, inequivocabilmente, di questa serie.
Dunque se Scholz ha ceduto il passo alla Giorgia Nazionale lo ha fatto certamente per qualche tornaconto e questo lo affermiamo, certo, non per sfiducia verso le capacità negoziali e politiche della Meloni, quanto perché la Germania, insieme alla Francia, in Europa, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, non ha mai regalato niente a nessuno e forse, se analizzassimo il nuovo testo – che sottolinea come: “ le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non vi è l’obiettivo di destabilizzare l’Unione o uno Stato membro” – ci renderemmo conto di come, sostanzialmente, nulla, sia cambiato, eppure, nonostante ciò, è altresì evidente come il Bundenstag abbia avuto tutto l’interesse a far circolare la versione di palazzo Chigi … Perché?
Perché le elezioni europee sono sempre più vicine e, all’interno del centro-destra italiano, nell’eterna competizione tra Salvini e Meloni – cioè tra il partito che in Europa siede tra le file di “Identità e Democrazia” e il “Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei”, per personaggi come la von der Leyen e Charles Michel – è meglio che prevalga la seconda rispetto al Segretario della Lega, in quanto è loro desiderio che l’estrema destra europea, capeggiata dalla Le Pen, rimanga fuori dalla stanza dei bottoni e questo non tanto per motivi ideologici quanto per questioni meramente ”poltronare”.
Il sistema, in definitiva, non può mai lasciare nulla al caso, la variabile “X” proveniente dal basso va sempre incanalata e se ciò non fosse possibile essa va assolutamente resa innocua o attraverso la parcellizzazione o attraverso l’astensionismo.
A tal proposito i più attenti tra di voi avranno notato come a salvaguardia di un eventuale fallimento della Schlein, da mesi, i mezzi di comunicazione, stiano dando grandissimo risalto e spazio alla proposta politica di Calenda benché, quest’ultima, non sia stata in grado, non dico di prendere percentuali ragguardevoli quanto di mantenere allineata e coperta la componente renziana, eppure tanto è.
Ma se ciò accade a sinistra lo stesso si muove a destra dove, qualora dovesse manifestarsi una disaffezione sia verso la Meloni che verso Salvini, si sta preparando una nuova alternativa basata più su slogan legati a luoghi comuni che su proposte realmente tranchant.
Lorenzo Valloreja
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