GLI ITALIANI HANNO PERSO IL “BIGOLO”, PERCIÒ, ENTRO IL 2307, CI ESTINGUEREMO!
In Italia, la campagna per la promozione della sostituzione etnica, dei nativi con nuovi italiani provenienti da ogni parte del mondo, è ormai ad un livello talmente avanzato da far si che ogni opinione contraria a questo risoluzione venga o silenziata o tacciata di razzismo, poiché, scopo di questo progetto, è raggiungere l’obiettivo attraverso la rassegnazione e la più completa apatia, dei vecchi italiani.
In altri termini, il processo di sradicamento culturale – linguistico, ed etnico, dei vecchi Stati Nazionali, a favore di un’Europa politica unita in un’unica entità statuale – deve avvenire, possibilmente, senza proteste, guerriglie urbane, e resistenze dal basso.
Capita così che – dopo le dichiarazioni choc della Meloni, la quale, pur essendo a capo di un Esecutivo composto per la maggioranza da“sovranisti della domenica”, alla faccia dei propri elettori, ha ammesso che: “l’Italia ha bisogno dei migranti!” – al “Forum Ambrosetti” che, come ogni anno si tiene nella splendida cornice di Villa d’Este, a Cernobio, qualche “scienziato” abbia presentato un grafico per evidenziare il fatto di come se l’”inverno demografico” nel nostro Paese dovesse continuare così come si sta manifestando, la popolazione italiana sarebbe di certo destinata all’estinzione entro e non oltre il 2307!
Quale dunque la soluzione per questi lord del capitalismo?
Semplice!
Per essi è necessario:
- Aumentare ad almeno 250.000 l’anno la quota dei nuovi permessi di lavoro per gli immigrati, sviluppando una politica di attrazione di personale qualificato con progetti di vita di lungo periodo.
- Ampliare l’accesso alla procreazione assistita.
Certo! Perché, ora, agli italiani il “bigolo” è stato reciso! Ne siamo più che certi, infatti, dopo essere diventati un popolo di scansafatiche, che non vuole più fare determinati lavori, adesso è diventato anche impotente … siamo come i panda: incapaci, al 100%, di riprodurci in maniera naturale.
Ma dico io: si possono affermare simili bestialità?
La balla stratosferica dell’estinzione totale degli italiani entro il 2307, ad esempio, è qualcosa che meriterebbe la galera se non fosse talmente demenziale da suscitare solo l’ilarità di chi ha la fortuna di ascoltarla.
Nessun popolo, infatti, si è mai estinto da solo: quando un gruppo etnico e linguistico è scomparso ciò è sempre avvenuto a causa di massacri o atti violenti subiti, e nonostante ciò, anche quando questi vi sono stati, nella stragrande maggioranza dei casi, questi popoli non si sono estinti del tutto e questo lo sappiamo grazie alla storia.
È stato infatti così per gli Ebrei, per gli Armeni, per gli Indiani del Nord America e persino per i Maya dei quali sappiamo con certezza che più di 6 milioni di loro discendenti vivono nell’odierna America Centrale, dove essi si suddividono, a loro volta, in una trentina di sottogruppi linguistici i quali parlano, a loro volta, idiomi derivanti dalla loro antica lingua.
Perciò, se non si sono estinti così, questi popoli, non si capisce perché ci dovremmo estinguere noi italiani, o meglio, stando a questa narrativa, ci potremmo estinguere solo se ce lo tagliassero o non avessimo i soldi per pagarci la procreazione assistita ed allora si che avrebbe senso anche l’ultima proposta fatta a Cernobio.
La verità, invece, è un’altra! Ed è che simile frescacce vengono dette al grande pubblico per rendere più digeribile la sostituzione etnica che si sta attuando, come d’altronde già previsto, fin dagli anni 20 del secolo scorso, dal grande massone austro-ungarico Coudenhove-Kalergi nel suo “Paneuropa”.
Diversamente, se non fosse così, ci si sarebbe chiesto cosa fare per far rientrare in Patria il mezzo milione di italiani in età fertile che, negli ultimi 10 anni, ha abbandonato definitivamente il nostro Paese.
Parliamo, cioè, di 580mila tra uomini e donne, in una età compresa tra i 25 ed i 40 anni – che noi tutti, con le nostre tasse, abbiamo contribuito ad istruire, formare e far vivere in salute – i quali, ora che potevano essere utili alla nostra comunità, sono stati costretti all’emigrazione dalla pessima classe politica autoctona, serva più che mai dell’UE, della NATO e dei poteri forti, la quale non si è mai preoccupata minimamente di riportare all’ovile questi nostri concittadini.
Perché?
Perché chi comanda vuole affrancarsi definitivamente dell’errore compiuto negli anni 60 del secolo scorso dalla classe dirigente dell’epoca, cioè, quando l’Italia si contraddistinse, a livello mondiale, per la grandissima platea del proprio ceto medio.
Una classe, quella media, che era riuscita a comprare prima e seconda auto, così come la casa, mandare in gran numero i propri figli all’università, creare, insomma, un patrimonio di tutto rispetto.
Questo benessere diffuso ha creato la necessità di mantenere un determinato stile di vita per gran parte degli italiani, i quali, a seguito della crescita geometrica dei titoli di studio dei propri discendenti, non potevano essere soddisfatti, per ragioni di pura logica numerica, nella collocazione di tutti i propri parenti su di un impiego che fosse adeguato al titolo di laurea o diploma conseguito.
Ciò ha creato e continua a creare, tensioni, malcontento, mancanza di fiducia nel sistema e nella classe politica, che rallentano i piani di questi grandi timonieri.
Sostituendo questi italiani “rompiscatole” con altri italiani, più mansueti e disposti a lavorare per un semplice piatto di riso, il gioco è fatto ed il potere è soddisfatto!
D’altronde, se non fosse così, non si capisce il perché l’Italia sia l’unico Paese occidentale ad aver registrato, negli ultimi 10 anni, una diminuzione dei salari, cioè, guarda caso, proprio da quando il nostro mezzo milione di giovani ha abbandonato il Paese.
Nello specifico, da noi, gli stipendi sono scesi in media del 2%, mentre, in Germania, sono aumentati dell’11% ed in Francia del 7%.
Ciò che sta accadendo è la prova provata che alla numericamente esigua Elite italiana, così come alle altre di tutta Europa, nulla interessa più dei vari Stati Nazionali perché, i loro interessi, patrimoniali, d’affari e di carriera, volano talmente alto da essere addirittura frenati da queste vecchie istituzioni statuali ottocentesche: anche qui è la storia che si ripete!
Pochi ricordano, ad esempio, che, dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, nel 1870, al di là delle vive proteste di Papa Pio IX, molti Cardinali – come ad esempio Monsignor Federico Francesco Saverio de Mérode – si arricchirono schifosamente grazie a delle speculazioni immobiliari conseguenti alla trasformazione urbanistica della Città Eterna che, da piccola capitale di un Regno antichissimo, ora doveva diventare la Grande Capitale moderna di uno Stato molto più ampio.
Ebbene, oggi la nostra classe politica non ha più interesse a governare 60 milioni di individui distribuiti su di un territorio fragilissimo e difficilissimo da amministrare: i nostri politici vogliono nuotare come pesci in un mare di mezzo miliardo di persone e come piccoli squali, quali sono, vogliono mangiare ed ingrassare con tutto questo ben di Dio fino a diventare grossi e rispettati come balene.
Ecco perché vogliono distruggere l’Italia … che Dio li fulmini!
Ma fin quando noi saremo coscienti e ci saremo … glielo impediremo.
Lorenzo Valloreja
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