NELLA GIORNATA DEL MALUMORE POLACCO PER LE FORNITURE ILLIMITATE DI ARMI, ZELENSKY INCAPPA A WASHINGTON NEL GELO DEI REPUBBLICANI

Già dai primi mesi del conflitto russo-ucraino, lo sospettavo e lo misi anche per iscritto: il cosiddetto Occidente si stava lanciando in una escalation di fondi e armamenti simili a un pozzo di san Patrizio che unitamente alla granitica volontà del “rimanere accanto all’Ucraina finché ve ne sia bisogno”, e all’esaudire alla fine, ogni richiesta di Zelensky un po’ come se questo si recasse al supermercato con dei buoni acquisto fornitigli da altri, avrebbe necessariamente patito sul lungo termine.

Tutto ciò presupponeva non solo il dilagare delle forze ucraine fino a Sebastopoli e Mariupol, ma qualche loro puntatina (perché no?) nella Russia stessa e il crollo del suo regime stesso, con eliminazione di uno dei principali stati antiglobalisti e indipendentisti dall’atlante geopolitico. Di tutto ciò, sommergibile affondato o quasi, piuttosto che deposito di carburante in Crimea distrutto o meno o piuttosto che “villaggio riconquistato” sul fronte sud, o due otre, non vi è al momento traccia alcuna.

E allora, come fare a sostenere questo impegno da qui a, non dico altro, un anno ancora (con le elezioni americane anche presidenziali) fra quattordici mesi?

Ecco allora spiegata la brutta giornata di Volodymir Zelensky negli States, fra l’improvviso malumore del governo polacco per gli aiuti “no limits” a tempo indeterminato complice anche la crisi dell’agricoltura polacca per gli enormi quantitativi di grano ucraino a prezzi stracciati, e soprattutto il gelo trovato tra i repubblicani americani. Se infatti l’ Amministrazione (cioè Biden) promette l’ennesima vagonata di armamenti, le forze repubblicane al senato e soprattutto alla Camera appaiono nettamente più fredde: un po’ come l’autunno in arrivo che necessariamente rallenterà la già deludente “madre di tutte le controffensive” a suo tempo presentata e pubblicizzata dal generale Petraeus (ricordate?) come un rullo compressore impressionante e una gioiosa macchina da guerra.

Lascio la parola alla fonte ANSA: “ ………”Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all’Ucraina”, ha attaccato McCarthy (speaker repubblicano alla Camera, ndr). Sui fondi a Kiev lo speaker è sempre più ostaggio del manipolo di deputati trumpiani, e non solo, e proprio nella giornata della visita di Zelensky ha subito un’altra sconfitta quando un pugno di repubblicani ha affondato per la seconda volta questa settimana un voto procedurale per far avanzare la legge di spesa per la difesa. Un altro passo verso lo shutdown che Donald Trump ha chiesto ai suoi uomini di attuare per affondare “il corrotto Biden” e togliergli i fondi “per i processi contro di me”.

McCarthy ha anche evitato di farsi fotografare con il leader di Kiev e gli ha negato una sessione congiunta del Congresso con la scusa che non c’era tempo. Insomma un’accoglienza completamente diversa rispetto al dicembre di un anno fa, quando il leader ucraino fu accolto come un eroe. Come se non bastasse, 23 deputati e sei senatori repubblicani hanno scritto una lettera a Biden criticando la strategia della Casa Bianca sulla guerra perché “poco chiara” e lamentando l’impegno a tempo indeterminato verso Kiev….”.

Niente foto; non c’è tempo per altre sedute congiunte; insomma abbiamo già dato…Se non ci fosse una tragedia sullo sfondo ci sarebbe da ridere

A Zelensky, a parte le sparate all’ONU contro il diritto di veto russo e le armi atomiche che secondo lui andrebbero più o meno sequestrate (chi incaricherebbero, i marines USA?), sul “suol d’amore” a stelle e strisce le cose non sono andate molto bene.

A. Martino

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