ALTRO CHE PATRIOTI! CHI NON È IN GRADO DI ONORARE IL 20 SETTEMBRE È SOLO UN SOVRANISTA DI CARTONE

Correva l’anno 2020 e – l’Italia era Governata da Giuseppe Conte il quale, con l’ausilio del PD, del M5S, LeU, IV e MAIE, aveva dato vita ad una seconda maggioranza. Nelle scuole si era appena ritornati a fare lezione in presenza dopo il primo lockdown, ma, la cosa più importante, per noi sovranisti, fu che – il 20 settembre ricorreva il CL anniversario della presa di Roma da parte dell’esercito italiano.

Una data, quest’ultima, senz’altro importantissima per il nostro Paese, perché, da quel momento in poi, la città eterna diventò, ufficialmente, la Capitale d’Italia, eppure, la classe politica dell’epoca, dinnanzi ad una simile ricorrenza fece spallucce: non un una deposizione di Corona d’alloro al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica, non un’acrobazia delle Frecce Tricolori sopra l’Altare della Patria, non un discorso di Mattarella a reti unificate, né una programmazione della Rai dedicata all’evento come dei documentari sul Risorgimento, ad esempio, o la messa in onda di qualche Film di Luigi Magni, roba di questo genere, insomma.

Solo il Sindaco dell’epoca, Virginia Raggi, fece qualche cosa: fece illuminare, infatti – di Rosso, Bianco e Verde – Porta Pia, quasi come se questo evento potesse essere ridotto a pura e semplice festa locale, direi quasi, “vergognosamente”, patronale …

Dio mio! ma perché tanto vilipendio ai martiri del Risorgimento?

Certo, da partiti come +Europa e PD, potremmo anche aspettarcelo – d’altronde esse sono formazioni fortemente europeiste  ed antinazionali – ma dai cosiddetti sovranisti no.

All’epoca, infatti, anche Fratelli d’Italia, così come tutti gli altri partiti euroscettici, tacquero e la cosa, francamente, iniziò a destarmi non poca apprensione e paura.

D’altronde come può il sovranismo operare ed esistere, solo perché il popolo sta male?

  • Disoccupazione
  • Carovita
  • Immigrazione incontrollata e clandestina
  • Criminalità in aumento;

sono emergenze reali, ed è dovere di chi si professa patriota e tutore della sovranità nazionale, fare di tutto per risanare queste situazioni, ma il sovranismo è, e deve essere, qualcosa di più.

Innanzitutto non vi può essere un vero sovranismo se non vi è una base ideologico/culturale di fondo, cioè la conoscenza profonda delle nostre tradizioni, della storia nazionale, dei processi storico/politici che hanno portato alla nascita del Regno d’Italia prima e della repubblica italiana poi.

Allora stesso modo non vi può essere sovranismo se non vi è amore smodato per la propria Patria, senso delle istituzioni, spirito di sacrificio.

Dunque, un sovranismo che non ricorda, che non celebra, l’Unità Nazionale e il ricongiungimento della Città Eterna ai destini della nostra Patria che cos’è se non un sovranismo di facciata o di scopo?

Ora, anche se ciò che sto dicendo rientra nella logica e nel buon senso, vi è sempre, tra i “militonti”, chi si ostina a difendere l’indifendibile, così, alle mie osservazioni del 2020, c’è chi mi fece notare che a governare non erano i sovranisti, ma gli altri! … e che le priorità del Paese erano altre …

Bene!

Ora nell’anno del Signore 2023, il giorno 20 di settembre, a Palazzo Chigi, siede una tal Giorgia Meloni che guida un presunto Esecutivo di Destra-Centro … eppure, come due anni fa, nulla è cambiato … anche quest’anno, la ricorrenza dell’annessione di Roma al Regno d’Italia è passata in sordina.

Perché?

Certo, l’Unità Nazionale non fu perfetta – molti popoli italici pagarono a caro prezzo le conseguenze per questa cattiva gestione, prima tra tutte le genti meridionali – ma questo non toglie che l’anelito all’Unità Nazionale fosse una propensione ed una necessità, che venisse da lontano, da secoli e secoli di dibattiti e desideri, Dante docet.

Perciò, essa, prima o poi sarebbe stata realizzata ugualmente perché il nostro è un popolo che, parla una medesima lingua (tutti i nostri dialetti sono lingue di derivazione italo/romanze), ha una medesima cultura religiosa e sociale, vive da millenni sulla stessa penisola.

Voi vi immaginate cosa sarebbe accaduto se oggi, anziché celebrare Roma Capitale d’Italia, si fosse celebrato un ipotetico ricongiungimento di Parigi alla Francia?

È presto detto!

Come minimo avremmo avuto un Macron blaterante a reti unificate mentre la Legione Straniera, orgogliosamente, avrebbe sfilato per le vie di Parigi accompagnata, dall’alto, dalla squadra acrobatica dell’aeronautica francese, la quale non si sarebbe lesinata dall’irradiare il cielo con i colori del proprio tricolore.

Ma se questa fosse ritenuta una mia paturnia mentale potete sempre andare a vedere, in rete, cosa si è fatto 4 anni fa a Berlino per il trentennale della Caduta del Muro e la fine della DDR.

Dunque, chi vuole cancellare la nostra storia lo fa solo per un motivo: sradicarci per farci confluire definitivamente in questa Europa artefatta, cinica, usuraia e incompetente.

Lorenzo Valloreja

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