LA VIOLENZA GIOVANILE NON PUÒ ESSERE DEBELLATA CON LA PAURA DEL CARCERE. OCCORRE INVECE FAR RISCOPRIRE, ALLA NOSTRA SOCIETÀ, LA BELLEZZA DEI VALORI ANTICHI E NATURALI

Il duplice stupro avvenuto a Caivano è senz’altro uno di quegli eventi che possono essere tranquillamente inseriti tra i momenti spartiacque della storia di questo travagliato Paese, infatti, dopo di esso, nulla sarà come prima rispetto alla considerazione che noi fin qui abbiamo avuto dello status di minorenne.

Non a caso il cosiddetto “Decreto Caivano” prevede che se i minori delinquono, essi, devono essere considerati alla stregua dei maggiorenni e quindi, secondo questa logica, si è dovuto necessariamente procedere:

  • Ad un ampliamento della custodia cautelare e della facoltà di adottare misure pre-cautelari da parte del Questore;
  • All’inasprimento delle pene per detenzione di armi o droga;
  • All’“accanimento” verso i genitori che rischierebbero due anni di reclusione qualora non mandassero di propria sponte o non fossero in grado di mandare, i figli alla scuola dell’obbligo.

Una soluzione, quella prospettata dal Goveno Meloni, che va senz’altro verso una visione “panpenalista” e “carcerocentrica” delle Istituzioni – quasi un vero e proprio ritorno alle ambientazioni dei romanzi sociali di Victor Hugo (i Miserabili) e Charles Dickens (Oliver Twist) – ma, che, obbiettivamente, nulla può contro una società così decadente ed allo sfascio come quella occidentale.

D’altronde, se i nostri ragazzi sono violenti, vuoti, senza una prospettiva e disposti a tutto, pur di soddisfare i loro istinti, forse lo sono, non per loro inclinazione naturale e genetica – come invece avrebbe affermato Cesare Lombroso, altro prodotto di quel ottocento così ricco di pensatori – ma perché figli di genitori inadeguati, allevati attraverso una pedagogia troppo buonista e permissiva, e viventi in un Paese, che non solo, da oltre 70 anni, ha smesso di essere Nazione, ma, dove non vi è più un “tempio”.

In questa società dove:

  • Non si fanno più figli perché non si ha la possibilità, come se i nostri antenati, invece, quella disponibilità economica che tanto agogniamo l’avessero avuta;
  • Gli adulti fumano l’erba;
  • I genitori si fanno le canne con i loro figli;
  • Una matrimonio mediamente dura 15 anni;
  • Vi è il terrore della vecchiaia e dell’essere nonni;
  • La bocciatura, il richiamo, e la negazione, sono un tabù;
  • L’apparire ed il denaro, sono propedeutici a tutto il resto;
  • I precetti religiosi hanno un valore minore di quello delle pubblicità commerciali;
  • L’imbroglio e la falsità sono la norma e non l’eccezione;
  • Si è perso il dono del mistero ed il tempo dell’attesa, per cui le ragazzine, già in tenerissima età, vanno nude a scuola, così come per strada, ed è più acile fruire di un porno gratuito che di un bicchiere d’acqua fresca;
  • Nessuno conosce la propria storia, non solo Nazionale, ma anche famigliare;

Ma veramente la colpa è tutta di questi ragazzi disadattati o forse non è anche e soprattutto, la nostra?

È il caso, dunque, di punire con il carcere o reprimere con la massima inflessibilità questi giovani o le famiglie?

Io credo le famiglie!

Perché, per creare l’uomo nuovo, dobbiamo prima assicurarci di avere dei genitori nuovi e questo processo, è bene comprenderlo, non potrà mai essere realizzato in una sola legislatura … occorreranno decenni, se non addirittura centinaia d’anni.

Dobbiamo in altri termini ritornare ai valori essenziali della vita vera: il rispetto per il prossimo, l’amore per la famiglia e la Patria, la sacralità del lavoro e del sacrificio, l’idea e la convinzione che il nostro corpo sia un tempio e che, come tale, non possa essere in alcun modo profanato con droghe ed altre porcherie.

Dovremmo, quindi, in primis, in un sol colpo, liberarci di tutto il trash, culturale e morale, di cui avidamente ci siamo rimpinguati nel corso di questi anni e poi ritornare all’idea di collettività/Nazione e di popolo in armi. Solo così le nostre città e le nostre strade, torneranno sicure.

C’è chi invoca, infatti, proprio in questi giorni, la presenza dei nostri militari per le strade del nostro Paese … ma di quali soldati stiamo parlando???

Forse di un esercito fatto di professionisti, in buona parte in sovrappeso, che veste la divisa esclusivamente per pagare il mutuo della casa, piuttosto che quella della macchina, quando non anche della moto?

Penso proprio di si, e se questo è l’esercito che abbiamo, esso non è di certo esente dai vizi e dalle virtù del nostro tempo, quindi inaffidabile, come è inaffidabile la maggioranza di noi per tutto quanto pocanzi detto.

Le istituzioni dovrebbero quindi lavorare alacremente per far si che, da tutte le nostre aule, annualmente, escano dei buoni cittadini: ragazzi che credono realmente nella Patria e nelle istituzioni e che hanno la speranza nel futuro.

Solo allora si potrà procedere alla reintroduzione del Servizio di Leva.

Chiaramente, non certo per l’allargamento del plateau dei boyscout, quanto per la creazione di un vero e proprio esercito di popolo, ben motivato ed ancor più addestrato, per tutte le evenienze.

Questa massa di uomini e donne, poi, servirebbe a dare un senso anche a tutti i nostri Generali nostrani, visto che, in Italia, abbiamo la metà dei Generali di cui dispongono gli Stati Uniti, ma, con forze armate nove volte più piccole.

E, una Nazione in cui 1000 comandano ed 1 solo obbedisce, può mai essere un posto dove allevare e far crescere, dei giovani sani, responsabili e consapevoli?

Penso proprio di no!

Dunque, alla fine della fiera, credo proprio che, anziché punire una generazione di sbandati, sia molto più utile e costruttivo sanzionare chi ha impedito consapevolmente, con il proprio potere, queste riforme.

Solo allora, il popolo, sarà libero di governarsi ed educarsi, secondo natura e coscienza.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *