CHI FA DA SE’…
“Chi non lavora neppure mangi!”. Così San Paolo esortava la comunità cristiana di Tessalonica in una delle sue lettere.
E quest’affermazione dovrebbe risultare ovvia e scontata per qualsiasi persona di buon senso. Ma nel periodo in cui visse San Paolo non lo era affatto. Perché in quel periodo la schiavitù era diffusissima e di conseguenza le società erano divise in cittadini di serie A e cittadini di serie B. Se non di serie C. Per esempio. Nella Roma pre cristiana era normalissimo che gran parte dei lavori fossero svolti dagli schiavi. E grazie a ciò la popolazione romana poteva dedicarsi assiduamente ai cosiddetti panem et circenses. Una dinamica utilizzata dalle élite di potere del tempo per poter tenere a bada le masse. Ma come si suol dire “niente di nuovo sotto il sole”, poiché il sogno delle élite odierne è sempre lo stesso. Ovvero rinchiudere i popoli nelle proprie abitazioni e tenerli impegnati con il panem et circenses attuali: cibo e intrattenimento. Un esperimento che mi pare sia riuscito benissimo nel periodo della cosiddetta “pandemia”…
Ma tornando a San Paolo vediamo di come il messaggio cristiano ebbe un effetto dirompente in quel preciso momento storico. Poiché si affermava senza mezzi termini che tutti gli uomini sono uguali agli occhi di Dio. E di conseguenza la schiavitù diventa un’aberrazione a tutti gli effetti. Da qui il concetto accettato presumibilmente da tutti per il quale il pane vada guadagnato con il lavoro, come detto prima. Ma vediamo nel libro della Genesi che fu il nostro capostipite Adamo, in seguito al Peccato Originale, a dover prendere atto che le risorse dell’Eden non gli sarebbero più state concesse “a gratis” ma se le sarebbe dovute conquistare con il sudore della fronte.
Ora qualcuno potrebbe obiettare che se le cose stanno così chiunque, per una serie di svariate ragioni, non fosse in grado di lavorare sarebbe automaticamente rigettato da Dio e da San Paolo? Nulla di tutto ciò, ovviamente. L’intero Vangelo è permeato di carità e misericordia nei confronti degli ultimi. Sto parlando di malati, storpi, ladri, prostitute e poveri, tanti poveri. Ma Gesù precisa immediatamente di non essersi incarnato per estirpare la povertà dal Mondo ma per la salvezza delle anime. E anzi per non essere frainteso afferma testualmente:”I poveri li avete sempre con voi!” (Mc 14,7).
Un’affermazione che va nettamente in contro tendenza con l’impostazione pauperistica voluta dal pontificato di Bergoglio, secondo il quale l’unico problema per l’Uomo sarebbe la mancanza di beni materiali e non il peccato.
Quindi abbiamo visto che il lavoro non solo dà dignità all’Uomo ma lo rende pure libero. Infatti l’indigente, il mendicante non è libero poiché dipende dal buon cuore e dall’elemosina altrui. E in tale contesto, ahinoi, dobbiamo inserire pure la Chiesa Cattolica intesa come Stato Vaticano. Infatti non è un mistero per nessuno che quest’ultimo, in quanto sede del vicario di Cristo, sia sostenuto economicamente e abbondantemente dallo Stato italiano tramite il famigerato 8×1000. E se da un certo punto di vista l’obolo statale può aiutare la Chiesa a promuovere opere di carità e pagare gli stipendi d’altro canto il Pontefice e le alte gerarchie ecclesiastiche sono inevitabilmente portate a compiacere coloro che erogano l’obolo in questione. Se poi teniamo conto del fatto che l’Italia è a sua volta una colonia degli Stati Uniti viene logico pensare che se le alte e altissime gerarchie ecclesiastiche iniziassero, per esempio, a condannare l’ideologia LGBTQ, sostenere la Russia o mettere in dubbio il cambiamento climatico sicuramente l’enorme flusso di denaro destinato alla Santa Sede potrebbe interrompersi bruscamente.
Vediamo quindi di come l’elemosina sia un formidabile strumento di potere nelle mani di chi la elargisce. Prendiamo per esempio il Reddito di Cittadinanza. In un Paese alla canna del gas come l’Italia dove la pressione fiscale è al 70%, dove il costo della vita è alle stelle e i salari sono da terzo mondo, la comparsa del RDC non ha potuto che riscontrare un successo strepitoso. Ora è vero che ci sono stati tantissimi abusi a riguardo però pensiamo ad una situazione standard. Partiamo dal presupposto che ad una persona, senza alcuna specializzazione particolare, venga proposto un lavoro di otto ore a 1.200 euro mensili. Se la stessa persona percepisse 800 euro di RDC molto probabilmente sarebbe portata a tenersi gli 800 euro e magari farsi 400 euro di lavori saltuari in nero. Però ritengo che se alla persona sopracitata venissero proposti 1.800/2.000 euro per svolgere la stessa mansione la riscossione dell’RDC verrebbe accantonata.
Queste sono mie supposizioni. Magari mi sbaglio però è un dato di fatto che i salari in Italia non sono affatto adeguati alla media europea. Inoltre i sindacati, come abbiamo visto più volte, fanno gli interessi dei padroni e non dei lavoratori. Quindi in definitiva gran parte della popolazione italiana si trova in una situazione di precarietà economica se non di vera e propria indigenza. E quindi in una condizione di non poter rifiutare l’obolo statale, perché è grazie a quello che ci si può permettere di mangiare o pagarsi l’affitto.
Però, come abbiamo visto prima, l’elemosina di stato è uno strumento di potere. È come un guinzaglio che può essere allungato o accorciato a piacere. Quindi il cagnolino è costretto a compiacere il padrone se vuole mantenere un briciolo di libertà.
Ma se noi proiettiamo la dinamica dell’elemosina ad un livello geopolitico potremmo constatare senza particolari problemi che il continente africano rappresenti da secoli il cagnolino tenuto al guinzaglio citato poc’anzi.
Infatti l’Africa è sempre stata a tutti gli effetti un territorio di conquista e di sfruttamento da parte dell’Occidente.
Non entrerò nel merito della questione ma è interessante notare che molti paesi ex colonizzatori si ritirarono fisicamente dalle loro colonie mantenendo però il dominio economico e politico su di esse. E per mantenere tale dominio hanno utilizzato il rodato metodo di cui sopra: l’elemosina. Una volta che si lasciano deliberatamente le ex colonie in un perenne stato di precarietà economica sarà gioco facile per gli ex colonizzatori tenerle in pugno con elargizioni di beni o denaro erogate a discrezione da questi ultimi. Ciò spiega il motivo per cui a distanza di decenni i cosiddetti paesi del Terzo Mondo continuino immancabilmente a rimanere “terzi”….
Infatti se ci pensiamo bene è più facile tenere in pugno una persona regalandole del pesce per nutrirsi. Ma se questa persona imparasse a pescarsi il pesce da sé si affrancherebbe dal proprio “benefattore”.
E questa dinamica mi è tornata in mente qualche giorno fa quando ho appreso del summit che si è svolto a San Pietroburgo dove Vladimir Putin ha accolto le delegazioni di gran parte dei paesi africani.
In questo contesto i leaders africani hanno espresso il forte desiderio di affrancarsi dai loro padroni storici. E come mai si vorrebbero rivolgere alla Federazione Russa? Per il semplice fatto che Vladimir Putin si rivolgerebbe a loro non come sfruttatore di risorse e di uomini ma come partner economico e politico alla pari. Per questo l’Occidente vede con terrore le ingerenze russe in Africa. Perché dopo secoli qualcuno ha finalmente portato le canne da pesca….
Alessio Paolo Morrone
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