PER ENTRARE NEL PANTHEON ORA SI PAGA

Dal tre luglio, per la prima volta nella bimillenaria storia del Pantheon, si paga per entrarvi. Si tratta di cinque euro, ridotti a tre per le persone di età tra i diciotto e i venticinque anni. I minorenni non pagano, come anche i residenti in Roma.

Un “affare” se paragonato al biglietto ad esempio per il Colosseo che dà sì diritto alla visita pure dei Fori, ma che costa ben sedici euro.

La decisione riguarda quello che si può ritenere tra i più iconici e grandi segni superstiti della romanità (la cupola sfida quasi le leggi della fisica, costruita in fondo misteriosamente in base a calcoli che ignoravano tanto lo zero quanto la virgola), con la enigmatica apertura (oculus cioè occhio) alla sommità di essa in cui il sole in determinati momenti dell’anno si inscrive esattamente ( ma nell’ alto Medio Evo qualcuno credeva che il diavolo addirittura, si fosse preso la briga di togliervi una pigna bronzea che la chiudeva ora presente in Vaticano).

Il Pantheon, nonostante la folla di turisti sostanzialmente inconsapevoli e selvaggiamente incolti come quello che ha affermato di ignorare l’ antichità del Colosseo con una stupida scritta sulle mura, destinato come il suo nome dice al culto di “tutti gli dei” non solo romani, trasmette nel visitatore minimamente consapevole e non lobotomizzato, una sorta di vago e indescrivibile timore: si è alla presenza di un Mistero e di un Sacro pagano cancellato nella sua forma antica ma metabolizzato dalla Roma cristiana. Un tempo, nelle sue nicchie di preziosi marmi intatte, vi erano statue appunto delle più svariate divinità non solo latine, tra cui stava per essere ospitata, sembra, anche quella di Nostro Signore Gesù Cristo.

E il Pantheon, d’altronde, inizialmente condannato al buio e allo sbarramento di tutti i templi dell’antica religione romana nell’ Urbe protopapalino, fu consacrato chiesa e tale rimane. Vi sono sepolti i primi due re d’Italia, Vittorio Emanuele II e Umberto I; dinanzi ai loro imponenti loculi, non so se ancora presta servizio una guardia d’onore ovviamente volontaria.

Salvo la pulizia e la non ardua vigilanza su un’area così visibile, non capisco quali siano le ingenti spese. Mi sembra che la novità risponda piuttosto alla logica mercatista: la domanda crea una offerta, e questa va quantificata e monetizzata. Ma la cultura non dovrebbe essere accessibile a tutti, anche i più ignoranti e inconsapevoli, nella speranza irrinunciabile che in un posto simile possa operare una sindrome da Bello e Misterioso?

Vi vedo anche un’altra logica: “restate a casa”, come dicevano ai tempi del Covid. Abbassate la cresta, basta andare in giro per il mondo e curiosare qua e là: il turismo è roba per ricchi e per gente che conta.

A. Martino

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