DOBBIAMO RICOSTRUIRE I RAPPORTI CON LA RUSSIA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Morto Berlusconi, una questione ultimamente considerata di poco conto, sembra assumere una pregnanza notevole: il mantenimento e lo sviluppo, di nuove relazioni bilaterali, tra Italia e Russia.

Chi potrà mai prendere il posto del Cav. nel tessere i rapporti con il Cremlino?

Ciò non significa che in Italia non vi siano dei filorussi, e anche, tra l’altro, di spirito più sincero o maggiormente preparati: noi stessi siamo un giornale filorusso; ma il minuto di silenzio fatto osservare dal Presidente Putin ai suoi ospiti, durante il Forum Economico di San Pietroburgo, la dice tutta riguardo il particolare legame esistente tra questi due statisti.

Il mondo certamente non potrà mai fare a meno della Russia e l’Italia men che meno, dunque, se un errore dobbiamo ascrivere, nella politica estera del trentennio berlusconiano appena trascorso, questo è senz’altro riconducibile al fatto che il Cav., ha basato ogni trattativa ed ogni rapporto, facendo leva esclusivamente sulla propria autorevolezza imprenditoriale.

Così facendo, come è stato per Forza Italia, non ha creato una linea di continuità e dopo di lui non vi potrà che essere solo il diluvio.

In altre parole l’omaggio di Putin ci segnala un problema grande come una casa: appena finite le ostilità in Ucraina dovremo ricostruire i rapporti con il Cremlino da capo, come se il vertice di “Pratica di Mare” non vi fosse mai stato perché il proprio artefice è morto e la Meloni e tutta la sua maggioranza, così come l’attuale opposizione parlamentare, si è dimostrata e continua a mostrarsi, fieramente atlantista; dunque siamo messi veramente male.

Perché se qualcuno crede o continua a sperare, che la Russia perda il conflitto, o è in malafede o è pazzo!

Noi de l’Ortis, dal canto nostro, vogliamo essere i naturali interlocutori della Federazione Russa e per questo, da anni, abbiamo intrapreso un determinato cammino strategico e politico, costi quel che costi.

Non ci siamo piegati o intimoriti, durante questi ultimi difficilissimi anni e pertanto non abbiamo intenzione di demordere neanche per il futuro, ma siamo altresì coscienti che la messe e tanta e gli operai sono ancora troppo pochi, pertanto, ora più che mai, abbiamo bisogno di voi, cari lettori.

Noi siamo gli unici che, sinceramente, possono salvare questo Paese dal disastro socio politico in cui è stato precipitato.

Sposare la nostra causa non è ambizione ma, solo, fare il proprio dovere di Patrioti.

Lorenzo Valloreja

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