MORTE SUL LAGO MAGGIORE. PARREBBE UNA FREDDURA DA HUMOR NERO: “COSA CI FANNO UN ITALIANO, UNA ITALIANA E TREDICI ISRAELIANI SU UNA BARCA”?
Quanto accaduto domenica 28 maggio sul Lago Maggiore è davvero degno di un film della saga di 007 o di un libro di Ian Fleming o di Frederick Forsyth.
Questo il fatto (che palesemente non è ancora conosciuto nella sua integra “vera verità”). Attorno alle ore 19 la Good..uria, bizzarro e beffardo nome per una house boat dal tragico destino, è affondata (sarebbe stato a causa di un improvviso e imprevisto fortunale) ad appena 100 metri dal litorale varesino di Lisanza, frazione di Sesto Calende.
Sono periti nel naufragio una funzionaria italiana dei servizi segreti (Tiziana Barnobi) con un suo collaboratore (il maresciallo Claudio Alonzi) e Erez Shimoni, un agente del Mossad (il potente quanto attivo servizio segreto israeliano). Un’altra persona ancora, al momento, risulta perita ma non identificata (o quanto meno, si ritiene che non se ne possano ancora conoscere le generalità). Lunedì a Radio 24, avevo sentito parlare di una “donna russa”. Sembra che vi fossero ben altri dodici israeliani, e che il pilota della barca (italiano) fosse con sua moglie.
La stampa italiana ne ha parlato un po’ a denti stretti, ed è la prima incongruenza della situazione: insomma, questi “servizi” (non igienici ma segreti) sono tali fino in fondo, o solo se lo vogliono? Pare che si sia fatto trapelare quanto meno la cornice sommaria, laddove tutto avrebbe potuto essere velinato e censurato, come apposta; come per far capire qualcosa a qualcuno. Giacché mi spiace tanto, ma alla libertà e indipendenza dell’informazione main stream, io non credo.
Certo, chi ne ha parlato si è profuso nei soliti particolari sentimentali che servono per sviare l’attenzione da aspettI, mi si perdoni la “non empatia”, ben più seri: lascia tot figli, chi avrebbe mai detto che era un agente segreto ecc.
Povere forze dell’ordine di provincia, abituate a sedare liti tra ubriaconi al week end o insolvenze fraudolente al termine dei pasti presso i costosissimi ristoranti della zona frequentata dal jet set internazionale (i mitici “laghi” per antonomasia, confermanti la tendenza degli 007 per la bella vita e i bei posti, infatti la zona è stata frequentata anche da Daniel Craig nei panni cinematografici di James Bond). Hanno ovviamente dovuto passare la mano al Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (Sisr), per cui si trattava di «un incontro conviviale organizzato in occasione del festeggiamento del compleanno di un membro della comitiva (uno degli agenti israeliani sopravvissuti) formata da persone appartenenti allo stesso ambiente di lavoro».
A parte lo sfondo di Stato alla “tarallucci e vino” (anche se non si dispone certo del menu della serata) o alla Amici Miei prettamente italiano nella sua convivialità, suscita grosse perplessità, pesanti ironie a parte, un epilogo così tragico ad appena, ripeto, cento metri dalla riva e a causa di un improvviso fenomeno ciclonico certo temibile di questi tempi di bizzarria climatica, ma neanche centrato a dieci miglia nautiche da Honolulu o al largo della Canarie.
Paradosso della “gestione democratica e di legalità” dei servizi segreti; per non coprire tutto (il che ci potrebbe stare altrimenti che servizi “segreti” sarebbero), sono costretti a inventarsi storie improbabili; almeno quando vogliono, e qualora ciò serva a quello che, probabilmente, mai si saprà….
A. Martino
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