OGGI LA ROMAGNA È SOTT’ACQUA, MA – SE NON SI COTRUIRANNO DEGLI INVASI NEL PROSSIMO FUTURO, PUR VERIFICANDOSI ANCORA TALI FENOMENI – PATIRÀ LA SICCITÀ
È terribile ciò che è accaduto nelle ultime ore in Romagna, sono caduti, infatti, ben 500 mm d’acqua quando, in queste zone, mediamente, i millimetri di pioggia scesi in un anno, dovrebbero ammontare a poco più di 1000. Se a questo, poi, sommiamo il fatto che, per 36 ore ininterrotte, è soffiato un forte vento di Borea che ha impedito ai fiumi di riversarsi in mare, il disastro è bello e che servito:
- 21 Fiumi esondati;
- 35 Comuni allagati;
- 48 Comuni con frane;
- Ponti e strade franati;
- Autostrade e ferrovie allagate;
- 15 mila sfollati;
- 10 i morti al momento accertati.
Per tutto quanto questo, noi e il nostro giornale, “l’Ortis”, esprimiamo lo nostra più totale e assoluta vicinanza alla gente di Romagna, ma, detto questo, ci sentiamo in dovere di sottolineare come, anche questa volta, la nostra classe politica non sia stata in grado di essere al passo con i tempi.
Nello specifico, che il clima stia cambiando, è ormai evidente a tutti, altra cosa, invece, è poi capire se questa mutazione sia dovuta realmente all’antropizzazione, oppure sia ascrivibile a fattori totalmente esogeni all’uomo, ma, a prescindere da queste due cause, è altresì evidente che, se l’uomo vorrà continuare a prosperare, dovrà necessariamente adattarsi ai nuovi scenari.
Ciò significa, in altri termini, che, se ad esempio, l’acqua derivante dalle nevi sarà sempre di meno – perché i ghiacciai, alpini e appenninici, pian pianino scompariranno – le acque dolci provenienti dai bacini idrici (laghi naturali ed artificiali) dovranno prendere il sopravvento.
Ma, per fare questo, lo Stato dovrebbe investire milioni di Euro nella costruzione di nuove dighe e la realizzazione di nuovi invasi, cosa che, appunto, i nostri parlamentari si sono guardati bene dal discutere e votare.
La scusa è sempre la stessa: “i fondi non ci sono!”
Peccato, però, che le bugie abbiano le gambe corte.
D’altronde, se non fosse così, non si capirebbe il perché, per eventi come la Guerra in Ucraina i soldi si trovano sempre, mentre, per garantire l’acqua potabile ai cittadini, gli stessi mancano cronicamente.
Per cui – alla fine della fiera, o del diluvio universale se volete – i romagnoli potrebbero ritrovarsi, oltre al danno, anche la beffa, cioè patire ugualmente la siccità in estate.
Questo perché, come già abbiamo detto in precedenza, lo Stato non ha costruito un solo nuovo invaso per imbrigliare tutta quest’acqua piovuta dal cielo.
Acqua che, finita di tirare la Bora, la dove non ha distrutto, defluirà pacificamente al mare, lasciando, nel giro di pochi mesi, la terra nuovamente secca.
Ma si sa, come dicono dalle mie parti: “chi non ha la testa, ha buon piede” e così – anziché usare le nostre risorse per riammodernare la rete idrica, piuttosto che costruire dighe e laghi artificiali – si è preferito stanziare fondi per le macchine elettriche e la Guerra in Ucraina.
Complimenti!
Lorenzo Valloreja
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