GIU’ LE MANI DALL’ORSA JJ4: NON E’ UN’ASSASSINA, E’ SOLO UN’ORSA ANCHE SE CERTO NON UN ORSACCHIOTTO DI PELUCHE

Il nome che le hanno affibbiato è ottusamente burocratico come tutta la logica della faccenda.

Io sto con l’orsa JJ4 (almeno nel Parco Nazionale d’ Abruzzo danno agli orsi nomi più umani, come il povero Juan Carrito travolto da automobile lo scorso inverno). A titolo di cronaca, l’orso marsicano è più piccolo e tranquillo dell’orso bruno sloveno, alla cui genia appartiene l’incriminata latitante.

Sembra che fortunatamente l’abbattimento sia sospeso, o forse no: si sa come vanno le cose nell’Italia delle molteplici istanze amministrativo-giurisdizionali, fra Provincia autonoma di Trento, ISPRA, Tar, e qualcun altro (si potrebbe arrivare anche al Consiglio di Stato, e il guaio per l’orsa è che la grazia presidenziale non è ipotizzabile…).

Riepilogando: vi è in Trentino un plantigrado di sesso femminile che già dava segni di aggressività e la scorsa settimana ha fatto morire, per le sue ferite, un poveraccio sfortunato che correva in un sentiero di foresta.

Il Presidente della Provincia autonoma di Trento se l’è presa contro la “bestiaccia cattiva” e vuole farla fuori assieme a decine di suoi simili, dopo che con essi si ripopolò di plantigradi quel tratto alpino (sarebbero ormai troppi…).

Ma un animale selvatico non è un giocattolo, né un orsacchiotto di peluche. L’orso è un animale nobilissimo, che ci rimanda al retaggio ancestrale di cacce per la sopravvivenza e duelli all’ultimo sangue fra i nostri antenati, se non progenitori, e animali che con la loro possenza sfidavano frecce o picche. Le armi da fuoco lo hanno sterminato persino per farne colbacchi per fanterie d’elite, ma merita l’onore delle armi.

Abbiamo infatti deciso di tutelarlo, ma poi, se non riga diritto, bisogna farlo fuori solo per esigenze elettorali di qualche politicante che deve accontentare chiacchieroni da bar che ricordano quando nelle valli trentine non volava più una mosca? Delle due l’una: gli animaloni “pericolosi”, se li vogliamo, accettiamo che vivano come Dio comanda; altrimenti, avremmo potuto fare a meno di “importarli” per far contenti gli animalisti (altro giochetto elettorale tendenzialmente più a sinistra).

Se un poveraccio affoga in mare, si invoca il prosciugamento dell’Adriatico o del Tirreno? Se si precipita da una roccia, si reclama il bombardamento della montagna fino a totale spianamento?

L’ho sempre affermato: la concezione naturalista del mondo e della vita si applica a tutto, non si limita certo alla polemica sulle istanze omosessualiste. Essa mi induce, con estrema franchezza, ad accettare anche il rischio, se si va in giro senza che il medico o non so chi lo prescriva, di fare “brutti incontri” con una “bestia” che in questo caso è un monumento della natura; ed allora, calma e sangue freddo tirando fuori gli attributi, e se questa è troppo bellicosa la si affronti con quello che si ha, porto d’armi ovviamente permettendo. Mi direte  ”ma siamo matti, non farei male a una mosca…”: perfetto, allora stiamocene non dico a casa ma almeno in albergo a giocare a carte o a sorseggiare grappa, o a fare shopping nel paese.

A. Martino

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