LA REPUBBLICA DELLE BANANE

Spesso sentiamo parlare di “Repubblica delle Banane” e forse, in alcuni casi, anche a sproposito, ma, quando ci troviamo di fronte a delle palesi violazioni della logica a danno del cittadino, tale epiteto è più che giustificato.

Lo sanno bene gli insegnanti quando, ad esempio, presentano, tramite il portale “Polis-Istanzeonline”, domanda per essere Commissario negli Esami di Stato, piuttosto che per aggiornare le Graduatorie Provinciali per le Supplenze o altre cose similari; Ebbene, nonostante questo sito ufficiale sia del Ministero dell’Istruzione,  ente che, tra l’altro, detiene tutti i contratti di lavoro di questi individui e dei quali conosce vita, morte e miracoli, gli stessi sono costretti, ad ogni presentazione di istanza, a reinserire continuamente i propri dati: anni di servizio, scuole nelle quali si è lavorato, dove si è presa l’abilitazione, ecc. ecc., come se, ogni volta, fosse la prima volta, con la speranza, forse, non tanto malcelata, da parte del Ministero, che il richiedente sbagli, in modo tale da sfoltire le pratiche.

Ma questo mal costume, ahimè, non riguarda solo il mondo della scuola.

Vi sembra ad esempio normale che un individuo, in Italia, per andare in pensione, debba presentare domanda???

Ma perché tu Stato non sai che è giunta l’ora di pagarmi per farmi riposare a casa?

Quando il cittadino deve pagare, il fisco è capace di scovarlo anche in capo al mondo, dunque, non si capisce il perché, al contrario, quando è lo Stato a dover elargire dei soldi, bisogna puntualmente  fare una domanda con il rischio che, sbagliando, dei denari non si abbia più notizia.

È capitato infatti, a diverse persone, di non aver presentato domanda per la pensione nei tempi richiesti e il periodo intercorso tra l’omissione della domanda e il deposito della stessa, è stato conteggiato come un lasso di tempo “perso”, cioè, non è stato, né mai sarà, liquidato, e questo è, francamente, molto grave.

In un Paese civile, infatti, una volta raggiunta l’età pensionabile, lo Stato ti manda automaticamente a riposo senza far presentare nessuna istanza.

Semmai, l’unico caso in cui dovrebbe essere presentata una domanda, è quello nel quale un lavoratore non vuole andare a riposo e perciò chiede, allo Stato, una proroga affinché possa continuare a lavorare indisturbato.

Ma, si sa, siamo in Italia, e quindi vi è la tendenza, non a semplificare la vita dei cittadini, ma, semmai a complicarla!

Grida ad esempio vendetta, agli occhi di Dio, chi ha presentato domanda, presso la propria Regione, per il rimborso delle spese per l’Alta Formazione: una pratica, quest’ultima, che, se si è fortunati, non viene evasa prima di un anno, e, nella quale, bisogna portare testimonianza delle somme versate per questi corsi, i cui importi, per chi non lo sapesse, sono stati necessariamente saldati attraverso il cosiddetto sistema “PagoPa”, uno strumento che consente allo Stato di avere l’immediata tracciabilità dei nostri versamenti.

Quindi cosa ti devo allegare dei mie pagamenti se tu hai già prova di cosa ho versato???

Paga e basta! Senza tante scuse e giri di parole.

Macché! … come possiamo credere che il mondo segua la logica?

D’altronde, se non fosse così, non si capirebbe mai il perché, lo Spid, una cosa che, una volta tanto, sembrava funzionare veramente, ora, viene avviata, dalla politica,  alla dismissione, e tutto questo perché, ufficialmente, vi è in ballo il trattamento dei dati personali, come se questi ultimi non fossero stati già “sputtanati” attraverso le varie carte fedeltà che, ognuno di noi, bellamente tiene o nel portafogli o nella propria borsa.

Ma, tanto è, anche se non vi piace … e se abbiamo, incredibile a dirsi, un apposito Ministero della Semplificazione.

Lorenzo Valloreja

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