MONTI, SA DI MENTIRE, EPPURE, PERSISTE NELLA SUA VERSIONE
Questa mattina, Mario Monti, intervistato dalla RAI, ha affermato che il problema della “tempesta bancaria” che stiamo attraversando (vedi caso della Silicon Valley Bank, Credit Suisse e Deutsche Bank) è da addebitarsi al quantitative easing ed alle politiche economiche del Vecchio Continente che nella stragrande maggioranza dei casi hanno sempre avuto una visione sul breve o al massimo, medio termine, ma mai sul lungo periodo.
Dunque, secondo l’ex Presidente Europeo della Trilaterale, se la FED (Federal Reserve System) aumenta i propri tassi d’interesse, tirandosi dietro sia la BCE che il resto dell’economia mondiale, e la prima banca a crollare non è un istituto europeo ma l’americanissima “SVB”, la colpa non è da addebitarsi ai forsennati finanziamenti USA al regime di Zelensky quanto alla pratica, tutta draghiana, di far acquistare alla BCE i titoli di debito pubblici e privati dell’Eurozona.
In altri termini Monti continua ad essere un fautore d’acciaio dell’austerity, costi quel che costi!
Peccato che l’ex Presidente del Consiglio dimentichi come, la situazione che stiamo vivendo sia del tutto identica, agli inizi degli anni 70 del secolo scorso quando, in seguito al perdurare della guerra del Vietnam ed al programma di welfare chiamato Grande Società, la spesa pubblica statunitense entrò in crisi.
Di fronte all’emissione di nuovi Dollari e al crescente indebitamento degli USA, aumentavano le richieste di conversione delle riserve in oro.
Ciò spinse, il 15 agosto 1971, l’allora Presidente Nixon, ad annunciare, a Camp David, la sospensione della convertibilità del Dollaro in oro e quindi, la fine degli accordi di Bretton Woods.
Era il fallimento, di fatto, dell’economia americana che fu celata da tutte le altre Nazioni perché, all’epoca, il Dollaro era l’unica moneta universalmente riconosciuta e il denunciare questa situazione avrebbe comportato il default di tutte le altre economie.
Oggi, a differenza del passato, il biglietto verde non gode più dell’identico monopolio e quindi le ricadute potrebbero essere ancora più gravi e disastrose per l’intero Occidente.
Le bugie quindi hanno sempre più le gambe corte e gli aiuti al mantenimento del conflitto in Ucraina altro non fanno che stringere il cappio intorno al collo dell’economia europea, Italia compresa, altro che quantitative easing.
Lorenzo Valloreja
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