“Fughe di notizie illegali dal corrotto ufficio del procuratore di Manhattan indicano che l’ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana. Manifestiamo, riprendiamoci il Paese”.

Così scrive sul suo social Truth Donald Trump. Indiscrezioni in materia circolavano da qualche giorno, ma ora, insolitamente nelle cronache giudiziarie, sono confermate dallo stesso diretto interessato.

La scusa (mi si perdoni la scarsa giuridicità del termine) per realizzare il sogno proibito della sinistra globalista (Trump in galera) sarebbe un filone assolutamente secondario nella galassia delle presunte “illegalità” del tycoon: ovvero, l’accusa di aver passato 130.000 dollari a un’attricetta più o meno porno perché negasse, sul finire della sua campagna elettorale del 2016, l’esistenza di una relazione col suddetto. Parliamo di una “olgettina” in salsa da barbecue e con apple pie, insomma.

L’arresto di un ex presidente, peraltro formalmente in ricandidatura per le elezioni presidenziali del prossimo anno, sarebbe un unicum nella storia dei quarantasei capi degli Stati Uniti d’America; non se più inglorioso per The Donald, o per il Sistema che dal 2016 al 2020 ha presieduto.

La clamorosa novità fa curiosamente pendant con il mandato di arresto, questo al momento davvero effettivo ma molto meno temibile, del Tribunale dell’ Aja nei confronti del leader Vladimir Putin: è solo un caso?

Comunque sia, solidarietà con Donald Trump.

A. Martino