RICHIESTA D’INTERVENTO ALLE AUTORITÀ ITALIANE PER TUTELARE LA VITA E L’ONORE DEI CITTADINI ITALIANI MESSI ALL’INDICE DAL SITO UCRAINO “IL PACIFICATORE”

Come Presidente dell’Associazione degli italiani amici della Russia, come giornalista  e come semplice cittadino italiano, sono costernato e offeso nel constatare che in rete si trovi un sito ucraino denominatoМИРОТВОРЕЦЬ” ovverosia in italiano “Il Pacificatore”, il quale – stando alle informazioni di alcuni giornali inglesi, sarebbe curato o gestito, dall’agenzia governativa di intelligence “Servizio di Sicurezza dell’Ucraina” (SBU) – pubblica, in barba ad ogni rispetto per la privacy altrui, informazioni personali (numeri di telefono, indirizzi di residenza, link dei profili social, nomi di eventuali figli e parenti) su coloro che sono considerati “nemici dell’Ucraina“, cioè, russi e non, tra i quali molti italiani, rei di avere, a quanto pare, solo opinioni difformi rispetto alla vulgata ufficiale sulla Guerra in Ucraina.

Scopriamo così che tra questi italiani vi è anche un importante esponente della maggioranza di Governo italiano: Silvio Berlusconi.

Ma non solo, tra i presunti criminali troviamo anche alcuni dei giornalisti trattenuti indebitamente in Ucraina da più di una settimana come Alfredo Bosco,

o altri operatori dell’informazione come Giorgio Bianchi e Vittorio N. Rangeloni, così, giusto per citarne alcuni.

Ora, si badi bene che tale sito è affiliato con il Ministero degli affari interni dell’Ucraina  e nella prima pagina campeggia la scritta in cirillico “РОССИЯН И ДРУГИХ ВРАГОВ НАДО УБИВАТЬ И НЕ БОЯТЬСЯ ЭТОГО ДЕЛАТЬ” che tradotto vuol dire “I RUSSI E GLI ALTRI NEMICI DOVREBBERO ESSERE UCCISI E NON DOVRESTI AVERE PAURA NEL FARLO

Si domanda pertanto:

  • Al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quali sono le azioni che intende intraprendere affinché l’Ucraina garantisca che questi nostri connazionali non abbiano nulla da temere sia per la loro incolumità fisica che morale;
  • Agli organi giurisdizionali e di polizia postale di aprire procedimenti contro queste gravissime fattispecie di odio e istigazione, sperando che tutto ciò non sia considerato “notizia di fatto non costituente reato”.

Lorenzo Valloreja

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