COMMENTO DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI ITALIANI AMICI DELLA RUSSIA, LORENZO VALLOREJA, ALLE PAROLE DI PUTIN, ED ALLE VISITE DI BIDEN E MELONI IN UCRAINA.

Le parole proferite, ieri, dal Presidente Putin hanno innegabilmente un peso notevole rispetto al dossier ucraino e derubricarle a semplice operazione propagandistica per la tenuta del proprio fronte interno sarebbe un errore madornale.

Ora, benché ciò sia chiaro a coloro i quali hanno gli strumenti per interpretare la realtà, la partigianeria e la propaganda, in occidente, la fanno drammaticamente ancora da padrona tanto da mettere il bavaglio o alla berlina, chiunque abbia un opinione difforme dalla vulgata ufficiale.

Nel recente passato, infatti, è successo alla mia persona e all’organizzazione che mi onoro di presiedere, l’Associazione degli italiani amici della Russia, di trovarci nella condizione di essere completamente inascoltati dagli organi di stampa nazionali in merito alla nostra posizione sulla Guerra in Ucraina ed alle iniziative che, a nostro modo di vedere, avrebbe dovuto tenere il nostro Paese per far si che si intavolassero dei  negoziati credibili, mentre ci siamo ritrovati nell’occhio del ciclone mediatico solo quando siamo stati minacciati via web, come se, l’unica notizia degna di nota, fosse la nostra dipartita e non la diversa versione degli eventi, rispetto a ciò che sta accadendo e di cui, stando ai fatti, siamo originali portatori.

Ma, d’altronde, come possiamo lamentarci, noi piccoli operatori di pace, quando un uomo come Silvio Berlusconi – leader, di uno dei partiti che sostiene la maggioranza di destra-centro in Italia e di una delle principali formazioni che compongono il PPE in Europa  – viene apostrofato, dai commentatori politici, per le sue esternazioni su Zelensky, come un “vecchio rimbambito”, quando non è addirittura ostracizzato, come nel caso dell’eurodeputato polacco Andrzej Halicki il quale, senza mezzi termini, ha  chiesto al Cav. di farsi da parte?

In questa Europa, dunque, così come nell’occidente in generale, non sembra esserci più spazio per la trattativa o la ragione, solo la violenza e l’ipocrisia sembrano contare.

Ciò è comprovato dal fatto che tutti:

•             Ormai sappiamo che il conflitto che stiamo vivendo non è altro che il risultato del lassismo della diplomazia internazionale, durante la guerra, a bassa intensità, nel Donbass, dal 2014 ad oggi;

•             Sanno che i primi a non rispettare gli accordi di Minsk sono stati proprio gli ucraini;

•             Comprendono il fatto che, con la caduta del Comunismo Sovietico, la NATO si sarebbe dovuta sciogliere, in quanto il pericolo che ne aveva favorito la nascita era venuto a mancare. Eppure, a seguito della disgregazione dell’URSS, il Patto Atlantico, non solo, ha continuato nella sua opera, ma, è riuscito ad attestarsi fino alle porte di Mosca lasciando fuori proprio quella Federazione Russa che, nel mentre e precisamente nel 2000, voleva essere invitata a far parte di questo club;

•             Ricordano come gli Stati Uniti nel corso XIX e XX secolo fecero di tutto per allontanare dai propri confini continentali prima la Gran Bretagna, poi la Francia ed infine la Spagna e non si capisce perché lo stesso principio non debba valere, oggi, per la Russia;

•             Siamo a conoscenza del fatto che gli Stati non contano e non operano nel medesimo modo. Gli Stati Uniti e la Russia, ad esempio, sono le principali superpotenze nucleari di questo pianeta, siedono nel Consiglio di Sicurezza Permanente dell’ONU e in tale ufficio esercitano il loro potere di veto. Dunque come si può credere che la piccola Ucraina, benché armata fino ai denti dall’occidente, possa battere la Russia costringendola alla ritirata? Solo una sconfitta nucleare obbligherebbe Mosca a desistere dai propri piani, ma, una sconfitta di tale portata, grazie alla dottrina della Distruzione Mutua Assicurata, corrisponderebbe, prima di tutto, alla fine del genere umano, quindi, di per se, inapplicabile;

•             Hanno ascoltato in questi giorni l’invocazione, da parte occidentale, di una cosiddetta pace giusta che restituisca all’Ucraina i territori che questa possedeva prima del 2014. Viene allora da chiedersi perché l’Italia, nel 1947, non abbia potuto godere di una pace giusta visto che, i territori che le sono stati sottratti ad est grazie alla conferenza di Parigi, erano abitati da popolazioni italiche fin dal lontano anno 1000, oltre che, come ricordatoci da Dante Alighieri nel IX Canto dell’Inferno, rappresentavano il confine naturale della nostra penisola;

•             Hanno contezza di come l’Italia, se nel 1949, non avesse aderito alla NATO, avrebbe certamente perso la Sicilia – grazie all’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) capeggiato da Salvatore Giuliano, fiancheggiato dalla mafia e da Washington – e di come, in un contesto completamente diverso, grazie all’autonomia linguistica e tributaria, riuscì a mantenere pacificamente sotto il proprio controllo la Provincia Autonoma di Bolzano. Ebbene iniziative simili potevano e dovevano essere replicate dal Governo di Kiev in Donbass e Crimea, ma l’Ucraina ha scelto una strada completamente diversa.

Dunque la nostra teoria, corroborata dalle parole del Presidente Berlusconi, secondo la quale, la pace – in questo contesto storico, con questo assetto internazionale – si può ottenere solo con lo stop dell’invio delle armi è, non solo, più che plausibile, ma anche l’unica percorribile.

Infatti, cosa si è riusciti ad ottenere inviando le armi per un anno intero all’Ucraina?

•             Forse la fine del conflitto?

•             La sconfitta della Russia?

•             Un numero minore di morti e distruzione?

•             Si è riusciti a scongiurare la crisi economica?

•             Si è riusciti a piegare l’economia russa?

A tutte queste domande l’unica risposta veritiera è un no secco!

Di contro, però, siamo riusciti ad ottenere, il rafforzamento dell’economia russa e cinese e lo schianto di quella europea, ivi compresa quella italiana. La perdita complessiva di circa 200 mila vite umane tra russi ed ucraini, la distruzione di un intero Paese e la sospensione da parte di Mosca del Trattato “NEW START” che regola, per chi non lo sapesse, il numero massimo di testate nucleari che ognuna di queste superpotenze può detenere.

In altri termini, il nostro comportamento, sta per far aprire il Vaso di Pandora che potrebbe portare il genere umano all’estinzione.

Ma la cosa che fa ancora più male è constatare come l’Italia, in tutto questo bailamme, dopo 160 anni, continui ancora a seguire in maniera passiva le ondate delle grandi potenze senza mai tracciare, da se stessa, in autonomia, il proprio destino: fu così, infatti, che il processo di unificazione del nostro Paese si compì, favorito dalla Gran Bretagna in chiave antifrancese; così come fu secondaria la nostra partecipazione alla Grande Guerra nella speranza, poi verificatasi, della disgregazione sia dell’Impero Austro-Ungarico che Ottomano; come fu a traino della Germania nazista il nostro ingresso nel II Conflitto Mondiale, errore poi verificatosi fatale per il regime fascista che si legò, da se, mani e piedi, al destino di Hitler.

Oggi, noi, bellamente, allo stesso modo ci stiamo legando mani e piedi, ai giochi di potere sia di Washington che di Pechino, le quali, per diversi motivi ed obbiettivi, vogliono stressare e sfibrare sia la Russia che i Paesi Europei.

In quest’epoca, i veri nemici dell’Europa non sono gli antieuropeisti come me, ma le varie von der Leyen, Michel e cancellerie assortite, perché se non si fosse ancora compreso, in questa guerra, chi perde perderà tutto e, ad essere sconfitta, di certo, non sarà la Russia.

L’Europa, in altri termini, si sta suicidando con le proprie mani, ma, chi invia le armi vuol far finta di non averlo compreso.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *