QUANDO GIORGIA ERA FILORUSSA E RIBELLE CONTRO L’EUROCRAZIA …

Lasciamo perdere l’accantonamento della esaltazione della difesa da parte di Putin dei valori cristiani nella narrazione meloniana e di FdI: le giravolte ideali e valoriali, alla faccia del mitico “sono Giorgia, sono una donna etc.” urlato a non so quale comizio, sono, purtroppo ormai, storicamente normali nella cosiddetta Destra italiana; peccato che non siano correzioni strategiche di rotta, ma piuttosto, omologazione pura e semplice (Fini docet).

Qui voglio piuttosto soffermarmi su delle citazioni (pochissime) di Giorgia Meloni, prima che, non tanto allo stesso indomani del fatidico 24 febbraio, quanto piuttosto, dalla campagna elettorale in poi, ha bruscamente, radicalmente, invertito la rotta geopolitica. In diverse di esse, traspariva anche una notevole polemica, se non animosità, verso l’eurocrazia.

Evidente segno del prezzo da pagare a chi veramente comanda o quanto meno “garantisce”, in Italia e fuori dall’Italia. Indubbiamente, aprire le ostilità verso l’ Ucraina è stato ed è un bel problema verso la dissidenza, in gran parte guardante con interesse alla Russia, però vorrei ricordare che l’evidente errore americano in Vietnam non fece certo diventare filosovietici gli atlantisti: e che il patto Ribbentropp-Molotov non rese comunisti i fascisti, e neanche rese nazifascisti degli staliniani di ferro.

2015: sui socials, chiede un “sussulto di dignità” chiedendo a Matteo Renzi di non confermare le sanzioni alla Russia.

2017: la richiesta analoga fatta all’allora premier Paolo Gentiloni è anche più decisa, accusandolo di essere “peggio di Tafazzi”, il quale, per chi non lo sapesse o lo avesse dimenticato, è il personaggio comico di Giacomo Poretti che si prende a bottigliate dove a un maschio fa più male in assoluto. ”Va in Consiglio europeo e vota sì alle sanzioni alla Russia. Complimenti: un’altra bella batosta per le imprese italiane e per l’economia nazionale che ha già perso miliardi di euro per questa scellerata scelta. Prima ci liberiamo di questo governo di servi e nemici dell’Italia e meglio è”.

2018. “ E’ incredibile. L’Europa proroga di altri sei mesi le sanzioni economiche contro la Russia che massacrano il Made in Italy. Nell’ Italia che vogliamo, il governo non cede ai ricatti di Bruxelles e difende le imprese italiane”. E nello stesso anno, si congratula per la vittoria elettorale di Vladimir Putin: “ Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a presidente della Federazione russa.La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile”. Nello stesso 2018, a titolo di cronaca, manifestazione solidale di Azione giovani della Garbatella (proprio il quartiere di Giorgia Meloni) dinanzi all’ambasciata russa.

2021: suggerisce l’utilizzo dell’aborrito vaccino Sputnik, ritenuto “un altro potenziale rimedio”.

8 febbraio 2022 dal Vespone, ovvero sedici giorni prima dell’avvio della Operazione speciale russa: “ Serve una pace secolare con la Russia ma mi sembra che Biden usi la politica estera per coprire i problemi che ha in patria”. L’Europa “deve giocare un ruolo per la pace e avere una terzietà per l’Ucraina. Sono contro le sanzioni non perché sono amica di Putin, che non ho mai visto, ma il nostro interesse non è spingere la Russia verso la Cina”.

A. Martino

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