MENTRE ISRAELE BOMBARDA L’IRAN, MACRON METTE A DISPOSIZIONE I PROPRI CACCIA PER KIEV E L’UCRAINA, DI TUTTA RISPOSTA, ORA CHIEDE, ALLA GERMANIA, ANCHE DEI SOTTOMARINI

Il relativismo valoriale occidentale è veramente agghiacciante: se la Russia lancia droni camicaze contro l’Ucraina è condannabile mentre se, a farlo, è Israele, contro l’Iran, tutto tace.

Certo, il casus belli, nell’attacco israeliano, contro la struttura militare sita nella provincia di Isfahan, è da rintracciarsi senz’altro nella strage di Gerusalemme dove, nel Giorno della Memoria e in pieno Shabbat, vi è stato un attentato ad una sinagoga che è costato la vita a ben 8 persone e 10 sono stati i feriti registrati.

Ma, al di là di questo, è evidente lo zampino USA, non fosse altro per la visita, in contemporanea a questo evento, del Direttore della Cia, William Burns e delle esercitazioni congiunte israelo-americane in Mediterraneo dove, gli alleati hanno simulato azioni in chiave anti-Iran, con la partecipazione di bombardieri strategici B52 e caccia F35.

Infatti, sono in molti a volere la testa degli Ayatollah: Monarchie Sunnite, Curdi, Minoranze Arabe, Nazionalisti-Monarchici, Mujaheddin, Baluchi e chiaramente gli Israeliani.

Tuttavia le vere ragioni sono sempre da rintracciarsi nel conflitto ucraino dove, a detta del portavoce del comando dell’aeronautica di Kiev, Yurii Ihnat, l’Ucraina non ha: << i mezzi per sconfiggere i missili Fateh e Zolfaghar >>, armi, ricordiamo, di produzione iraniana e che Teheran, fin’ora, ha sempre ceduto di buon grado a Mosca.

D’altronde è proprio di queste ore la notizia che, la Federazione Russa e l’Iran, hanno istituito un sistema per effettuare transazioni finanziarie tra i due Paesi denominato System for Financial Electronic Messaging (Sepam).

Attraverso questo nuovo sistema, 700 banche russe potranno, per la prima volta, effettuare transazioni finanziare con banche iraniane senza la necessità di utilizzare il sistema Swift.

È un modo, questo – da un lato per porre fine alle sanzioni imposte nel 2011, contro l’Iran, dall’allora Presidente americano, Donald Trump, dall’altro – per rafforzare la collaborazione tra il Cremlino e gli Ayatollah.

Ora, però, è da precisare che in questa rivoluzione finanziaria la Russia e l’Iran non sono sole: infatti ben 106 risultano essere le banche, di altri 13 Paesi diversi, che hanno stabilito collegamenti con il Sepam e possono quindi effettuare transazioni finanziarie con la banche iraniane.

Ora se qualcuno avesse ancora dei dubbi riguardo l’inefficacia delle sanzioni verso i sanzionati può tranquillamente farsi ricoverare presso il nosocomio più vicino e farsi visitare da uno bravo.

Nel mentre, per la cronaca, per chi ancora lo sapesse, nel buco nero della Guerra in Ucraina, l’UE ha bruciato la bellezza di 10 miliardi di Euro nel 2022 ed altri 18 ne dovrebbe dilapidare entro la fine del 2023 e questo senza parlare degli aiuti militari dei singoli Paesi che grossomodo, solo nell’area Euro, sono ammontati ad ulteriori 8 miliardi.

Ed è questa la certezza che forse ha fatto sparlare sia Macron che Crosetto, cioè l’evidenza che – per come si stanno mettendo le cose, se Mosca dovesse riuscire a conquistare Kiev imponendo un regime change – tutto questo sforzo economico sarà stato, non solo completamente inutile, ma, addirittura, nocivo per la tenuta dell’intero blocco occidentale.

Infatti se la Russia dovesse avere la meglio, non solo nessuna azienda del blocco UE potrà mai più poggiare un chiodo per la ricostruzione dell’Ucraina, ma, anche le risorse naturali ucraine potrebbero giungere ai vecchi acquirenti non più nelle modalità che essi conoscevano o avevano prefissato.

Ecco perché Il nostro Ministro della Difesa si è azzardato a dire che: << La terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini d’Europa. Fare in modo che non arrivino è l’unico modo per fermare la terza guerra mondiale >> e quell’altro scienziato del Presidente Francese ha affermato che: << Nulla è escluso in linea di principio >> riguardo l’eventualità di inviare i caccia all’Ucraina.

Per fortuna non tutti gli europei hanno perso la Trebisonda e così la Croazia, l’Austria e l’immancabile Ungheria di Orban, si sono affrettate nel far sapere alla comunità internazionale che non invieranno mai, nella maniera più assoluta, armi al Governo di Kiev.

Nonostante ciò, nella giornata odierna, il Vice Ministro degli Esteri ucraino, Andriy Melnyk, ha avuto l’ardire di chiedere alla Germania l’invio di un sottomarino da usare per: << cacciare la flotta russa dal Mar Nero >>.

Così giusto per buttare altra benzina sul fuoco delle polemiche.

Lorenzo Valloreja

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