IL KATECHON E’ STATO RIMOSSO?
Katechon è un termine greco che sta a significare “ciò che trattiene” oppure “colui che trattiene”. Questo termine viene utilizzato da San Paolo di Tarso, in una delle sue lettere, collocandolo in un contesto escatologico e facendo riferimento ad una non precisata entità che impedirebbe all’Anticristo di manifestarsi. Quindi quest’ultimo, tolto l’ostacolo, otterrebbe la facoltà di imperversare nel mondo. Ma secondo il Libro dell’Apocalisse l’avvento dell’Anticristo non sarebbe altro che il preludio all’ultima e definitiva venuta di Cristo sulla Terra (Parusia).
Da più parti si è sempre pensato che il katechon in questione fosse il defunto papa “emerito” Benedetto XVI.
Ora come ora nessuno lo può dire con certezza, anche perché i disegni del Signore sono imperscrutabili, però possiamo farci una pallida idea della questione mettendo insieme dei fatti incontrovertibili.
Prima di tutto bisogna partire da un presupposto. E che cioè nel 1962 c’è stato un evento epocale per la Chiesa Cattolica: l’apertura del Concilio Vaticano II. Riguardo questo evento si è scritto tantissimo e a tutt’oggi, a distanza di 60 anni, si continua a scrivere e discutere molto. Comunque in sintesi grazie a quell’evento (conclusosi nel 1965) la Chiesa avrebbe smesso di insegnare ma avrebbe iniziato ad “imparare” dal mondo. Se i 20 concili precedenti avevano prodotto dei dogmi che ponevano dei paletti indiscutibili, per i quali chi li avesse oltrepassati si sarebbe ritenuto automaticamente fuori dalla Chiesa, con il C.V. II quest’ultima si adattava e si conformava alle mode mondane.
Un giovane Joseph Ratzinger partecipò attivamente ai lavori conciliari portando avanti delle istanze che oggi chiameremmo “progressiste” ma con l’avvento del 1968 egli poté contemplare i danni culturali, politici e spirituali veicolati da quel’annus horribilis e quindi ricalibrò le proprie idee.
E la conferma di ciò la si evince dal fatto che Joseph Ratzinger, appena eletto al soglio petrino, fece digrignare i denti e schiumare di rabbia il mondo intero, con il suo principe e i suoi vassalli.
Ma, intendiamoci bene, quando Benedetto XVI prese in mano le redini della Chiesa visibile essa era già profondamente corrotta e impregnata di apostasia. Il Vaticano era già, come oggi, un moloch massiccio e impenetrabile, infiltrato in profondità da eretici, massoni, pervertiti vari, ladri, voltagabbana e personaggi che definire ambigui sarebbe riduttivo. E sto parlando delle gerarchie ecclesiastiche, non degli impiegati vaticani o delle guardie svizzere…
Fatto sta che questa simpatica combriccola, per anni ed anni, è riuscita a creare all’interno delle mura vaticane delle vere e proprie lobbies di potere, conniventi con le élite politico finanziarie internazionali. Non meraviglia perciò la preghiera che Ratzinger chiese ai fedeli appena eletto Papa. E cioè l’auspicio che egli non arretrasse davanti a dei non meglio precisati “lupi”.
Vediamo quindi di come il papato di Benedetto XVI si sia dimostrato fin da subito in salita. E che gli spazi di manovra del Sommo Pontefice si siano rivelati strettissimi, se non pressoché nulli.
Eppure tra mille difficoltà e infiniti vincoli negli otto anni di pontificato papa Ratzinger riuscì comunque a portare a casa qualche pregevole risultato.
Prima di tutto egli introdusse il concetto di “valori non negoziabili”, ovvero quei Valori cristiani che in nessun modo possono essere subordinati a delle decisioni dettate dalla politica, dall’ideologia o dalle mode del momento. Inoltre, grazie al motu proprio Summorum Pontificum, egli reintrodusse le celebrazioni della cosiddetta messa tridentina, codificata da S.Pio V, e soppiantata dalla riforma liturgica post conciliare del 1969. Con l’intronizzazione di Bergoglio i paletti dei valori non negoziabili sono stati divelti uno ad uno e la messa tridentina è tornata in soffitta, ça vas sans dire…
Tutto ciò fa comprendere il furibondo odio che Benedetto XVI ha suscitato fuori dalla Chiesa e, purtroppo, anche all’interno di essa. Un simile odio ottuso, viscerale e globale verso un Pontefice forse non lo si vedeva da secoli.
Avete presente il film “L’Esorcista”? Ebbene andate a visionare la scena in cui la bambina posseduta dal demonio si contorce dal dolore e dagli spasmi nel preciso momento in cui viene lambita da alcune gocce di acqua santa. Così esattamente il Mondo ha reagito alla presenza di Joseph Ratzinger quale vicario di Cristo.
Intendiamoci bene. Benedetto XVI è stato perfettamente in linea con i pontefici che lo hanno preceduto. Cioè ha parlato di Fede strizzando l’occhio al Mondo. Ma evidentemente per quest’ultimo il Papa teutonico non è risultato totalmente manipolabile come lo è stato effettivamente Francesco I. Lo dimostra il fatto che le élite e i cosidetti “poteri forti”, atei e anticlericali, che hanno riversato tonnellate di letame su Benedetto XVI, sono gli stessi (nessuno escluso!) che sono diventati i cani da guardia e i pasdaran del pontificato di Bergoglio.
E quindi pare che alla fine il Mondo e il suo Principe non abbiano avuto la pazienza di aspettare la naturale dipartita del Papa regnante e si siano industriati per sostituirlo, come si può sostituire un amministratore delegato o un allenatore di calcio.
Infatti ci sono tantissimi indizi che fanno credere fortemente che le cosiddette “dimissioni” di papa Ratzinger non siano state decise in autonomia e che anzi siano state estorte.
Sull’argomento sono circolate svariate teorie. Una delle più credibili, a mio modestissimo parere, è quella secondo la quale Benedetto sarebbe stato ricattato con lo SWIFT. Quest’ultimo è un sistema di pagamenti internazionali che permette agli istituti di credito di mezzo mondo di eseguire agevolmente, tra di loro, tutte le transazioni bancarie. E a capo di questo sistema c’è una sorta di cooperativa privata con sede a Bruxelles. Quindi stiamo parlando di un’entità sovranazionale, sganciata da ogni vincolo giuridico a livello internazionale e sotto il controllo diretto di Washington. Capace, con un semplice click, di interrompere tutti i flussi di denaro. Ciò che accadde esattamente il 3 Gennaio del 2013 allorquando gli abitanti della Città del Vaticano ebbero la sgradita sorpresa di ritrovarsi i bancomat e le carte fuori uso. Bankitalia, riguardo a questo fatto, tirò fuori un fumoso pretesto riguardante le leggi antiriciclaggio e quant’altro. Fatto sta che il Vaticano si ritrovò per lungo tempo impossibilitato a comprare e acquistare per via telematica e, ancora peggio, impossibilitato ad accreditare gli stipendi ai lavoratori vaticani.
Questa incresciosa situazione si protrasse per più di un mese finché l’11 Febbraio non accadde un fatto epocale: la clamorosa abdicazione del Papa regnante.
E guarda caso, in seguito a questo evento sconvolgente, il giorno dopo (12 Febbraio) i bancomat ripresero a funzionare e le carte furono riattivate come per miracolo. Che coincidenza, vero?
C’è poi un altro indizio evidente che induce a pensare che Joseph Ratzinger non abbia abbandonato il soglio petrino di sua sponte. E cioè il fatto che egli si sia dichiarato “papa emerito” e che non abbia mai abbandonato l’abbigliamento caratteristico del Pontefice, ovvero la talare e lo zucchetto bianchi.
Prima di tutto la figura del “papa emerito” è un unicum nella bimillenaria storia della Chiesa. Un vescovo può definirsi “emerito” ma un Pontefice può cessare il suo mandato solo con la morte oppure dimettendosi e tornando a fare il cardinale, abbigliato visibilmente come un cardinale.
Va da sé che Benedetto XVI, per quasi 10 anni, è stata una presenza silenziosa ma “ingombrante” tra le mura vaticane. Poiché milioni di fedeli hanno continuato ad amare papa Ratzinger e a ritenerlo il Papa legittimo nonostante la rinuncia più o meno spontanea. Creando ovviamente dei grossi problemi di immagine a Jorge Mario Bergoglio.
Chi scrive non si ritiene un complottista ma una persona che cerca la Verità ad ogni costo e soprattutto non crede alle coincidenze. Infatti mi ha colpito molto il perfetto timing della morte di papa Ratzinger: il 31 Dicembre. Una data emblematica perché sancisce la fine di un anno e il preludio di un nuovo anno. La fine di un ciclo e l’inizio di un altro.
Se è stato il Signore ad aver scelto questa data specifica avrà avuto i suoi buoni, anzi ottimi, motivi. D’altro canto in questi ultimi tre anni il mondo intero ha avuto la possibilità di contemplare tutte le aberrazioni di cui sono capaci quei personaggi abietti che tengono in mano le leve del potere mondiale. Quindi sarebbe perfettamente plausibile che la dipartita del cosiddetto Papa emerito possa esser stata “programmata” per quella data proprio per mandare un messaggio al mondo:”Ora basta!”. E quindi il 31 Dicembre 2022 dovrebbe significare il definitivo tramonto dell’era Ratzinger lasciando Bergoglio solo al comando, svincolato da qualsiasi impietosa comparazione con il suo predecessore.
E la prova che le alte e altissime gerarchie ecclesiastiche, nessuna esclusa, abbiano sopportato Ratzinger per quasi dieci anni con malcelato fastidio lo dimostrano le scandalose esequie a lui riservate. Su questo argomento vi rimando ad un articolo esaustivo comparso su “Stilum Curiae”: https://www.stilumcuriae.com/laddio-a-benedetto-e-il-cuore-meschino-di-papa-francesco-el-caminante
Ma ciò che mi ha colpito e anche rattristato è stata la visione della salma di Joseph Ratzinger, appena deceduto, composta in una stanza con a fianco un albero di Natale. E subito mi è venuto in mente lo sgabuzzino dove vengono riposti gli addobbi natalizi e le statuine del presepio quando non servono più. E anzi ho addirittura immaginato i potenti della Terra chiedere al loro Principe: “Quest’anno che regalo vorresti trovare sotto l’albero?”.
Alessio Paolo Morrone
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