DAVVERO IL MAIN STREAM NON HA VERGOGNA NE’ DIGINITA’. CHE SCHIFO QUESTO CORDOGLIO IPOCRITA PER PAPA RATZINGER.
Questa mattina Benedetto XVI papa “emerito” cioè abdicatario (al secolo l’ex cardinale di origini bavaresi Joseph Ratzinger), ha rimesso la sua anima nelle mani di Nostro Signore Gesù Cristo, di cui fu Vicario attivo dal 2005 al 2013, succedendo al grande San Giovanni Paolo II che resse il timone della Barca di Pietro attraverso il secondo pontificato più lungo della Storia dal 1978 al 2005, a non considerare quello proprio di San Pietro scarsamente verificabile nella datazione di morte del Princeps apostolorum . A titolo di cronaca, Papa Francesco che gli è succeduto, non ha più il titolo di Vicario di Cristo, avendolo fatto cassare dall’ Annuario pontificio.
Oserei affermare che Benedetto XVI ha ora molto meno bisogno delle nostre preghiere, che noi delle sue.
Per “noi” intendo non solo coloro che si sforzano, compreso il sottoscritto, di vedere in Gesù Cristo il sommo punto di riferimento e l’artefice della loro (probabilmente per nulla meritata) salvezza in antitesi al Mondo e alla “dittatura del relativismo” (cioè del Pensiero Unico) di cui parlò il deceduto papa emerito al funerale di colui al quale successe. Ma anche l’umanità intera di altre religioni e di non credenti, trascinati sempre più nel baratro anticristico di un’epoca il cui materialismo, blasfemia, disprezzo di qualunque principio e valore razionale e naturale, monta come una cupa marea inquietantemente ogni giorno di più.
Le motivazioni delle sue “dimissioni” restano oscure, come le forze che le determinarono: non riesco ad accettare che le abbia determinate una prosaica minaccia bancario-digitale come l’esclusione dal Vaticano dalla codifica SWIFT, ma certo in quei giorni la pressione sul Vaticano fu fortissima; lobbies mondialiste e gay, il capitalismo islamico, Obama e il satanprogressismo americano…Benedetto XVI non ebbe, evidentemente, i nervi saldi e la pazienza quasi sovrumana di Pio XII, e neanche la irriducibilità militante di un Pio IX. Doveva andarsene per far posto a colui che già nel Conclave del 2005 fu il secondo votato, e lo fece.
Rimase sempre un coltissimo sacerdote, che aveva creduto che il mondo potesse essere non dico convertito, ma almeno influenzato da scritti e discorsi di straordinario spessore e Verità come ad esempio quello di Ratisbona sull’ Islam. Il declino del suo pontificato iniziò ben presto, con richieste di scuse e ammende varie come andare a quella che fu a Istanbul Santa Sofia sotto lo sguardo soddisfatto dei religiosi islamici. A forza di scuse, a tutti i livelli, si tira a campare ma non si costruisce granché.
Viveva sostanzialmente confinato e controllato in Vaticano, donde ogni tanto giungeva una flebile voce di Verità. E’ dalla elezione del suo successore il 12 marzo 2013, che significativamente ha subito dismesso ogni abito pontificio esclusa la ordinaria tonaca bianca detta “pellegrina”, che inizia quello che io da tempo chiamo “postcattolicesimo”: la riduzione di un deposito bimillenario di fede, cultura, filosofia e teologia, a umanitarismo massonico a sfondo mistico, condizionato dal timore di non piacere a qualcuno. Il Peccato sostituito da “se te lo dice la tua coscienza…”. Per la verità questo veleno, a suo tempo condannato da tutti i papi fino a Pio XII in ogni possibile declinazione, e sostanzialmente inoculato dal Concilio Vaticano II di cui il teologo padre Ratzinger fu notevole protagonista (impossibile dimenticarlo), operava da prima ma come canalizzato e gestito da metastasi del modernismo forse inevitabile in quel momento storico tanto ottimista che pretendeva di “aggiornarsi”. Ora dilaga, sotto gli occhi di tutti (anche dei più lontani che se ne compiacciono ma comunque se ne tengono alla larga) la Chiesa è “un’altra cosa”, che anche se volesse parlare agli uomini non ne ha tempo e neanche credibilità, così tormentata da pedofilia vera o presunta, depravazione di larga parte del clero, scandali finanziari, scuse per la sua stessa esistenza.
La scomparsa di Benedetto XVI fa definitamente archiviare una pratica sgradita alla Cupola mondialista in tutte le sue settorialità, e in Vaticano è finita una grana da gestire e monitorare quotidianamente. L’ipocrisia del cordoglio e del dolore per la scomparsa addirittura di un “grande Papa” (dico addirittura nel senso degli attori di questa pantomima) è più che insopportabile: sconvolgente. Mi disgustano semplicemente, presunti statisti e politicume vario, prelati, giornalisti, intellettuali più o meno sedicenti.
Alla sua abdicazione esultarono ritenendo la Chiesa liberata dal “pastore tedesco” oscurantista e mezzo nazista (famosa la sua foto con una divisa da Volksturm gabellata per SS raccattata in qualche magazzino negli ultimi mesi o giorni di guerra). Sono riusciti a invischiarlo nella solita pedofilia fino a qualche settimana fa, accusandolo di insabbiamento. Sciacalli feroci, accaniti contro un novantacinquenne che entrava in agonia, che ora untuosamente esaltano attraverso finti addoloramenti e lutti alternati a cronache capodannesche.
E in effetti, questa morte è il peggior auspicio per il 2023. Non ci resta che la Speranza, e deve essere davvero granitica quindi non tanto alla portata. Grazie, Santità, pe la Sua testimonianza, forse imperfetta, ma egualmente eroica. E continui a pregare per noi.
A. Martino
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