FENOMENOLOGIA DI RAMZAN KADYROV, L’UOMO CHE METTEREBBE VOLENTIERI MANO A QUALCHE “BOMBETTA” ATOMICA
La capitale della Cecenia (repubblica caucasica ampiamente autonoma pur se appartenente alla Federazione russa) si chiama Grozny. Guarda un po’, Grozny era anche l’appellativo dello zar Ivan IV: sì, il famoso Ivan il terribile. Però, pur non conoscendo il russo, so che il termine è vago: traducibile con terribile, ma anche spaventoso o burrascoso, tempestoso. Comunque sia, dà l’idea di qualcosa (o qualcuno) con il quale sarebbe assolutamente consigliabile non avere a che fare, se non se ne è amico, o se non lo si riesce a (cosa molto difficile) dominare.
Un concetto semantico molto orientale solo banalmente sovrapponibile alla nostra idea di tirannide o dittatura: un’eco di altri mondi ritenuti erroneamente cancellati dal progresso, dalla rivoluzione francese, dai diritti umani etc. etc. Indubbiamente inquietante anzi mostruosa per i più da queste parti (e anche per me non entusiasmante, beninteso) però munita di un certo fascino tenebroso e ancestrale da “uomini veri” che non hanno bisogno di dire sistematicamente ciò che non pensano, o di pensare ciò che non si dice. E che soprattutto fanno non la “cosa giusta” tanto hollywoodiana, ma ciò che “deve essere fatto”: ma d’altronde, cosa pensate che le polizie politiche sotto copertura o i servizi segreti, anche quelli occidentali, facciano? Ma lo avete mai visto, un qualsiasi film della saga di 007?
Ebbene, nella più antica e meno contaminata da qualunque occidentalismo (ovverossia liberalismo) tradizione monarchica russa, il potere dello zar doveva essere appunto “grozny” cioè “terribile”. Anche se i due più grandi monarchi della storia russa (un Pietro e una Caterina) sono ricordati, più occidentalmente, appunto col rassicurante epiteto di “grande”. Insomma, intelligenti pauca: cosa vi aspettereste da Ramzan Kadyrov, fedelissimo vassallo di Putin in una certa città che si chiama Terribile, a suo tempo spianata come una spiaggia da un trattore all’epoca della rivolta islamista di Cecenia? Cecenia tutta, fino a quindici anni fa circa, “ripulita” da Achmat Kadyrov prima e dal figlio Ramzan dopo, con metodi e costi umani che lascerebbero a bocca aperta qualunque “prefetto di ferro” alla Mori, e che il generale Dalla Chiesa non sarebbe stato neanche ad ascoltare dopo i primi due minuti di riunione operativa. Tanto per far capire anche fuori dalla Cecenia di che stoffa il ragazzo fosse fatto, quando all’inizio della sua carriera la sorella fu imprigionata in Daghestan, non perse tempo in chiacchiere o schermaglie diplomatiche ma si mise alla testa di centocinquanta uomini motorizzati e andò semplicemente a riprendersela mettendo al muro (e anche se graziandoli) i responsabili ufficiali di polizia. Fantastico: roba degna di D’ Annunzio o Mishima, riconosciamolo; l’uomo di azione c’è, peccato che abbia brutta stampa e sembra che davvero esageri.
Parliamo insomma di Ramzan Kadyrov, detto dai media occidentali o main stream fate voi, il “macellaio di Grozny”. La sua ascesa ai vertici della Cecenia iniziò nel 2004, quando suo padre fu assassinato. Dichiarò in quei giorni:
“L’ho già ucciso, chi dovevo uccidere. E quelli, che stanno dietro di lui, li ucciderò, fino all’ultimo, finché non sarò io stesso ucciso o imprigionato. Li ucciderò finché vivrò… Putin è stupendo. Pensa più alla Cecenia che a qualsiasi altra repubblica. Quando mio padre fu assassinato, lui venne e andò di persona al cimitero. Putin ha fermato la guerra. Putin dovrebbe essere nominato presidente a vita. È necessaria una regola forte. La democrazia è tutto tranne che un’invenzione americana… i russi non obbediscono mai alle loro leggi. Tutti stavano rubando e solo Chodorkovskij è in prigione”. Da allora, la sua carriera è stata geometricamente inarrestabile: vice primo ministro, primo ministro, presidente della repubblica. Fino ad essere da qualcuno annoverato addirittura come “papabile” alla massima poltrona del Cremlino per un ipotetico, traumatico dopo Putin (sarebbe proprio una svolta pacifica e “tranquillizzante per i mercati”, ah ah ah…). Kadyrov non ha neanche disdegnato la presidenza di una squadra di calcio.
Nemico giurato di ONG e qualunque associazione per i diritti umani che lo hanno accusato e riaccusato di torture (suo bersaglio prediletto dopo la congrega degli assassini del padre, parrebbe, gli omosessuali). Secondo voci diffuse dalla Novaja Gazeta e rilanciate da Amnesty international (se non sbaglio la N. Gazeta questa estate ha chiuso l’attività), in Cecenia opererebbe addirittura un campo di concentramento per omosessuali. Anche se Kadyrov, con la sua particolare dialettica, smentirebbe l’esistenza in Cecenia di tali persone: “Se in Cecenia ci fossero persone così, le forze dell’ordine non avrebbero nessun problema con loro perché sarebbero i parenti stessi a mandarli a quell’indirizzo dal quale non si ritorna”.
Nella “operazione speciale”, non si sa quanto e dove effettivamente presente, si è schierato dalla parte dei sostenitori dell’impegno più duro e determinato, fino a propugnare la “soluzione finale” di qualche atomica tattica.I miliziani ceceni, ove presenti, sono un osso durissimo per le forze di Kiev: specie sul fronte di Mariupol, ci hanno dato davvero sotto.
E l’inflessibilità, almeno anche se certo non solo, verbale e concettuale, al buon Ramzan non manca: ultimo pugno allo stomaco dei benpensanti occidentali, ma anche dei russi più tiepidi e imboscati, l’annuncio che “presto” tre suoi figli maschi rispettivamente di quattordici, quindici e sedici anni, saranno spediti al fronte sulla linea più impegnata. Entusiasta padre di “bambini soldato.”
Cosa dire? Ognuno si faccia la propria idea: di sicuro, se almeno la metà dei generali o proconsoli vari di Putin fossero dei Kadyrov, le cose al rimo girerebbero diversamente.
Un mostro? Un pazzo? Mah: e degli eurocrati o di Biden che ritengono l’aborto uno dei principali “diritti umani”, cosa pensare? Suvvia, un po’ di sano relativismo…..
A. Martino
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