UN MESE FA IL MARTIRIO DI DARYA DUGINA
Tra il terrore delle bollette (dopo la “pandemia”, la “guerra”, il “cambiamento climatico”) passando per l’inevitabile veleno pro forma della campagna elettorale senza dimenticare l’improvvisa stranissima ondata monarchica globale della “morte della regina” (anche tra gli strarepubblicani come i francesi o gli americani), il sottoscritto non ha affatto dimenticato il mese dalla vile uccisione della professoressa Darya Dugina.
Costei è stata definita in modo infame da qualcuno, persino “promotrice della guerra in Ucraina”, “una che se l’ è voluta dato che chi semina vento raccoglie tempesta”, e cretinate varie.
La realtà è che si è voluto uccidere una delle migliori menti del patriottismo e della rinascita russa antiglobalista, e colpire l’ancora più eminente genitore professor Aleksandr Dugin, che anzi potrebbe essere il vero obiettivo dell’attentato. Questo crimine (a dir poco vile) porta chiaramente la firma dei servizi segreti ucraini od occidentali; ed anche se l’esecutore fosse una quinta colonna russa, sarebbe funzionale a palesi obiettivi di destabilizzazione della Russia.
Darya disse che in Europa oggi si confrontano in battaglia due diverse visioni: il Nulla e l’Uomo.
Noi, ovviamente, sappiamo fin troppo bene con chi stare. E non dimenticheremo mai il sacrificio di Darya Dugina per mano di qualche sbirro globale.
A. Martino
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