“POVERA PATRIA SCHIACCIATA … (DA) GENTE INFAME CHE NON SA COS’E’ IL PUDORE”
<< … Si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene … Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni … Questo Paese è devastato dal dolore … Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali? Nel fango affonda lo stivale dei maiali >>. Queste sono solo alcune delle parole usate da Franco Battiato, nel 1991, per scrivere la sua “Povera Patria”, un brano che, ahimè, è ancora di grandissima attualità perché – passi per Macron, che giustamente tenta di difendere i suoi interessi e che quindi in virtù di ciò d fa convocare il nostro Ambasciatore a Parigi presso il Ministero degli Esteri d’oltralpe per chiedere spiegazioni rispetto alle dichiarazioni anticolonialiste di Di Maio, ma – sentire, prima, Matteo Renzi (PD) affermare che: << Il loro bisogno di crearsi nemici sta ridicolizzando 70 anni di politica estera italiana >> e poi leggere Giorgio Mulè (FI) su facebook postare: << … mi aspetto dalla kermesse odierna dei 5Stelle l’invito a smascherare un’altra gigantesca ingiustizia planetaria: vanno rivisti i criteri della rotazione del sole (o della terra?) imposti dagli Usa per permettere agli Stati africani un uso più intensivo dell’energia solare>>, francamente mi deprime e mi fa gridare all’alto tradimento!
Infatti, non fu forse, nel 2011, Giuliano Ferrara, nel ottobre a Roma e nel novembre a Milano, a manifestare contro il Presidente Sarkozy e le sue presunte “ingerenze neocolonialiste francesi” riguardo il nostro Paese? Allora tutto il partito di Forza Italia, compatto, sposò le tesi del Direttore de “il Foglio”, cos’è cambiato, dunque, rispetto a ieri? Forse che la Francia ha mutato la propria politica estera? No di certo, ed allora molto più semplicemente sono solo cambiati i vertici a Palazzo Chigi.
Matteo Renzi, poi, non è lo stesso che non è mai salito in Parlamento per rispondere all’interrogazione dell’allora Onorevole regionalista Mauro Pili, che nel febbraio del 2016 presentò un’interrogazione scritta per avere informazioni riguardo la volontà, dell’allora esecutivo renziano, di voler ratificare il trattato di Caen che prevedeva la cessione alla Francia, da parte dello Stato italiano, di circa 316 kmq di “acque territoriali”?
Dunque, di che cosa stiamo parlando? Evidentemente abbiamo all’interno delle massime istituzioni italiane dei soggetti che più che difendere gli interessi nazionali perseguono, quando va bene, le contingenze degli amici e quando va male, addirittura, gli interessi delle potenze straniere.
Ora, che, sia la Francia che la Gran Bretagna, tra il XVII ed il XX secolo hanno rispettivamente e letteralmente dominato, nonché sfruttato in maniera vampiresca, 1/10 ed ¼ delle terre emerse è un dato di fatto storicamente e matematicamente incontrovertibile e che in Africa, la Francia, continui a dominare in maniera indiretta Paesi come il Camerun, Ciad, Mali, Niger, Repubblica Centroafricana, Repubblica del Congo e Senegal è altrettanto acclarato, quindi perché l’Eliseo dovrebbe risentirsi se un altro Paese europeo, come l’Italia, gli fa notare questa cosa?
Semmai dovrebbe essere Parigi a vergognarsi per tutto quanto fatto e quindi dovrebbe, anziché convocare il nostro Ambasciatore, provvedere a sanare da se stessa una situazione che, all’anno 2019, potrebbe risultare veramente inopportuna ed odiosa per tutto il genere umano.
In altri termini la povertà degli africani ha una causa, e non è certo da addebitare esclusivamente al cambiamento del clima, o ad un impersonale quanto aleatorio occidente … a meno che non vogliamo dare la stessa responsabilità coloniale dei francesi, degli inglesi piuttosto che dei belgi, ad europei come i rumeni, o gli albanesi o ai serbi che, poverini, di colonie non ne hanno mai avute.
In questo senso, alle soglie del XXI secolo, anche la Cina, in Africa ha delle grosse responsabilità, ergo chi più prende più deve ridare, quindi se Parigi e Pechino sono quelli che più influenzano l’esodo africano è giusto che siano anche quelli che maggiormente devono contribuire al vivere dignitoso di quelle popolazioni.
Ed invece no, vogliamo continuare con questo segreto di pulcinella non capendo però che, alla fine, presto o tardi, con il popolo ci si sbatte sempre il grugno e se si vuole ovviare al peggio chi ha responsabilità deve farsene carico, non mistificare.
È infatti nel segno della mistificazione e della autoconservazione che deve essere letto il Trattato di Aquisgrana appena sottoscritto dalla Merkel e Macron.
Un documento che sancisce, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la vera natura di questa Europa, da me denunciata più e più volte attraverso il mio libro “AL DI LA’ DEL PREGIUDIZIO – saggio sul perché l’Italia per rinascere debba tassativamente: Uscire dall’Unione Europea; Uscire dall’Euro; Uscire dalla NATO; Allearsi alla Russia di Putin”.
Questa Europa è nata, fin dal lontano 1951, con l’esclusivo scopo di evitare una nuova guerra tra la Francia e la Germania e perseguire quindi gli interessi economici di entrambi i Paesi con un Con-Dominio sul vecchio continente, il resto erano e sono solo, chiacchiere per rendere più digeribile la pillola agli altri partner, in primis l’Italia.
Ad Aquisgrana, vecchia capitale carolingia, si è vergognosamente riesumata la ottocentesca Santa Alleanza e nel mirino di questo sistema politico, come allora, ci sono i nascenti nazionalismi che oggi vengono però più edulcoratamente definiti sovranismi.
È perciò compito, di ogni buon Stato sovranista, lottare con ogni mezzo per far si che ogni Nazione possa esprimere liberamente le proprie aspirazioni e definire il proprio destino.
In tal senso, al di là delle condanne dell’Esecutivo Giallo/Verde al Franco CFA non sarebbe una cattiva azione ordinare il rimpatrio totale delle nostre truppe dal Niger visto che, i nostri soldati lì, oggi letteralmente coprono solo le spalle all’esercito francese.
Delle due deve essere necessariamente l’una: o i francesi di Macron abbandonano l’area o ce ne andiamo noi!
Lorenzo Valloreja
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