Il bipolarismo italiano resta scarsamente apprezzato e promosso da quelli che dovrebbero essere i diretti interessati, vale a dire gli elettori.

E il “moderatismo” (ovvero il recepimento senza se e senza ma) del mondialismo e dell’europeismo, neanche tira tanto, a considerare certi sondaggi preelettorali.

Mi pare molto interessante quello di Money.it, che qui riproduciamo.

In esso, Fratelli d’Italia è accreditato a ben il 36%, a fronte del Partito democratico e di M5S sostanzialmente equivalenti sul 16-17 %. Ciò significa che il grillismo in versione contiana non condannerebbe affatto il Movimento alla sostanziale scomparsa, e nemmeno significa che il Centro-destra avrebbe in pugno tranquillamente, tutti i numeri necessari per governare. Giacché l’exploit della formazione postmissina della Meloni rastrella gran parte dei suoi voti dall’ex bacino elettorale leghista, condannando la Lega a un magro 7% . E Forza Italia sarebbe su valori davvero minimali (3%).

Tutto il resto della galassia più o meno di sinistra anche se molto eterogenea (da Di Maio e Calenda fino a Insieme per il futuro di Di Maio), nel suo complesso, aiuterebbe il PD più dei deboli alleati della Meloni.

Molto interessante il dato dell’ipotetico exploit di Italexit del senatore ex 5 stelle Paragone, già presente in parlamento ma certo alla prima grande prova elettorale. Potrebbe essere vincente (e per noi molto interessante) la scelta, che pare trapelare dalle liste non ancora ufficiali, di un rassemblement del Dissenso, da Stefano Puzzer alla radiata funzionaria di polizia “Nandra” Schilirò.

Molto significativo anche ben l’ 11% dei disposti a votare “altri”, che nell’ambito della campagna elettorale potrebbero essere motivati a sostenere Italexit.    

A. Martino