ALEXANDR DUGIN: IL MONDIALISMO TENTA IL GRANDE RESET, MA IL “GRANDE RISVEGLIO” E’ GIA’ TRA NOI.

Alexandr Dugin, ormai, per i lettori de L’ Ortis, non necessita più di presentazione alcuna. Tra i suoi interventi in pillole, sintetici all’estremo di ben più corposi ragionamenti per forum, interviste, libri e riviste etc., mi sembra che questo degli ultimi giorni sia particolarmente interessante.

Dugin è stato definito da qualcuno del main stream il “pensatore più pericoloso del mondo”: una vera esagerazione e persino sovravalutazione, come se il Pensiero (non Unico, ovviamente) fosse un’arma: e se lo fosse, o lo fosse stato? Probabile, ma ho grossi dubbi circa la abbattibilità della lobotomizzazione delle masse occidentali. E’anche vero però, che le argomentazioni di Dugin sono sempre stringenti e razionalissime, con una straordinaria capacità di sintesi storica: se ne può dissentire più per partito preso e avversione ideologica, che per reali motivazioni filosofiche.

In questo post su Facebook il “guru” russo, con gramsciana lucidità e acutezza di lettura della realtà, capovolge letteralmente il concetto di “valori occidentali” che nella loro reale narrazione e propagazione nulla hanno più di radici greco-romane: distruggere i cosiddetti valori occidentali, quindi, per rilanciare proprio il vero Occidente.

Grande Risveglio contro Grande Reset. Mi conforta e sprona, constatare che la mia visione contenuta nell’articolo QUESTA NON E’ PIU’ UNA TERRA DA LICEO CLASSICO. EDUCA A PENSARE TROPPO, RAFFORZA IDENTITA’ PERSONALE E NAZIONALE, CONSEGNA LA TRADIZIONE. del 9 luglio, è condivisa da ben più autorevole intellettuale. Ecco cosa dice Dugin:” La modernità non è occidentale. È una malattia, una malattia moderna che uccide l’identità occidentale. E non è un nemico umano a causare questa malattia: è causata da un cambiamento nel registro dell’esistenza.

Dobbiamo farla finita con il capitalismo, la modernità occidentale, il materialismo, la scienza moderna, tutti i tipi di frutti politici, culturali e filosofici della modernità; questo non è nichilismo, affatto, perché spegnendo la modernità, saremo in grado di percepire l’enorme patrimonio della cultura greco-romana (che ora è cancellato… o sta per essere radicalmente cancellato). Scopriremo le radici dell’identità occidentale: le radici spirituali, religiose, filosofiche, politiche – non questo tipo di deviazione e perversione con cui abbiamo a che fare attraverso la modernità politica.

Non solo il mondo dovrebbe essere decolonizzato, ma l’Occidente stesso dovrebbe essere decolonizzato e restituito alla sua vera dignità, come una grande civiltà tra le altre grandi civiltà”.

A. Martino

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