L’IO L’AVEVO DETTO PUO’ RISULTARE SEMPRE UN PO’ ANTIPATICO MA, IN QUESTO CASO, E’ PIU’ CHE MAI LEGITTIMO!

Ultimamente tutti, ma proprio tutti i politici italiani, si stanno accorgendo dell’esistenza del Franco CFA meglio noto al grande pubblico come Franco delle Colonie Francesi d’Africa, ma di questa valuta, che crea immensi problemi alle popolazioni indigene, il sottoscritto se n’è appositamente occupato, per primo, ben 3 anni fà, quando, nell’ultima stesura nel suo ultimo libro intitolato: “AL DI LA’ DEL PREGIUDIZIO – saggio sul perché l’Italia per rinascere debba tassativamente: Uscire dall’Unione Europea; Uscire dall’Euro; Uscire dalla NATO; Allearsi alla Russia di Putin”, nessuno, ancora, sembrava volersene fregare.

Infatti, nel terzo capitolo, a pagina 228, scrissi: << … Parigi è riuscita, dal 1945 fino ai giorni nostri, a mantenere un predominio monetario presso la maggioranza delle sue ex colonie attraverso l’imposizione nei vecchi domini africani di una moneta comune denominata, un tempo, Franco delle Colonie Francesi d’Africa, oggi, Franco della Comunità Finanziaria dell’Africa e nell’Oceania del Franco Pacifico. Ora, al di là della denominazione più o meno fantasiosa, entrambe le divise hanno le seguenti caratteristiche: un tipo di cambio fisso rispetto al Franco Francese (oggi con l’Euro), piena convertibilità delle valute con l’Euro garantita dal Tesoro francese; fondo comune di riserva  di moneta estera a cui partecipano tutti i Paesi e che deve essere necessariamente depositato presso il Tesoro francese; partecipazione delle autorità francesi nella definizione delle politiche monetarie delle Nazioni coinvolte. Insomma la Francia così come l’Inghilterra, alla faccia della decolonizzazione, hanno continuato ad esercitare, su questi territori, il predominio più assoluto ma non bisogna neanche mai dimenticare che questi due Paesi la guerra l’avevano vinta >>.

Noi, invece, la Seconda Guerra Mondiale l’abbiamo persa, ma non come la Germania, che è stata sconfitta da protagonista, quanto come se fossimo stati delle misere comparse, ed ecco perché, in Europa, difficilmente veniamo considerati: la Francia e la Germania, al contrario, possono, sia in ambito UE che internazionale, fare letteralmente quello che vogliono e questo, per quel che ci riguarda, non è più tollerabile!

Certo, come ho anche detto a pagina 58 del primo capitolo del sopracitato libro: << Con la caduta del regime di Gheddafi la stragrande maggioranza degli interessi italiani in Libia sono andati letteralmente in fumo non solo a causa dell’atteggiamento egoistico della Francia ma anche di tutti gli altri nostri alleati, perché è bene ribadirlo, in questa Unione Europea nata per tutelare gli interessi franco-tedeschi, ogni Paese bada per se stesso e nessuno si cura dell’altro >>. Ed ancora: << Se si ha ben presente il concetto fin qui espresso ecco che allora alcune normative europee che oggi fanno sorridere la stragrande maggioranza della gente comune, perché considerate solo simbolo della pedanteria e inutilità della burocrazia europea, di colpo si rivelano per quel che in realtà sono, cioè espedienti subdoli per tutelare gli interessi delle ex potenze coloniali anglo-francesi. Quando l’UE, ad esempio, impose con il regolamento n°2257 del 1994 che: “la banana non può essere considerata una banana se non è lunga almeno 14 cm … a meno che non sia stata prodotta a Madera, nelle Azzorre, in Algarve, a Creta o in Laconia” lo fece non perché fosse in vena di scherzi o di rendersi ridicola ma perché con questa normativa voleva e vuole favorire l’importazione di questo frutto dai cosiddetti paesi facenti parte l’ACP, cioè tutti quei Paesi in via di sviluppo che furono ex colonie delle Nazioni aderenti all’UE che oggi godono di un regime di partenariato speciale con l’Unione Europea >>.

Ebbene, da circa cinquant’anni, queste ex colonie, in ragione del Franco CFA, prima, e dello sfruttamento agricolo, poi, vedono i propri cittadini derubati delle proprie ricchezze nell’immediato e defraudati del proprio destino in seconda battuta, eppure, nella civilissima Europa, mai nessuno ha mosso un dito per fermare tanta barbarie.

E, come se non bastasse, in preda a tanta disperazione economica, le genti d’Africa saranno spinte, sempre di più, ad emigrare in massa verso le coste italiane.

Che bel regalo che ci hanno fatto i nostri cugini d’Oltralpe … non c’è veramente che dire se non quello di voler e dover, manifestare, con quanta più forza possiamo, la nostra contrarietà a questa Europa che, è bene ricordarlo qualora ce ne fosse bisogno, non ha nessuna ragione di esistere, anche perché essa è composta da tutti Paesi che hanno, o pretendono di avere, le medesime “sfere d’influenza” in Africa, così come in ogni altro luogo .

In altri termini l’Italia farebbe molto meglio a trattare con Paesi apparentemente lontani come la Russia piuttosto che con dei vicini così molesti e sfruttatori come la Francia di Macron.

Lorenzo Valloreja

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