L’ UNIONE EUROPEA FISSA PER IL 2035 L’ESECUZIONE DELLA CONDANNA A MORTE PER L’INDUSTRIA AUTOMOBLISTICA E MOTORISTICA
Alla fine, niente da fare. Nel 2035 sarà impossibile circolare nel territorio della Unione europea con veicoli diesel o a benzina o a metano o a GPL o non so cos’altro possibile, come anche ibridi. Sarà tassativamente richiesta la condizione di “0 emissioni”: tradotto in soldoni, se vorrai possedere un’automobile, essa dovrà essere rigorosamente e inderogabilmente alimentata ad elettricità. Il progetto Fit for 55 sancirà la fine di quasi un secolo e mezzo di motorizzazione a scoppio, o endotermica che dire si voglia. Si potrà arrivare anche a motori Euro 7 o 10, o 20; o magari a combustibili alternativi ad altissima pulizia, ma non cambierà un tubo.
La settimana scorsa, sono caduti gli ultimi tentativi di rinegoziazione e rinvio presso le più alte istanze europee (o eurocratiche, fate voi).
E’ un po’ come la morte annunciata della lira o del franco francese o belga o del marco tedesco etc. , anche se gli anni di margine sono decisamente di più. E tali da far sperare ai soliti eurottimisti non so che ripensamento o modifica. Questi signori come il buon ministro Cingolani ignorano o ne fanno finta, quanto l’eurocrazia sia determinata e inflessibile, se si tratta di demolire “rendite di posizione” (ovvero tranquillità economica di sistema), o di “promuovere la sostenibilità” (ovvero di distruggere produttività dietro paraventi ideologici).
Giacché solo di ideologia ambientalista allo stato puro si tratta, riguardo a questo incredibile salto nel buio dalle imponderabili conseguenze economiche e sociali. Nessun commentatore, dico nessuno, se ne è detto entusiasta; diversi invece preoccupati, ed altrettanti scandalizzati. Tutti, però, praticamente rassegnati e dolcemente consolati dal solito mantra: ce lo chiede l’Europa. L’industria motoristica tedesca si trova in una specie di “braccio della morte”, in attesa della sua esecuzione come di una improbabile grazia (morire sperando sarà da gonzi, ma anche è vero che non costa nulla). E ciò le capita in un momento in cui, nonostante il rigoroso silenzio dei media, sappiamo da fonti autorevoli che il gruppo Volkswagen (Audi, Skoda, Volkswagen), soffre enormemente nelle sue delocalizzazioni produttive a Mariupol.
E le superstiti fabbriche italiane multinazionalizzate di quella che fu la Fiat, beh, lasciamo perdere.
In quanto alle due ruote, altro velo pietoso: un mondo ormai orientato ai patetici scooterini municipali a noleggio. Che futuro credete che possa avere una motocicletta tale definibile? Ducati o Benelli ma anche Honda o Suzuki o Harley saranno solo nomi di icone mnemoniche di una lunga epoca di libertà e saper vivere.
Ma lasciamo perdere anche nostalgia e polemiche. Quattro mi sembrano i punti denotanti il profondo abbaglio (nel migliore dei casi) di questa incredibile decisione, che ridefinisco puramente ideologica.
- Le estati non smetteranno di essere sempre più calde e secche e gli inverni sempre più miti e quasi altrettanto non piovosi, grazie alla distruzione dell’industria automobilistica europea. Non è questo che indurrà i famigerati anticicloni africani a starsene non oltre Tripoli o Tunisi, o l’anticlone delle Azzorre a starsene a cuccia sull’Atlantico.
- Come accennato, Cina o USA o l’innominabile Russia o qualunque altro stato guidato da sani di mente non sognano, neanche nei loro peggiori incubi, una simile follia economica
- A proposito di Cina: la produzione di componentistiche base come le batterie e l’accaparramento dei necessari minerali è, e resterà, saldamente tra mani pechinesi. Un immenso regalo alla Cina è stato fatto.
- Le beneamate “elettriche” costano tanto, impossibile per l’uomo medio puntare a qualcosa più di una debole utilitaria. In una sorta di reazionario “ritorno al futuro”, l’automobile tornerà ad essere un lusso, costoso come ogni lusso. Il popolaccio qualunquista e sempre scontento la smetterà di andarsene in giro per il Vecchio Continente, in vacanza o per affari o magari a donnine; ogni suo spostamento sarà rigorosamente tracciato, e tendenzialmente limitato, tramite biglietti ferroviari o di autolinee (sempre più cari) ovviamente acquistabili solo tramite carte di credito o debito.
Ma che conferma di belle prospettive, per noi e per i nostri figli: e poi dicono che si deve andare a votare, ovviamente per lor signori. Impossibile dire ulteriormente quello che penso.
A. Martino
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