NELLA GUERRA IN UCRAINA VIGE “L’OCCHIO PER OCCHIO” E LA RUSSIA E’ IN VATAGGIO, ANCHE SU QUESTO, PER TRE CONDANNE A MORTE AD UN ERGASTOLO
Esattamente un mese fa, a Kiev si teneva il primo processo “farsa” ad un militare russo per crimini di guerra.
Usiamo il termine “farsa” perché, nella storia dell’umanità, è stata la prima volta che un militare sia processato, a guerra ancora in corso, per crimini commessi in zona d’operazione.
Comunque sia, ad andare alla sbarra, in questa circostanza, è stato il 21enne sergente russo Vadim Shysimarin, il quale, pare senza problema alcuno, si è dichiarato colpevole.
In base alla ricostruzione dell’accusa, il sottufficiale di Putin ha ucciso, a colpi di fucile AK-74, un civile disarmato che era in bicicletta e parlava al telefono. Per ciò che ha fatto, il 21enne, ora, rischia l’ergastolo.
Ma al di là della condanna o meno, il caso Shysimarin, è servito principalmente a Zelensky per dimostrare ai propri cittadini ed al mondo intero, che coloro i quali hanno: invaso, distrutto e saccheggiato, l’Ucraina, non la faranno franca.
Ora, se a livello di comunicativo questa scelta è sicuramente vincente mi sembra alquanto dilettantesco da parte di Kiev e soprattutto della Casa Bianca, non aver considerato il fatto che Mosca avrebbe risposto a questa provocazione in maniera a dir poco simmetrica se non esemplare.
Così siamo giunti, in queste ore, alla condanna a morte di 2 cittadini britannici ed uno marocchino, che si erano arruolati nelle brigate internazionali e che sono stati presi prigionieri in quel di Mariupol.
Immediate sono giunte le proteste di Downing Street che, tanto per cambiare, considera l’operato del Cremlino biasimabile a prescindere, perché, in nome del più spinto relativismo, l’occidente è sempre dalla parte della ragione ed ha immancabilmente la verità in pugno.
Fatto sta che i tre malcapitati hanno solo un mese di tempo per produrre richiesta d’appello, diversamente il cappio potrebbe stringersi seriamente intorno ai loro colli.
Putin aveva avvertito fin dal primo giorno di Guerra che gli stranieri trovati a combattere contro Mosca, in terra ucraina, avrebbero ricevuto un trattamento diverso dagli altri prigionieri, ma, come al solito, la nostra boria ci ha impedito di comprendere quanto i russi facessero sul serio.
Ora se i sovrani di Gran Bretagna e Marocco vorranno salvare la vita ai loro sudditi devono solo sperare che, la Repubblica di Donetsk, entità statuale che ha sentenziato la pena di morte, si accontenti di un eventuale assoluzione del sergente Shysimarin … diversamente, altro che trattative, andremo sempre più incontro alla legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente!”
Lorenzo Valloreja
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