GLI ULTIMI FOTOGRAMMI

Voglio raccontare un fatto che mi accadde molti anni fa. Mi trovavo alla guida della mia autovettura per le strade della mia città quando, imboccando un lungo rettilineo, mi trovai davanti a me una vecchia “Vespa” guidata da un uomo molto anziano. Quasi subito notai che inspiegabilmente il mezzo sbandava a destra e a sinistra e  procedeva a zig-zag. Vedendo la difficoltà della situazione decisi subito di superarlo ma quando mi accinsi ad eseguire il sorpasso vidi l’uomo a bordo del motociclo che stava per tagliarmi la strada pericolosamente. Al che il sottoscritto azionò subitamente il clacson per avvertire il conducente della “Vespa“ del pericolo imminente. Purtroppo l’improvviso suono del clacson spaventò l’uomo che perse il controllo del mezzo facendolo cadere rovinosamente sull’asfalto.

In seguito a ciò fermai immediatamente l’autovettura ed uscii velocemente dall’abitacolo per prestare i primi soccorsi. Ma con mio grande stupore vidi arrivare minacciosamente verso di me i conducenti delle autovetture che erano dietro di me e che anche loro avevano fermato per soccorrere il malcapitato.

In pratica il sottoscritto si trovò catapultato in un racconto kafkiano, poiché i conducenti delle altre autovetture mi accusarono di aver speronato l’anziano guidatore! E anzi, pur non avendolo minimamente sfiorato, essi si presentarono a quest’ultimo dicendogli che “Avevano visto tutto” ed erano pronti a testimoniare che fui io ad investirlo! A nulla valse la mia versione dei fatti. I sedicenti “testimoni oculari” furono irremovibili nelle loro certezze.

Perchè ho voluto raccontare questo fatto? Per dimostrare di come la Verità dei fatti possa essere travisata o distorta a seconda della prospettiva dalla quale la si osservi o dai pregiudizi mentali. Infatti mettiamoci nei panni di tutti quei guidatori che si trovavano dietro la mia autovettura. Hanno visto sicuramente un motociclo che mi precedeva e che ad un certo punto è rovinato sulla strada. Poi si è anche innescata una subitanea empatia nei confronti del povero anziano e, di contro, un profondo biasimo nei confronti del giovane ventenne alla guida dell’auto (il sottoscritto) poiché, si sà, i “giovani sono spericolati” e “non hanno rispetto per il prossimo”.

Immaginiamo ora di accendere la TV e di vedere un film che sta volgendo alla fine. In questi ultimi fotogrammi si vede un uomo in piedi che punta la pistola alla testa di un altro uomo in ginocchio, piagnucolante e che implora l’altro di non ucciderlo. A meno che non soffriamo di gravi problemi di anafettività saremo tutti portati a provare immediatamente empatia per l’uomo in ginocchio. Però questo giudizio cambierà sicuramente se, andando a visionare il film dall’inizio, scoprissimo che l’uomo in ginocchio è in realtà uno spietato serial killer che ha violentato e ucciso la moglie e la figlia dell’uomo con la pistola.

Ho voluto fare questi due esempi perchè le dinamiche di cui sopra mi pare si siano riproposte esattamente riguardo il conflitto che si sta consumando nell’est dell’Europa.

Mi pare infatti fuor di dubbio che in Italia, come in gran parte del mondo, molti uomini non abbiano la men che minima percezione di ciò che stia accadendo realmente in Ucraina ma si facciano guidare docilmente dai sedicenti “Professionisti dell’informazione”, come già accaduto per la cosiddetta “pandemia”. E similmente alla pandemia vediamo come intorno al conflitto nel Donbass sia stato imbastito, dai media mainstream, uno storytelling a senso unico nel quale esistono due blocchi ben definiti e distinti tra loro: i Buoni e i Cattivi, in puro stile hollywoodiano. E chiunque provi solo minimamente a nutrire qualche perplessità riguardo i cosiddetti Buoni sarà immediatamente censurato e annichilito.

Quindi vediamo di come una larga fetta della popolazione mondiale, e italiana in primis, veda il conflitto in atto solo da un’unica prospettiva e cioè la prospettiva della propaganda ucraina. Ora è un dato di fatto che tutte le nazioni, nessuna esclusa, si affidino alla propaganda per tirare acqua al proprio mulino, soprattutto in tempo di guerra. Perciò non siamo così ingenui da pensare che la Russia non utilizzi i mass media pro domo sua. Però ritengo che se si desse spazio anche al punto di vista dei russi molto probabilmente tanti uomini avrebbero una visione del conflitto in atto molto più attinente alla realtà. È come la visione in 3D. Se noi fissiamo un oggetto solo con l’occhio sinistro o solo con l’occhio destro avremo una visione bidimensionale dell’oggetto in questione. E anzi noteremo che la prospettiva cambia da un occhio all’altro. E quindi solo utilizzando entrambi gli occhi, e sommando le diverse prospettive, otterremo una completa visione tridimensionale dell’oggetto.

Ma la narrazione riguardante la guerra russo-ucraina viene inquinata anche dal fatto che tale conflitto non è altro che un “film” che va in onda da ben otto anni ma di cui ci hanno mostrato solo gli ultimi fotogrammi, come detto prima. E a causa di ciò il cosiddetto “uomo della strada”, distratto e superficiale, sarà portato a credere che Vladimir Putin sia un dittatore pazzo e sanguinario, assetato di potere alla stregua di Saddam Hussein e Gheddafi, e che abbia invaso la “buona” Ucraina senza alcun motivo apparente. Mentre le motivazioni dell’intervento militare russo sono molteplici e grandi come un palazzo. Però se ci si limita alla semplificazione infantile Buoni Vs. Cattivi dataci in pasto dall’informazione (?) globale non riusciremo ad andare oltre il pensiero limitante e tranchant che sintetizza il conflitto attuale come un paese che invade e un paese che è stato invaso. Stop. Senza porsi la domanda di chi realmente abbia innescato questa situazione esplosiva. E a dimostrazione di ciò basta vedere i sedicenti “programmi di approfondimento” (sic!) o ascoltare gli avventori di un qualsiasi bar per capire di come tante persone si aggrappino con tutte le proprie forze agli ultimi fotogrammi di cui sopra e si rifiutino pervicacemente e ottusamente di visionare l’ipotetico film dall’inizio. Quante volte ho sentito dire da più parti: “Putin ha invaso l’Ucraina. Ciò mi basta!” E chiunque provi a contestualizzare la guerra in Ucraina e a dare un minimo di giustificazione all’intervento russo sarà automaticamente tacciato di intelligenza col nemico. Senza se e senza ma.

Quindi in tale clima di aridità intellettiva mi pare più attuale che mai il noto adagio secondo cui “Quando l’uomo saggio indica la luna, l’uomo stolto guarda il dito”.

Alessio Paolo Morrone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *