PACIFICI E SERENI RAPPORTI A MARIUPOL TRA I CIVILI E I MILITARI RUSSI. PER I PRIMI, FINE DELLA TRAGICA ESPERIENZA DA SCUDI UMANI?
Era ora che dalle forze russe fuoriuscisse un minimo di documentate pubbliche relazioni (dette anche propaganda). Specialmente perché questa “propaganda” mi sembra attendibile e veritiera, quanto meno per la evidente non costruzione delle scene dei filmati (in cui compaiono non quattro gatti ma numerosi civili di ogni età e sesso).
Non mi sembra che almeno a Mariupol siano in atto fraternizzazioni, ma di certo mi sembra documentato, da entrambe le parti, uno sforzo di reciproci rispetto e accettazione della situazione di fatto.
Oltre infatti a documentare una ordinata quanto massiccia fila dinanzi ai camion trasportanti generi alimentari distribuiti senza nervosismo ed eccessiva diffidenza dai militari moscoviti, e un andirivieni degli ucraini intenti a riprendere uno straccio di vita normale tra le macerie, si intuiscono non solo risate innocenti di bambini, ma anche commenti a bassa voce probabilmente per nulla amorevoli verso gli occupanti. Il che è normale, sacrosanto e fisiologico in una situazione del genere, pur sempre tragica anche se con l’irreparabile sperabilmente alle spalle. I russi dei posti di blocco obbligano gli uomini a spogliarsi: imposizione apparentemente bizzarra e spiacevole per le temperature da quelle parti, ma secondo gli uomini della Z necessaria per individuare tatuaggi più o meno nazisti da Battaglione Azov (la loro vera e propria bestia nera).
Tutto lo scenario mi induce a delle elementari domande.
Ma i civili di Mariupol non erano stati tutti sterminati, votati come erano al martirio per l’ Ucraina (o Zelensky?).
Gli ucraini maschi, validi e in età tra diciotto e sessanta anni, non dovrebbero essere tutti in armi? Forse, ci sono molti disertori o renitenti alla leva?
A proposito dei bambini: ce ne sono ancora a quanto pare, grazie a Dio, sul suolo ucraino con le loro famiglie?
Questi rapporti, certo non idilliaci ma sereni, tra occupanti e civili ucraini, non cozzano contro la narrazione del “genocidio”?
Forse, in tutta l’ Ucraina, le sofferenze della popolazione civile, sono imputabili non solo alla scelta russa della via militare, ma anche all’ assoluta noncuranza per le sofferenze dei cittadini, che la guerra per procura occidentale fino all’ultimo uomo e all’ultima cartuccia a costoro comporta?
A. Martino
Lascia un commento