L’ITALIA TORNA AD ESSERE COOBELLIGERANTE
Il Presidente dell’Associazione degli italiani amici della Russia, Lorenzo Valloreja – in riferimento al discorso dell’altro giorno di Zelensky al Parlamento italiano ed al vertice odierno della NATO a Bruxelles al quale ha partecipato anche il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che sarà impegnato anche nel pomeriggio, sempre in Belgio, per il G7 – si è sentito in dovere di rilasciare la seguente dichiarazione:
<< Il Presidente Draghi – uomo preparatissimo e di indiscussa fama, ma, ricordiamolo, non eletto da nessuno, in quanto nominato dal Presidente Mattarella per gestire la situazione pandemica e non le crisi internazionali, nonostante l’assenza di oltre 300 parlamentari durante il discorso alle Camere del leader ucraino, Volodymyr Zelensky – sembra aver fatto nuovamente il passo più lungo della propria gamba.
Infatti, la prima volta che Super Mario ha avocato a se scelte che politicamente non gli competevano fu nel novembre del 2021 quando, sottoscrivendo il “Trattato del Quirinale”, delegò praticamente l’Eliseo alla gestione della nostra politica estera; e la seconda volta è stata con il discorso dell’altro giorno al Parlamento nel quale con le affermazioni “L’arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all’esercito invasore … La resistenza … di tutti i luoghi su cui si abbatte la ferocia del Presidente Putin è eroica … L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea … dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza …” ha praticamente trasformato la posizione dell’Italia, nei confronti di Mosca, da critica a cobelligerante con Kiev senza che il Governo di quest’ultima, tra l’altro, ce lo chiedesse.
Anzi, per onestà intellettuale, dobbiamo ammettere che il discorso di Zelensky agli italiani è stato stranamente moderato, infatti non ci è stato chiesto né l’applicazione della No Fly Zone, né tantomeno l’invio di armi, ma Draghi è voluto essere più ucraino degli ucraini e questo, francamente, mi lascia alquanto esterrefatto.
Ma come??? Questo Paese non ha mai inviato armi al Governo di Serraj, nostro alleato in Libia, la dove avevamo veramente degli enormi interessi e la dove ci è stata fatta a più riprese richiesta ed oggi, con enorme superficialità, andiamo ad armare un popolo che, piaccia o non piaccia, proprio in virtù di queste armi, sarà certamente schiacciato e sottomesso dalla soverchiante potenza russa.
Questa guerra infatti, non so se si è compreso, serve a molti, ma non certo, né agli ucraini, né tanto meno, agli italiani:
- Serve alla Russia per:
- Mantenere la NATO fuori dall’Ucraina e lontana dai propri confini;
- Porre fine all’annosa questione della Crimea e del Donbass;
- Garantire i diritti dei cittadini russofoni in terra d’Ucraina.
- Serve agli Stati Uniti per:
- Allontanare definitivamente l’Italia e tutta l’UE, dalla Federazione Russa;
- Testare l’armamentario della Russia e la propria risposta militare;
- Fiaccare le riserve russe.
- Serve alla Cina per
- Prosperare ancor di più grazie alla crisi economica europea;
- Stringere a se, in un abbraccio mortale, la Federazione Russa;
- Garantirsi l’alleanza militare Russa in chiave antiamericana.
- Serve all’UE per proseguire nel processo d’integrazione dopo un periodo di grande stanchezza e crisi nella fiducia delle istituzioni comunitarie.
- Serve alla NATO per vedere rimpinguato il proprio bilancio grazie alle più che raddoppiate contribuzioni degli Stati membri.
- Serve alla Gran Bretagna per dimostrare alla propria popolazione ed al mondo intero che la Brexit non ha fiaccato l’economia e la grandezza del Regno Unito, ma semmai ne ha rafforzato il prestigio e la capacità di azione.
- Serve alla Francia, o meglio a Macron, per affrontare adeguatamente la prossima campagna elettorale
- Serve alla Turchia per rimarcare il proprio ruolo nel Mediterraneo e presso le terre che un tempo appartennero all’Impero Ottomano, ivi compreso il Khanato di Crimea;
- Serve ad Israele per avere un ruolo nella ricostruzione dell’Ucraina.
Non serve invece agli ucraini perché, grazie ad essa, il Paese subirà:
- Ulteriori mutilazioni territoriali;
- L’esclusione dalla NATO;
- Incommensurabili lutti;
- Incalcolabili distruzioni.
Non serve all’Italia perché:
- Grazie a questa linea di aperta rottura con la Russia subiremo gli effetti di una devastante crisi economica dovuta alla nostra cronica carenza di materie prime sia sotto il profilo energetico, che siderurgico così come legnoso ed alimentare, nonché ai mancati introiti degli investitori e turisti russi che negli ultimi tempi rappresentavano una voce importante nel nostro export;
- Con la carenza di granaglie provenienti sia dalla Russia che dall’Ucraina saremo costretti ad acquistare, ad esempio, il grano turco dal Canada e dagli Stati Uniti. Materiale, quest’ultimo, ricco di OGM e che una volta introdotto nella catena alimentare dei nostri animali farà si che il protocollo di garanzia del Parmigiano Reggiano, ad esempio, vada a farsi benedire mandando in malora il Made in Italy;
- Con l’aumento delle granaglie e la carenza di queste ultime nei Paesi del Nord Africa potrebbero aprirsi una nuova stagione di instabilità politica con nuove Primavere Arabe e quindi, guerre civili, profughi, ecc. ecc.
Insomma l’Italia, come abbiamo più e più volte già detto, in questa vicenda avrebbe dovuto avere il ruolo che hanno assunto la Turchia e lo Stato d’Israele e non si capisce perché, un signore come Mario Draghi questo proprio non lo abbia voluto capire …
Forse il “Governo dei Migliori” spera in un crollo repentino ed imminente della leadership del Presidente Putin?
In questo caso mi viene da dire: Campa cavallo che l’erba cresce!
Putin non crollerà, anzi la Russia, oggi è più galvanizzata che mai, perché?
Semplice sono settimane che sento annunciare il fallimento dello Stato Russo eppure, per chi non lo sapesse, il Rublo è stranamente in rialzo, e le ditte più accorte, come Auchan, Leroy Merlan, non vogliono abbandonare la Russia. D’altronde se Mosca dice che vuole essere pagata in Rubli per il proprio gas e non in Euro o Dollari vuol dire che c’è già chi è disposto a dare quanto chiesto nella valuta richiesta (CINA).
Dunque, “Cui Prodest”?
In altri termini ha, come al solito, ragione il Santo Padre quando afferma: “Certe scelte non sono neutrali, destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro e continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario” >>
Antonio MARTINO
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