CHI, OGGI, HA IL CORAGGIO DI NON CREDERE NELLE VICENDE NARRATE NEI VANGELI? SOLO GLI SCIOCCHI!

Dopo 50 anni, l’iscrizione incisa sopra l’anello di bronzo ritrovato presso un giardino all’interno dell’Herodium – il palazzo/fortezza che Erode il Grande fece costruire, per celebrare una sua precedente vittoria, nelle vicinanze del Mar Morto, a poco più di 5 km a Sud-Est di Betlemme ed a 12,5 km esatti dal Tempio di Gerusalemme – è stata finalmente decifrata grazie ad un moderno macchinario che ha rielaborato il disegno presente sul castone senza apportare danni al prezioso manufatto.  

In conseguenza di ciò si è potuto finalmente vedere che l’anello in questione – delle dimensioni di Ø 20 mm, quindi molto probabilmente indossato al dito indice della mano destra, come era in uso tra le classi dominanti dell’epoca – ha un castone ellissoidale, sopra il quale è incisa, in rilievo negativo, una coppa contornata dalla scritta in greco antico  “APPARTENENTE A PILATO”.

Subito in molti hanno iniziato a fantasticare ed a farneticare, riguardo il fatto che l’anello fosse appartenuto a Ponzio Pilato in persona e che fosse, magari, stato indossato da quest’ultimo anche durante la storica azione nella quale il Governatore della Giudea si lavò letteralmente le mani del sangue di Cristo, ma, con assoluta probabilità, le cose non stanno proprio così.

Mi permetto di dissentire rispetto questa ultima visione perché, come storico, tengo in grande considerazione due punti fermi:

  1. È notorio che il Governatore romano della Giudea risiedeva sempre e solo a Cesarea Marittima e solo in occasione di alcune festività importanti per il popolo ebraico, come appunto la Pasqua, si trasferiva a Gerusalemme, ma non nel palazzo di Erode dove, come ci viene detto nel Vangelo di Luca al versetto VII del XXII capitolo, risiedevano ancora, per le feste solenni, i discendenti di Erode il Grande: << 7 E (Pilato) saputo ch’egli (Gesù) era della giurisdizione d’Erode, lo rimandò a Erode (Antipa) ch’era anch’egli a Gerusalemme in quei giorni >>. Di conseguenza è molto improbabile che Pilato abbia mai messo piede personalmente all’Herodium poiché non solo era un edificio residenziale della dinastia erodiana ma anche perché era il Mausoleo di Erode il Grande;
  2. L’anello in questione era di bronzo ed un Governatore dell’Impero Romano avrebbe di sicuro indossato un gioiello forgiato con ben altro materiale più prezioso, come l’oro o l’argento. Il bronzo invece era un metallo che più si addiceva ad una figura di secondo piano come un suo consigliere o un suo servo di fiducia che ne potesse, in taluni casi, fare le veci. Di conseguenza, a mio modesto parere, questo anello, con molto probabilità, non è stato indossato da Ponzio Pilato ma da un suo emissario che forse lo ha usato come salvacondotto e simbolo del potere che egli rappresentava. Una volta che Pilato fu destituito dal proprio incarico, cioè nel 36 d.C., è molto probabile che la persona che portava questo anello se ne sia disfatto buttandolo in questo giardino perché, ormai, non aveva più alcun valore ;

Ora, fantasticare non costa nulla e se simili scoperte ci possono aiutare a dare ulteriori prove e testimonianze riguardo la veridicità e l’esistenza, dell’uomo Gesù, allora, ben vengano!

Lorenzo Valloreja

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