CONTRO VLADIMIR PUTIN VANNO BENE ANCHE I BAMBINI-SOLDATO, VERO? LA STORIA DELLA RAGAZZA COL LECCA-LECCA, E L’INCREDIBILE IPOCRISIA EUROATLANTISTA
Inizierei da un punto fermo che il compianto Gino Strada (notoriamente vicino a sovranisti e alla politica di Putin, vero?) avrebbe immediatamente rimarcato: il 12 febbraio è la Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato.
E come tutte o quasi le analoghe Giornate sponsorizzate da ONU e tutte le altre agenzie mondialiste cui anche l’Italia si è doverosamente sempre accodata, sono condivisibilissime. La violenza sessuale, il tobagismo, le mine antiuomo… ci manca solo quella contro gli escrementi di cane lungo le pubbliche vie, o le flatulenze in pubblico (ma per quest’ultima si potrebbe rischiare una grave ritorsione della Casa Bianca).
Sarcasmo antimondialista a buon mercato a parte, quella dei cosiddetti bambini soldato è una piaga davvero seria. Poco importa che essi siano forse sempre esistiti: basti pensare ai tamburini o ai porta ordini.
Un bambino o una bambina che dovrebbero, a volte, persino ancora dedicarsi alla scuola primaria e al massimo vedere la guerra attraverso i soldatini e le armi-giocattolo (che hanno accompagnato la mia infanzia e ora sono demonizzate almeno dalle parti nostre), non possono imbracciare quelle vere. E’ un imperativo categorico, dato che, se dovessero usarle, perdono troppo anzitempo la loro innocenza; e se dovessero essere considerati (a questo punto, legittimamente) dei nemici da eliminare, finirebbero falciati sul campo a una età assurdamente bassa. In un modo o nell’altro, chi li costringe, va equiparato a un pedofilo violentatore.
Se ci sono immagini che rendono l’idea del fallimento politico e militare del Terzo Reich, sono le fotografie dei ragazzini e ragazzine spediti da Hitler contro sovietici e angloamericani negli ultimi mesi del conflitto mondiale assieme sia ai loro padri che ai loro nonni; a volte impressionantemente fieri e consapevoli del loro sacrificio, ma spesso terrorizzati e piangenti.
Vale lo stesso anche per il loro utilizzo meramente propagandistico: le armi sono per militari regolari e per adulti volontari. Stop.
Il main stream però, in questa “emergenza”, non si smentisce puntualmente nella sua ipocrisia e religione del doppio peso.
Eccolo quindi acclamare e rendere “virale” l’immagine della “ragazzina ucraina col lecca lecca” messa in posa per i socials da un padre che non posso qualificare, mentre costei aspetterebbe imbracciando una doppietta e lecca lecca in bocca, l’ invasore moscovita al varco; sguardo truce e abbigliamento militar-casual. Una perfetta eroina da manga giapponese, un po’ Lolita vagamente ammiccante (il lecca lecca) un po’ baby giustiziera.
Semplicemente ridicolo e patetico, a questo punto, chi le oscura il volto. Il padre se la prenderà di sicuro: danneggia la visibilità della figlia che, quando tutto questo finirà, ha contratti pubblicitari e nello show business assicurati. E se la prende tanto con zar Vladimir….che ingrato.
A. Martino
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