PER IL PATRIARCA KIRILL, IN UCRAINA IL MONDIALISMO OMOSESSUALISTA SI SCONTRA CON I VERI SEGUACI DI CRISTO
Interessante l’omelia del Patriarca moscovita Kirill (massima autorità spiritale degli ortodossi russi) nel contesto della liturgia della Domenica del Perdono. Sono parole che fino a circa venti anni fa anche un papa o un vescovo o un parroco cattolico avrebbe pronunciato pur a modernismo postconciliare già imperante ma ora, di certo, sono fuori luogo nel postcattolicesimo bergogliano. A proposto di Gay Pride: ricordo che il primo svoltosi a Roma fu oggetto dell’ultima grande amarezza di San Giovanni Paolo II, e di un suo rarissimo monito diretto agli amministratori dell’ Urbe.
Per la verità, anche (o persino) al sottoscritto, tali parole appaiono, nel particolare contesto di oggi, un po’ estreme e destinate a gettare ulteriore benzina sul fuoco. E figuriamoci se, in astratto, non ha sacrosantamente ragione (il caso di dirlo…). Argomentazioni del genere le ho sostenute qualche giorno fa. Purtroppo però, sostenute, ripeto ora, da una personalità di tale portata rischiano di spuntare l’autorità mediatrice del Vaticano.
E’ che, se guerra contro il mondialismo massonico-finanziario-satanista è (e lo è), con simili prese di posizione così nette e “integraliste”, l’accanimento dei procuratori globalisti contro Santa Madre Russia sarà ancora più accanito e determinato. E poi, un uomo di Chiesa, probabilmente, dovrebbe sforzarsi non certo di accantonare la Verità, ma di conciliarla il più possibile con la Pace. Ma forse, non è più tempo di Irenismo universale ma di Katéchon (colui che trattiene, vale a dire ostacola la venuta dell’Anticristo). Bisogna anche dire però, che il Patriarca di tutte le Russie ha precedentemente esortato a evitare vittime civili.
Comunque, certo, mille volte spiritualmente migliori le taglienti parole di Kirill che quelle scontate e sloganiste della Von Der Leyen o di Luigi Di Maio.
“Per otto anni, ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass. E nel Donbass c’è un rifiuto, un rifiuto di principio dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale. Oggi c’è una prova di fedeltà a questo potere, una sorta di lasciapassare per quel mondo “felice”, un mondo di consumo eccessivo, un mondo di apparente “libertà”. Sai cos’è questo test? La prova è molto semplice e allo stesso tempo terrificante: si tratta di una sfilata dell’orgoglio gay.
La richiesta di molti di avere una sfilata dell’orgoglio gay è una prova di fedeltà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, non fanno parte di quel mondo, ne diventano estranei.[..]Sappiamo come la gente resiste a queste richieste e come questa resistenza viene soppressa con la forza. Quindi si tratta di imporre con la forza il peccato condannato dalla legge di Dio, il che significa imporre con la forza la negazione di Dio e della sua verità sulle persone. Quindi ciò che sta accadendo oggi nelle relazioni internazionali non riguarda solo la politica.
Si tratta di qualcos’altro e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove l’umanità si troverà alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come giudice e creatore della creazione. Molti oggi, per debolezza, stoltezza, ignoranza, e più spesso perché non vogliono resistere, vanno lì, al lato sinistro. E tutto ciò che ha a che fare con la giustificazione del peccato, condannato dalla Bibbia, è oggi la prova della nostra fedeltà al Signore, della nostra capacità di confessare la fede nel nostro Salvatore.”
A. Martino
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