CRISI UCRAINA: “NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VOGLIA SENTIRE”
Alla fine Putin ha accettato la richiesta avanzata, pochi giorni fa, dalla DUMA, con la quale, il Parlamento della Federazione Russa, avallando la proposta presentata da una delle forze di opposizione – nello specifico trattasi del Partito Comunista – ha richiesto al Cremlino di riconoscere, in maniera formale, l’indipendenza delle repubbliche “sorelle” di Lugansk e Donetsk.
E così il nuovo Zar, ieri sera, ha parlato alla Nazione.
Lo ha fatto in diretta, e più che un discorso rivolto al proprio popolo, quello del Presidente russo, è stato un discorso effettuato guardando negli occhi la Storia, contemplando la missione salvifica affidata, dalla stessa, alla propria Nazione.
C’era qualcosa di mistico nelle sue parole, di ieratico, che certamente ha solleticato, anche in Occidente, le sensibilità di tutti quegli animi che non condividono, ne mai condivideranno, una visione tanto materialistica della vita, quanto globalizzata ed alienante.
Ed è stato proprio questo aspetto a colpire negativamente i leader occidentali così come i media da essi controllati.
Ad esempio:
- Emmanuel Macron, immediatamente dopo il messaggio di Putin alla Nazione, ha dichiarato: “Le parole pronunciate dal Presidente Putin sono irricevibili perché allucinate e fuori contesto storico. Siamo molto delusi della scelta operata da Mosca”;
- Alessandro Minuto Rizzo, diplomatico italiano di lungo corso, già Segretario Generale della NATO tra il 2003 ed il 2004, attualmente Presidente del NATO Defense College Foundation, invitato dalla Maggioni, quale ospite, nel suo speciale d’approfondimento sulla crisi ucraina, ha così commentato il discorso di Putin: “ … la scelta di Putin di rioccupare l’Ucraina mi sembra fuori tempo e fuori luogo. Vedo in essa la torica nazionalista di Trento e Trieste. Oggi il mondo è mutato. La potenza di uno Stato non si misura più in base al numero di province che si ha o alle cime delle colline che si controllano …”;
- Monica Maggioni durante lo speciale sul riconoscimento delle Repubbliche di Lugansk e Donetsk da parte del Cremlino ha detto: “Putin ha tenuto un discorso cancellando completamente 70 anni di storia, come se l’Unione Sovietica non fosse mai esistita”.
Dichiarazioni che, facendo trapelare irritazione e sbigottimento da parte di chi le rilascia, ci fanno comprendere come la differenza tra questi due mondi, diremmo quasi ideologica, sia divenuta, ahimè, anche antropologica e quindi irrecuperabile.
In altri termini si fa fatica a comprendere come, valori quali, la Patria, la terra, la religione, la lingua, la cultura – che dovrebbero essere elementi essenziali ed aggreganti, indice di una sana comunità perché profondamente radicati nel cuore di ognuno – siano invece percepiti, dagli oppositori del regime di Putin, come orpelli di cui liberarsi o scomode zavorre da buttare, mentre, cose come il denaro, lo sviluppo o la comodità, siano considerate, in maniera diametralmente opposta, fini da raggiungere ad ogni costo e non semplici mezzi.
Capita allora, in questo mondo all’incontrario, che:
- Due repubbliche ribelli a maggioranza russa – sganciatesi da Kiev circa 8 anni fa e per questo punite da quest’ultima, in tutto questo arco di tempo, con attacchi, indiscriminati, anche alla popolazione civile dissidente – siano considerate ancora facenti parte della realtà ucraina, benché, è evidente che, a seguito del discorso di Putin, i cittadini del Donbass non abbiano fatto altro che festeggiare per tutta la notte;
- Dopo gli Accordi di Minsk, dove, benché la tregua sia stata più e più volte violata dalle forze armate ucraine – che ricordiamolo, detengono, anche qualche vecchio ordigno nucleare sovietico, di certo non in grado di distruggere la Russia, ma certamente pericoloso per l’incolumità di milioni di civili – secondo certa stampa, il pericolo provenga solo da Mosca. Quest’ultima, infatti, ha fatto posizionare i propri militari lungo il confine tra il Donbass e l’esercito ucraino e questo, non certo per conquistare Leopoli, quanto per evitare che la popolazione civile di queste due neorepubbliche vengano cannoneggiate, ingrossando, così, il numero dei profughi che sta già riparando in Russia;
- La Nato, nonostante non esista più il comunismo, abbia continuato ad ammassare truppe e mezzi alle porte della Russia, puntando, contro quest’ultima, tutto il proprio arsenale e non tollerando neanche che Mosca potesse, all’interno dei propri confini, fare tutte le manovre che ritenesse opportune;
- Una potenza come la Russia non possa modificare arbitrariamente i confini di un’altro Stato che, storicamente, culturalmente ed economicamente e parte integrante della stessa, mentre, la NATO e gli Sati Uniti in particolar modo, hanno potuto fare, negli anni 90 del secolo scorso, carne di maiale dell’ex Jugoslavia:
- Creando ex novo la Bosnia Erzegovina;
- Bombardando Belgrado;
- Creando il Kossovo;
Terra bruciata dell’Iraq di Saddam e centrale mondiale della produzione di droga dell’Afganistan. E nessuno si è permesso di dire nulla!
Evidentemente, è, come si suol dire, l’eccezione che conferma la regola.
Sta di fatto che, se ci ritroviamo così, è solo perché la follia e l’irrazionalità imperversa in Occidente … altro che Putin, altro che pericolo russo!
D’altronde se non fosse così potremmo mai emanare delle sanzioni che più che colpire la Russia distruggeranno esclusivamente e certamente, le nostre economie???
Ora con tutto il rispetto per queste due repubbliche ribelli, ma mi sapete dire quali sono queste importanti esportazioni che queste effettuano verso i nostri Paesi?
Se il loro peso è certamente trascurabile le forniture di gas russo non lo sono, al di là delle chiacchiere, non solo per l’Italia, ma per tutti i Paesi europei, Germania e Francia compresi.
E si badi bene che, la Germania, pur essendo un Paese con una notevole produzione di energia nucleare, è ugualmente dipendete, per il 40%, da Gazprom … ciò mi fa presagire che la svolta atomica sia un’altra balla speculativa per favorire i francesi, grandi produttori ed installatori di centrali nucleari.
Se poi consideriamo il fatto che, qualora riuscissimo a riprendere il discorso nucleare, le centrali non sarebbero mai pronte, o a regime, prima di una decina d’anni, voi capite bene che, il nostro voler seguire gli Stati Uniti fino alla morte, non farà altro che indurci solo a crepare il prima possibile.
Si tenga anche conto del fatto che non è solo questione di idrocarburi, infatti la Russia ci fornisce anche granaglie, acciaio e acquirenti, senza i quali il nostro Paese potrebbe tranquillamente tornare all’età della pietra .
Fortunatamente per noi la verità è una sola, ed è quella che la III Guerra Mondiale è ancora molto lontano dallo scoppiare.
Biden, in terribile affanno nei sondaggi, non può minimamente uscire da questa vicenda con una terribile sconfitta, deve necessariamente trovare il modo per poterne uscire a testa alta e forse, perché no, anche attraverso un compromesso.
Ecco perché, il già “defunto” Macron si è precipitato, insieme alla Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia e Albania, a chiedere la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma soprattutto ecco perché Putin ha prima inviato il proprio esercito in Donbass e poi ha autorizzato Lavrov a volare a Ginevra, nei prossimi giorni, per incontrare il proprio omologo americano: per sedersi al tavolo con un reale punto di forza in mano, il Donbass!
Dunque, a questo punto, stiamo calmi e cerchiamo di essere sordi nei confronti dei tanti segnali che la NATO, in questi giorni, ci invierà.
Infatti, l’ultima cosa che vogliamo, è certamente quella di rompere la nostra amicizia con la Russia.
Lorenzo Valloreja
Spesso, anzi quasi sempre, c’è un fatto banale, banalissimo che viene sorprendentemente trascurato!
Vale a dire:
anche se la Russia, storicamente, non fosse mai esistita e non esistesse, in quella parte dell’Europa continentale ad ovest della linea ideale che va da Stettino a Trieste, linea ideale che dal 1946 al 1991 aveva preso il nome di “Cortina di ferro”, in quella parte dell’Europa continentale, dicevo, si potrebbe ugualmente essere antiatlantisti, antiamericani ed antioccidentali!!! Si, antioccidentali, avendo giudicato, l’Occidente appunto, essere un concetto geopolitico artificiale, arbitrario e che ha mortificato e continua a sacrificare l’idea, inscritta nella Storia, di Europa come Nazione.
In conclusione, in Europa, anche da antistatunitensi ed antiNato, bisogna, prima di tutto, essere europeisti e non, semplicemente e semplicisticamente, filorussi, dimenticandosi della causa europea.
Caro Guido, forse le è sfuggito, ma questo giornale è sovranista, indipendentista e filoruso, in altri termini per noi l’Europa come entità Stato non è mai esistita ne mai esisterà perché le Nazioni non nascono dagli accordi a tavolino, o seguito di pranzi luculliani … le Nazioni nascono dal sangue dei martiri che per essa si immolano, dal sentire comune di un popolo che, in quanto tale, parla una medesima lingua. Ora a me non risulta che mai nessuno si sia immolato o sacrificato in nome dell’UE, mentre, nel caso specifico, per l’Italia Unita, di martiri volontari, ne abbiamo a bizzeffe. Dunque, questo giornale ritiene che il destino della nostra Patria sia completamente sganciata da quello delle istituzioni di Bruxelles, anche perché, è bene ricordarlo, il processo di unificazione, ahimè, non è stato ancora concluso … e le attuali istituzioni europee sono senz’altro il più grande ostacolo verso questo processo
…
Gentile Lorenzo,
prima di tutto, devo fare una premessa … “tecnica”:
io non ho molta dimestichezza con i cosiddetti “social”;
mi “muovo” in essi con difficoltà!
Tutto ciò, evidentemente, è responsabilità mia e di ciò mi scuso, chiedendo nel contempo comprensione a riguardo!
Specificato ciò, voglio subito precisare, proprio a testimonianza della mia non padronanza dell’uso dei “social”, che io, in realtà, presso “l’Ortis” ho già fatto due interventi, cioè ho già scritto ed inviato due testi e che solo poco fa mi sono reso conto che, sí, il destinatario di essi era stato sempre … “l’Ortis”, ma “l’Ortis” in due modalità diverse, diciamo cosí!
Il mio primo scritto, di quattro giorni fa, è “sotto” il “post” intitolato “Biden si dice pronto a parlare con Putin in ogni momento” e mentre lo scrivevo io ero “dentro” Facebook!
Qui, invece, dove ho pure già pubblicato e dove, in questo momento, sto di nuovo scrivendo, sono sempre “dentro” “l’Ortis” ma “l’Ortis” in altra … modalità, cioè non “dentro” Facebook!
Naturalmente, e nell’ipotesi che la cosa non sia già stata fatta, invito a leggere quanto io avevo già scritto “dentro” “l’Ortis” in … modalità Facebook!
Sperando, con ciò, che il mio punto di vista risulti piú chiaro e, magari, anche condivisibile.
E qual è il mio punto di vista?
Voglio subito affermare che pure io sono sovranista, anzi di piú:
NAZIONALISTA!!!
Non sono né razzista, né antisemita e neanche xenofobo; voglio specificarlo bene!!!
Che gli europei di … domani siano, eventualmente, quasi tutti di colore e quasi nessuno cristiano (già ora neanche io sono piú cristiano, benché battezzato, essendo io, con il tempo, divenuto ateo), sarebbe cosa che non mi turberebbe!
L’importante è che gli europei di domani siano orgogliosamente europei e che si sentano eredi della Storia che in Europa, nei secoli, si è dipanata, quando i loro avi erano altrove.
Il nazionalismo è figlio della Terra (intesa come territorio, vastissimo territorio naturalmente!) e della Storia di quella Terra.
Tale Terra rimane nel tempo, come rimane nel tempo e vi si sedimenta in successione la Storia che in quella Terra venga scolpita, mentre gli esseri umani che, di generazione in generazione, abitino quella medesima Terra sono sempre diversi e sempre destinati a sparire in un tempo breve.
Gli europei ieri erano tutti bianchi, oggi sono ancora, in grande maggioranza, bianchi ma anche, alcuni, neri, domani saranno, in maggioranza se non addirittura tutti, neri?
Embè?
Come già detto, le varie generazioni di esseri umani mutano continuamente nel tempo, ma la Storia passata resta per sempre!
Per esempio, nel caso dell’Europa, la Storia degli Imperi che hanno concorso a creare l’idea stessa di Europa política, rimane per sempre!
Su questa questione degli Imperi d’Europa succedutisi nel tempo tornerò tra poco.
Venendo, invece, di nuovo a me, io dunque mi sono dichiarato nazionalista!
Ma di quale nazionalismo?
Del nazionalismo europeo, evidentemente!
Cioè di quello stesso nazionalismo vagheggiato già piú di 50 anni fa da, per esempio (ma non solo), Adriano Romualdi (figlio di Pino), giovane intellettuale della “Destra antagonistica”, precocemente scomparso nel 1973 all’età di 33 anni.
Qui, adesso, voglio di nuovo affermare un concetto già da me espresso, pochissimi giorni fa, “dentro” “l’Ortis” di Facebook.
Vale a dire:
negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso c’era chi gridava nelle piazze:
“Né U.S.A., né U.R.S.S., Europa Nazione!!!”.
Dopo 50 anni, il grido è ancora attuale ed è solo cambiato un elemento:
“Né U.S.A., né Russia, Europa Nazione!!!”.
Io, realisticamente, immagino e desidero, per il futuro prossimo, un mondo multipolare con 4 “Grandi”:
Europa;
Russia;
Cina;
U.S.A..
In un mondo siffatto l’Europa non potrebbe non avere un rapporto privilegiato con la Russia!
Ma da pari a pari!!!
Cioè un rapporto fra potenze di pari grado, proprio come fu tra pari il rapporto fra il Primo Impero Francese di Napoleone I e l’Impero Russo di Alessandro I, rapporto paritario che trovò suggello nella firma, da parte appunto di quelle due potenze imperiali di allora, del Trattato di Tilsit, il 7 luglio 1807, al termine della guerra iniziata, l’anno prima, dalla cosiddetta Quarta coalizione antifrancese e vinta dal grande Napoleone, l’ultimo condottiero, in ordine cronologico, nella Storia, ad aver realmente unificato l’Europa, sia pure solo per un decennio!!!
A proposito del concetto di Europa unita, nella Storia!!!!!!
Questione da lei evocata.
Tale argomento, in veritá, è molto complesso e meriterebbe ben altro spazio.
Qui mi limito a dire che, similmente ad un seme che sia germogliato e cresciuto attraverso i secoli, l’Europa, come realtà política e non come “espressione geografica”, è, adesso, … una robusta pianta che affonda le sue radici ed allunga il suo fusto nell’Impero Romano d’Occidente (395 d.C. – 476 d.C.), nell’Impero Carolingio (800 – 887), nel Sacro Romano Impero (962 – 1806) e, in ultimo, come già accennato, nel Primo Impero Napoleonico (1804 – 1815).
L’Europa, come realtà politica, evidentemente non piú imperiale, è ora un … albero maturo che sta per fiorire nel giardino della Storia!!!
È solo questioni di anni!
Un’inezia rispetto agli oltre 16 secoli già trascorsi!!!
Dopo lá moneta unica, ci sarà la Forza Armata Unica, anche nucleare, ed infine l’unico SuperStato federale.
Rimarrebbe il problema, grossissimo, della lingua única!
Io sarei per l’adozione del latino, la lingua dei dotti, in Europa, durante il Medio Evo ed ancora nella prima parte dell’Età Moderna.
Ma anche l’adozione di una lingua artificiale (l’esperanto, per esempio) potrebbe andar bene!
È evidentissimo che nessuna lingua attuale potrebbe prevalere sulle altre attuali. Non sarebbe accettato.
In ogni caso, mai e poi mai, l’inglese degli odiatissimi, da parte mia, anglo-americani!!!
Comunque, dalle ore 23:00 (orario di Londra) del 31 gennaio 2020, il Regno Unito è ufficialmente fuori dell’U.E..
Finalmente, fuori daí … coglioni!
Perciò, adesso, l’inglese, nei Paesi dell’U.E., si usa ufficialmente solo nella Repubblica d’Irlanda, qui insieme all’irlandese, lingua celtica, e a Malta, qui insieme al maltese, lingua semitica ed unica, fra le lingue semitiche, ad essere scritta con caratteri latini.
Quindi, la lingua futura dell’Europa proprio non potrà essere l’inglese perché ora essa è diventata marginale nell’U.E..
Tornando ancora a me, io non sono antirusso ma il punto è che la mia Patria è l’Europa e non è, dunque, la Russia, né è la cosiddetta “Eurasia”, che è soltanto uno stravagante concetto geopolítico e che mai, nella Storia, è stata realtà política concretamente esistita, anche solo per un giorno!!!
Voglio, con forza, ribadire quanto, qui, da me precedentemente espresso e al cui riguardo io credo che lei abbia equivocato.
Vale a dire:
in Europa, per poter essere, come me appunto, irriducibilmente antiatlantisti, antistatunitensi, antioccidentali ed ora aggiungerei, altrettanto irriducibilmente, anche antibritannici, non è affatto necessario essere filorussi.
È sufficiente essere nazionalisti europei!!!
Come appena detto, temo che lei abbia equivocato!
E cioè penso che lei, con riferimento al mio dichiarato spirito antiNato, spirito antiamericano, spirito antioccidentale e al mio, pure esso dichiarato, sentimento non filorusso (anche se non antirusso), abbia arbitrariamente dedotto che io sarei … internazionalista e progressista; insomma, di Sinistra!!!
Non è cosí.
Come già sopra dichiarato, io invece sono nazionalista!
Nazionalista in tema di rapporti fra Stati e conservatore sul piano valoriale (rivendicazione del primato, in ambiti diversi, dello Stato, dell’individuo, della famiglia cosiddetta tradizionale [posta in essere unicamente dal matrimonio, a sua volta possibile soltanto fra indivídui di sesso diverso, ed intendendo il matrimonio anche come soltanto istituto giuridico esclusivamente laico e non quindi necessariamente come, prima di tutto, sacramento avente pure valore di istituto giuridico]), in un orizzonte di laicità e di totale irreligiosità.
Per terminare con il proprio … “sputtanamento”, aggiungerei, perché lo reputo importante, che, pur da Destra, io coltivo viscerale avversione per il capitalismo (la cosa in sé) e per il liberismo (l’ideologia “ex post” rispetto alla cosa e, tuttavia, potentemente legittimatrice della stessa e suo costante sostegno e fonte di nutrimento).
Questa … faccenda della conciliabilità fra Destra, rimanendo essa tale, ed anticapitalismo ed antiliberismo è una questione molto delicata e tuttavia cruciale, oggi piú che mai!!!
Ma è anche, lo riconosco, argomento fuori tema rispetto alla questione da cui si era partiti, che è questione di geopolítica e, prim’ancora, di Storia!!!
Cordiali saluti.
P.S.
Mentre scrivevo, mi è giunta notizia che la Russia há invaso l’Ucraina.
Questo, in prospettiva storica, cosa significa?
Che l’ “America”, sei mesi dopo essere stata sconfitta in Afghanistan, è, nei fatti, sconfitta anche in Europa!!!
Bene, molto bene!!!