Registriamo, almeno nelle parole, una positiva apertura della Casa Bianca nel riacutizzarsi, sembra davvero grave, della crisi ucraina.

Joe Biden è pronto a incontrare Vladimir Putin “in ogni momento e in qualunque formato“. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa Antony Blinken, aggiungendo che “la diplomazia è possibile fino a quando i carri armati non sono realmente in movimento“. Intanto, al termine del lungo colloquio telefonico in questa mattina tra Macron e Putin, l’Eliseo ha comunicato che i due leaders sono d’accordo sulla necessità di lavorare a un cessate il fuoco nel Donbass, dando evidentemente per assodato che lì i combattimenti sono ormai ripresi. 

Mi sembra significativo che il destino dell’Ucraina sia una questione da decidere tra Mosca e Washington. E che la tardiva disponibilità di Draghi a mediare, ma fra Putin e il suo omologo ucraino (o almeno a farli “sedere allo stesso tavolo”) sia di fatto svuotata di significato dal rinnovato attivismo di Macron in un segno nettamente bipolare .

L’Europa in quanto Unione Europea rimane sullo sfondo, a minacciare sanzioni (o meglio, a garantire che si accoderà senza fiatare a quelle americane se i russi continuano a fare i cattivi).

Ma non ci sarebbe l’ “Alto rappresentante per la politica estera comune”?

A. Martino