RIPARTIAMO DA MILLE 1000 PER SALVARE L’ITALIA
Così come Garibaldi, con 1000 volontari, ha unificato l’Italia, allo stesso modo, l’Ortis, con i propri 1000 sottoscrittori, intende salvare la Patria dallo smantellamento istituzionale attualmente in atto e prosegue, dunque, con la propria Petizione Nazionale.
Infatti, la liquidazione dello Stato si manifesta, ahinoi, attraverso lo stillicidio continuo della cessione di sovranità. Un processo, quest’ultimo, ritenuto dalla nostra classe dirigente utile e necessario per tutelare il bene comune del Popolo Italiano.
Attraverso l’Unione Europea, ad esempio, lor signori ritenevano che avremmo potuto:
- Garantirci la disponibilità a buon prezzo delle materie prime sia in ambito alimentare (cereali e carne), così come energetico (carbone, gas, petrolio), che minerale (ferro, rame, bauxite);
- Salvare la nostra economia dall’inflazione;
- Accrescere la ricchezza del ceto medio;
- Mantenere la pace nel vecchio continente;
- Assicurare l’occupazione alla maggioranza delle persone.
Dopo appena trent’anni dalla firma del Trattato di Maastricht, però, tutti questi obiettivi sono tragicamente mancati e falliti e ci fanno seriamente chiedere che senso abbia mai avuto il rinchiuderci spontaneamente all’interno di questa gabbia, dato che, in nome di una mera utopia abbiamo sacrificato la nostra capacità industriale, abbiamo limitato le nostre produzioni agricole, abbiamo distrutto la scuola e la sanità, abbiamo reimpostato forzatamente la nostra società mettendo alla berlina i nostri usi e costumi.
Come se non bastasse poi, dato che l’erba del vicino è sempre più verde, ci siamo incaponiti nella permanenza nella NATO, un’organizzazione sovrannazionale che, se aveva senso di esistere nel tempo in cui esisteva un pericolo comunista, oggi che l’URSS non c’è più risulta essere totalmente anacronistica. Ma questo suo essere fuori luogo è solo l’ultimo dei problemi, infatti l’Alleanza Atlantica ha completamente condizionato la nostra politica estera, eliminando, qualora ce ne fosse stato bisogno, anche quegli uomini scomodi, come Enrico Mattei e Aldo Moro, che risultavano essere fuori dal coro.
I danni causati dalla NATO al nostro Paese, attraverso la “coscrizione” dello stesso, sono incalcolabili:
- Guerra in IRAQ
- Guerra in Afganistan
- Guerra in Libia;
- Varie primavere arabe, Tunisia ed Egitto in primis;
- Sanzioni alla Russia;
- Crisi Ucraina.
Eppure c’è chi, nel nostro Paese, quotidianamente non può far a meno di pronunciare il proprio atto di fede nei confronti dell’Alleanza Atlantica … che Dio li perdoni!
Ora come se non bastasse, un Governo a “termine” come quello del Premier Draghi, prima che venisse rieletto Mattarella, si è fatto carico del più grave tentativo di cessione di sovranità: il “Trattato del Quirinale”.
Con esso l’Italia si è legata indissolubilmente alla Francia. Da oggi, infatti, in nome di una presunta amicizia e comunione d’intenti, Roma e Parigi terranno dei Consigli dei Ministri allargati dove parteciperanno i ministri di entrambi i Paesi e questo per avere una linea in comune in politica estera, agricola ed energetica.
Messa così, per i più distratti, potrebbe sembrare anche una buona notizia – anche perché, la Germania, prima di noi, ha già sottoscritto un trattato similare con la Francia – ciò che però non viene detto, o meglio rimarcato, è la differenza di peso in ambito geopolitico tra le due Nazioni in questione.
La Francia non è l’Italia:
- È una potenza atomica;
- Siede nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU in maniera permanente;
- Ha ufficialmente ancora le colonie (o terre d’oltremare) e attraverso il Franco CFA domina una marea di Paesi Africani;
- Insieme alla Germania, è uno dei due pilastri dell’UE.
La Francia è in competizione con l’Italia:
- In Africa;
- Nei Balcani;
- Nel settore agroalimentare;
- Nel settore energetico.
Diteci dunque come potrebbe mai essere utile questo trattato.
Credete veramente che su uno di questi singoli dossier Parigi sia disponibile a cedere il passo a Roma???
Se pensate di si allora o siete dei pazzi o siete in mala fede …
Ora, il Parlamento italiano non ancora ratifica il TRATTATO DEL QUIRINALE, pertanto siamo ancora in tempo per fermare quest’atto nocivo per la nostra Patria e per il popolo tutto.
Lorenzo Valloreja
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