LA DUMA HA APPROVATO IL RICONOSCIMENTO DELLE REPUBBLICHE DI DONEZK E LUGANSK. ORA L’ULTIMA PAROLA SPETTA A PUTIN

MOSCA 17/02/022: Il Parlamento russo stamane ha votato all’unanimità l’appello al presidente Putin sull’indispensabilità del riconoscimento della Repubblica di Donezk e della Repubblica di Lugansk come Stati autonomi, sovrani e indipendenti.

In tal modo, la Duma ha accettato il progetto di risoluzione proposto dal partito dell’opposizione, il Partito Comunista della Federazione Russa, e lo ha inviato direttamente e subito al capo dello Stato. A favore hanno votato 351 deputati, 16 contrari, astenuti 1.  L’altra alternativa era sottoporlo prima al Ministero degli Esteri per effettuare delle consultazioni, ciò ha raccolto 310 voti.

Nel documento vengono spiegate le ragioni: l’Ucraina non paga più le pensioni alle popolazioni delle due Repubbliche che vivono sotto le bombe da 8 anni e in pieno blocco economico. Kiev non adempie agli Accordi di Minsk. I deputati russi ritengono indispensabile difendere la gente del Donbass e anche i cittadini che hanno ottenuto il passaporto russo e sono diventati perciò anche cittadini russi, dal genocidio messo in atto da Kiev. Hanno bisogno di aiuto e sostegno.  La fiducia verso il regime di Kiev non c’è, soprattutto ora che è stato gonfiato di tonnellate di svariati tipi di armamenti, compresi quelli letali dall’Occidente, minaccia di attaccare le due repubbliche.

Ciò che è stato compiuto stamattina dal Parlamento russo non significa il riconoscimento delle due repubbliche del Donbass, perché esso è esclusivamente di competenza del Presidente russo.
Attendiamo dunque la decisione di Putin!

Il presidente russo durante la conferenza stampa, appena conclusasi con il Cancelliere tedesco Schulz, rispondendo alla domanda su questo tema, ha espresso il suo primo punto di vista: “sì, l’amministrazione mi ha appena comunicato che i deputati della Duma hanno votato a favore dell’appello per il riconoscimento. In Russia, la stragrande maggioranza della popolazione sostiene il Donbass e ha molto a cuore la sua situazione. I deputati ascoltano la volontà del popolo russo, rappresentano la sua espressione.  Nel prendere la decisione, partirò dal fatto che dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per risolvere il problema del Donbass, perché ciò che sta accadendo è un genocidio in atto, ma prima di tutto basandoci sulle possibilità che offre l’adempimento degli Accordi di Minsk che ancora non sono stati realizzati. La Russia spera che verrà trovata una risoluzione”.
Nel Donbass ovviamente esultano. Il capo della Repubblica di Donezk, Denis Pushilin, ha dichiarato “Accogliamo positivamente la decisione dei deputati della Duma di Stato di sottoporre al presidente Putin l’appello a riconoscere le nostre repubbliche, è un’iniziativa tempestiva nella situazione che si è venuta a creare, quando l’Ucraina ha accresciuto notevolmente la presenza delle sue forze armate e dei mezzi bellici sulla linea del fronte, ciò testimonia del fatto che Kiev non ha intenzione di adempiere agli accordi di Minsk e regolare il conflitto con metodi pacifici. Ringraziamo i deputati per la votazione di oggi e con comprensione e rispetto, accetteremo  qualsiasi decisione in merito vorrà prendere il capo della Federazione Russa”.

Il segretario generale della Nato e il regime di Kiev hanno già dichiarato che se la Russia riconoscerà le due repubbliche del Donbass, “significherà ancora un’altra, grave infrazione dell’unità territoriale,  sovranità dell’Ucraina, delle norme internazionali e di fatto che la Russia esce dagli Accordi di Minsk”.

Invece sul fronte dell’isteria di guerra, sostenuta dai mezzi di comunicazione italiani, i giornali italiani hanno distorto la notizia data poco fa dal Ministero della Difesa russo, secondo cui, stamattina i soldati russi e i mezzi militari delle divisioni dei circondari occidentale e meridionale stanno rientrando alle loro basi, perché hanno concluso la prima tappa delle esercitazioni militari congiunte dell’esercito russo e bielorusso. Le esercitazioni, chiamate “Determinazione dell’Unione russo-bielorussa”,  sono iniziate il 10 febbraio. Alcune divisioni rimangono in Bielorussia per la seconda tappa delle manovre militari che terminerà il 20 febbraio e, come dichiarato più volte dai vertici russi, hanno un carattere prettamente difensivo e non minacciano nessuno”.  Ma i media italiani l’hanno già dipinta con questo significato: “il ritiro delle truppe di Putin dalla frontiera da cui aveva intenzione di invadere l’Ucraina … la Russia si è arresa”
La follia della disinformazione galoppa a tal punto che a volte vien voglia di scherzare perfino a Putin, il quale, preoccupato ogni tanto chiede al suo portavoce: “per caso hanno pubblicato da qualche parte a che ora inizia la guerra?” (dichiarato da Peskov stesso poche ore fa)

Marinella Mondaini

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