IL VINO ITALIANO (E NON SOLO) RISCHIA DI ESSERE ETICHETTATO COME SOSTANZA PERICOLOSA E VELENOSA

Lo avevo accennato a proposito di questi tempi di esasperato salutismo e fanatico scientismo, ma mi pare il caso di tornarci sopra.

Anche per il vino, e come per tante “cose europee”, la politica (anche quella di opposizione e, non dico euroscettica, ma meno euromane), borbotta, brontola, lancia allarmi, ma alla fine, dopo i proverbiali tuoni, arriva l’altrettanto proverbiale pioggia.

Vi ricordate della polemichetta sul “semaforo” degli alimenti (cioè il Nutriscore), cavalcata anche dal Matteo Salvini in versione paranazionalista? Ebbene, non era la solita “fake news” confezionata dai soliti sovranisti brutti, sporche e cattivi. Fanno sul serio, e come.

Insomma, in poche parole: mentre nella sera di San Valentino tante coppie brinderanno al loro amore, c’è il serio rischio tra la mattina e il pomeriggio precedenti, che inizi la ufficiale demonizzazione del Nettare di Bacco da parte della dea Europa. Un vero e proprio neo proibizionismo ma non su basi puritane, bensì a motivazione sanitarista.

Proprio così: ogni alimento sta per riportare sulla confezione tutta una serie di colori (è intuitivo che cosa significhino rosso, verde e giallo nonché nero) e di lettere, e c’è il serio rischio (anzi la notevole probabilità) che il vino (qualsiasi bottiglia di vino, dallo Champagne a quelli in cartone commercializzati dalle grandi catene a un euro e rotti a litro) sia marchiato addirittura con una lugubre F nera.   

L’impatto sulla filiera produttiva della cosiddetta Dieta mediterranea rischia di essere devastante: basti pensare che l’olio extra vergine è considerato meno sano della coca Cola Zero calorie. Comunque, anche la birra è messa male dato che sempre di un bieco alcolico si tratterebbe.

Infatti, il 14 febbraio del 2022 l’Unione Europea dovrà esprimersi sulla risoluzione della Commissione Beca sul Beating Cancer Plan che in un passaggio equipara il consumo e l’abuso di alcol senza alcuna distinzione.

Non escluderei neanche che, in un non remoto futuro, come per i pacchetti di sigarette o sigari, su una etichetta di Brunello di Montalcino o di Montepulciano, facciano mostra immagini raccapriccianti di malati terminali in letto di ospedale, o radiografie di fegati malati.

Cosa volete che dica a questo punto di certe logiche e ideologie, ho già detto abbastanza su queste pagine; capitemi, anche io “tengo famiglia” e non vorrei finire nel mirino di solerti garanti dell’ Idea europea; il Diritto, si sa, non è una scienza esatta e prendersela col Nutriscore potrebbe essere un pericoloso atto eversivo.

Mi sento però di fare due provocazioni: innanzitutto, sul Sacramento dell’Eucarestia che rischia di diventare sempre più scomodo per il postcattolicesimo bergogliano. Esso infatti, che già è divisivo rispetto ai protestanti tanto amati dall’attuale papa, rischia di passare per propaganda di una bevanda “cancerogena e dannosa”. “Frutto della vite e del lavoro dell’Uomo”? Orrore: basta con “credenze religiose che inducono a pessime abitudini alimentari”?

E poi, sugli insetti. Meglio un hamburger di cavallette che una bella bistecca alla fiorentina, vero?

A. Martino

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