BRUTTA PUZZA E AVVERTIMENTI, INEQUIVOCABILMENTE DI REGIME, ATTORNO ALLA TRAGEDIA DI RENDE

Il tragico fatto di Rende merita delle ulteriori riflessioni, a prescindere dai doverosi accertamenti sulla natura del gesto (ammesso che effettivamente essi avvengano, e tutto non venga frettolosamente derubricato d’ufficio a “gesto di uno squilibrato”).

Innanzitutto, che si sia rimarcato con una certa incredulità, come riferito da Il Paragone, che non risultano relativamente all’autore del gesto estremo “militanze o appartenenze a gruppi di matrice ideologica estrema o altro”. La fonte è evidentemente, ancora a caldo del fatto, un qualche referente nell’ apparato poliziesco-giudiziario

Insomma, il dissidente (o l’estremista, se proprio lo si vuole chiamare tale), sarebbe una mina vagante nella società, un soggetto da cui aspettarsi che prima o poi “combini qualcosa”. E’ profondamente offensivo verso chiunque dissenta pacificamente e legittimamente, ed è una ulteriore conferma della orwelliana  Polizia del Pensiero in ormai avanzata edificazione.

Il concetto di “estremista” è prettamente italiano: altrove si parla piuttosto di radicalismo, oppure di destra o sinistra alternative. Come tipicamente italiano è il concetto opposto, quello di “moderato”: per indicare chi, sostanzialmente, non crede in nulla o se necessario a tutto. Il moderato brama una poltrona o degli emolumenti pubblici; l’“estremista” vuole realizzare un’Idea, una Visione. I moderati sono l’aria stantia e malata del traffico urbano in giornate di alta pressione, la nebbia nei cuori; gli “estremisti” sono il sale della terra.

Tutti i grandi della Storia o del Pensiero sono stati a modo loro, degli “estremisti” non escluso Gesù Cristo. Lo era anche il Mahatma Gandhi anche se predicava un’assoluta non violenza, checché ne dicano gli analfabeti dello Spirito per cui estremismo equivarrebbe a violenza.

Che qualcuno abbia subito pensato a un “estremista” è comunque un involontario omaggio a quest’uomo di cui non è ancora dato sapere il nome: evidentemente, i “moderati” o chissà quale “servitore dello stato” ritengono che, se davvero motivazione ideale vi è stata, tanto coraggio non può che essere quello dell’“estremista”. Estrema è di sicuro la loro piccolezza mentale e nullità ideologica.

Riguardo poi la dichiarazione della esponente leghista calabrese capogruppo in Consiglio regionale , si commenta da sé.

La giustizia sappia individuare e punire chi ignobilmente ha ripreso il giovane docente che si è dato fuoco … è ora (infatti) che ci sia anche una normativa più stringente che eviti di far diventare virali questi video con giuste e dure sanzioni”. E’ degna di un partito che, dai suoi slogan “sovranisti e populisti”, è ora, soprattutto nel suo leader, ossessionato dall’ ansia di dimostrare affidabilità al Sistema, con esiti letteralmente clowneschi. Fino ad invocare censura e sanzioni verso i diffusori di notizie e immagini scomode e “antagoniste”, proprio come un Enrico Letta o un Giuseppe Conte qualsiasi.

La signora è la degna seguace di un Capitano sempre più simile allo Schettino del disastro della Costa Concordia.

A. Martino

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