IL SOMMO STRIZZACERVELLI RENZIANO MASSIMO RECALCATI PROCLAMA CHE LA FILOSOFIA NON SERVE A NULLA, ED E’ ANCHE PERICOLOSA PERCHE’ INDUCE AL DISSENSO.
Massimo Recalcati è il massimo (gioco di parole involontario) psicoanalista italiano contemporaneo. E la sua produzione saggistica spazia fino un po’ alla tuttologia, non esclusa la parateologia dei commenti biblici (il suo ultimo interesse intellettuale, come accennato nell’ intervista rilasciata all’Huffington Post). I suoi libri sono una specie di testi sacri per tanti docenti progressisti e pensierounicisti, che infatti spesso li affiancano ai libri di testo, almeno in stralci fotocopiati, nella loro didattica. E’ un pasdaran del renzismo.
Ma di questa intervista mi interessa particolarmente il passaggio in cui si scaglia contro i filosofi dissidenti, fino a denigrare il senso stesso della riflessione filosofica nel mondo di oggi, anzi la portata e autorevolezza stessa delle convinzioni che da essa possano derivare. Ecco ciò che ha affermato:
“La filosofia può rendere ciechi. Pensa a come Heidegger ha letto l’avvento terrificante del nazismo. Perché ha potuto commettere un errore simile? Perché la filosofia rischia sempre di cadere nell’ideologia, se per ideologia intendiamo, come ricorda Arendt, far prevalere l’Idea sulla realtà. È quello che è accaduto a Heidegger: l’idea del destino nichilistico dell’Occidente, della storia come oblio dell’essere, ha voluto vedere nel nazismo una possibilità di ritornare a pensare gli dei, la verità come aletheia, la resistenza di fronte al narcisismo umanistico dell’Occidente. Un delirio ideologico. Lo stesso che ha accecato pensatori di grande spessore, come Agamben e Cacciari. Con il riferimento ideologico alla biopolitica, al biopotere, allo stato di eccezione, eccetera, hanno piegato la realtà agli interessi dell’ideologia. A questo aggiungerei, se mi permetti, una dose non irrilevante di vanità. Chi ha contatto quotidiano con la sofferenza sa che ci sono momenti in cui la parola deve poter subordinarsi alle ragioni della scienza medica. Nessuno, tra coloro che si sono sottoposti a interventi chirurgici importanti, ha mai questionato sulla ratio dell’intervento che ha dovuto subire. Ci siamo affidati al discorso medico come ci affidiamo ai piloti quando saliamo su un aereo. Aggiungerei anche la miseria di un certo giornalismo, soprattutto di destra, che ha cavalcato questa crisi in modo indegno perseguendo un mero obiettivo di visibilità. È lo stesso che abbiamo visto nei talk show, dove la presenza proliferante dei no vax è servita a mantenere l’audience. Che pena!”.
Insomma, il grande strizzacervelli renziano ci conferma, con una logica da Bar Sport anche particolarmente becera, il classico luogo comune degli uomini e donne di orizzonti limitati, per cui “la filosofia non serve a niente”, come non serve a niente in fondo la Storia (dobbiamo guardare al futuro), il Latino (è una lingua “morta”), la Storia dell’Arte (chi di dipinge più naturalisticamente?), la Grammatica italiana (ore sottratte allo studio dell’ Inglese). E via dicendo.
Se questo è un intellettuale, parafrasando Primo Levi. Ovvero, splendori e miserie dell’intelletto a busta paga (bollinata più che da INPS e INAIL , piuttosto in un certo senso ad esempio da Bilderberg e Trilateral). Nel caso della Filosofia poi, per il ragionamento di Recalcati, siamo dinanzi a qualcosa di non solo inutile ma pure pericoloso: essa può creare “ideologia”, cioè un pensiero forte anzi granitico anche laddove assolutamente pacifico. Ma più che il Pensiero forte (appannaggio creativo in fondo di sparute anche se influenti minoranze), è il Pensiero critico, la bestia nera di Recalcati e dell’establishment mondialista.
Se potessero, un Cacciari, un Agamben, un Fusaro, persino un Galimberti che ha osato uno scorretto riferimento alla dittatura sanitaria, andrebbero in galera anche domani mattina. E’ in fondo, il solito “tradimento dei chierici”, questa volta in connubio disgustoso con l’idolatria scientista.
Viva l’ideologia, e le ideologie: nessuna esclusa, a questo punto direi in provocatoria risposta. Chi ancora riesce, e riuscirà, a coltivarle, saprà mantenersi Uomo nel Grande Reset che stanno apparecchiando, o come avrebbe detto Julius Evola “ restare in pedi tra le macerie”. E saprà sognare, e proporre sogni e alternative; e non sentirsi fotocopia vivente.
Che Recalcati contribuisca diligentemente a creare zombies con il morso suo e dei suoi adepti, ma non allunghi le proprie ossute mani intimidatrici sugli Uomini dello Spirito, e sui loro Maestri.
A. Martino
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