DAI “NO VAX” E “NO GREEN PASS” ALLA POLITICA IL PASSO POTREBBE ESSERE BREVE, MA, PER PER CAMBIARE IL PAESE, BISOGNEREBBE PRIMA DI TUTTO ABBANDONARE I VARI PERSONALISMI.

Bertrand Russel, premio Nobel per la letteratura nel 1950, aristocratico e filosofo britannico, terminò la sua vita terrena nel 1970.

Il suo pensiero attraversò le due grandi guerre, la ripresa, il boom economico ed il ‘68.

Politicamente sostenitore del socialismo democratico e riformista, inizialmente membro del Partito Laburista, divenne alla fine della seconda guerra mondiale un forte antagonista di Stalin e del “blocco sovietico” e fautore del socialismo liberale e del liberismo sociale.

Fu antagonista di ogni sistema politico basato sul “dogmatismo”.

Dogmatismo che egli vedeva nel sistema comunista sovietico di allora in quanto avversario della “libertà” come la codificava Russel.

In economia condivise il pensiero di Keynes, divenne anche seguace della Fabien Society del tempo, ma l’abbandonò dopo che i “fabiani” cominciarono a sostenere un sistema di intese militari internazionali in funzione antitedesca.

Russel riteneva, infatti, che questa posizione avrebbe portato la Gran Bretagna alla guerra aperta con la Germania di Hitler.

Guerra che, all’epoca, egli cercava assolutamente di prevenire, divenendo importante esponente del movimento pacifista.

Russel riteneva che “l’equilibrio tranquillizza, ma la pazzia è molto più interessante”.

Certamente è necessario comprendere cosa egli intendesse per “pazzia”.

La risposta la si può avere attraverso le posizioni da lui sostenute nella sua vita.

Fu fautore del pensiero che il totalitarismo, in special modo quello di Hitler ma anche di Stalin, era derivato dall’idea della “volontà generale” di Rousseau.

Idea in seguito accolta in altri pensieri filosofici quali quello di Hegel e di Marx.

Totalitarismi da osteggiare radicalmente senza mai arrivare alla violenza.

Russell riteneva che  la democrazia moderna dovesse prendere come riferimento il pensiero illuminista classico di Locke e Voltaire.

Ecco, forse in questo si può trovare il concetto di “pazzia” soprattutto nell’Europa di oggi.

In fondo fu Sigmund Freud ad insegnarci che “Il pazzo è un sognatore sveglio”.

Guardando, poi, la nostra Italia, credo non sia così difficile trovare delle analogie con molti dei temi caldi e divisivi del momento socio politico ed economico italiano di oggi.

Provo ad avvalorare il mio punto di vista.

Non riscontrate una certa simmetria storica fra la spesso menzionata Fabien Society di cui si sente dire che ne farebbero parte alcuni esponenti illustri di questo governo, il richiamo a Rousseau presente sin dalla nascita in un importante partito dell’attuale Arco Costituzionale?

Non riscontrate una altrettanto certa simmetria nella contrapposizione sui modelli di governo del sistema socio politico economico e del patto sociale fra governo e cittadino facilmente riscontrabile fra la linea governativa di contrasto al COVID simile al dirigismo centrale dell’allora “blocco sovietico” e l’idea di libertà e di autodeterminazione del cosiddetti “no Vax”?

Idea di libertà e di libero arbitrio che trova nella libertà di pensiero, e di conseguente azione, di Voltaire una indiretta base filosofica?

Io, francamente, analogie ne trovo veramente molte.

In cosa questo momento politico italiano si differenzia da quello post bellico?

Purtroppo nell’assenza di personalità e leader di alto lignaggio nelle file di coloro che si vogliono contrapporre al pensiero politicamente dominante, oggi facilmente riconducibile alla dogmatica teoria del centralismo democratico.

Al tempo sovietico o nazista, oggi di matrice filosofica più orientale, i cosiddetti “No Vax” non rappresentano altro che un “urlo di disagio” che non si tramuta in pensiero organico, questo paradossalmente facilità chi è al potere a compiere la sua azione politica.

Egualmente accadde nel ‘68 europeo che, appunto, non seppe andare oltre ad una entropica protesta a cui, salvo alcune lodevoli lotte per la libertà della donna, non fece seguito un reale percorso costruttivo.

Quell’importante momento storico, anzi, ci ha lasciato nel disagio di una società incompiuta che non riesce più a produrre “futuro”, crescita culturale sociale economica, in altre parole “stabilità”.

Nel periodo fra le due guerre mondiali, al contrario, si formarono quei germi culturali oppositori al regime che, anche con il determinante aiuto dei vincitori della seconda guerra mondiale, permisero a tutto il continente europeo di andare verso il boom economico e demografico.

Oggi non possiamo che auspicare per la nostra amata Italia che, nascosti nell’ombra dell’attesa, si annidino dei nuovi De Gasperi, Nenni e Togliatti.

Sì Togliatti, uomo che seppe evitare una guerra civile fratricida e permise l’attuazione di quel famoso “Piano Marshall” sempre più spesso evocato ma mai realmente compreso ai giorni d’oggi.

Piano che poté essere attuato perché i leader politici del tempo seppero svolgere il ruolo a cui furono chiamati.

Piano che mai si sarebbe realizzato senza De Gasperi, anello di congiunzione fra i vinti ed i vincitori.

Piano che mai si sarebbe potuto realizzare senza la voglia di rivincita sociale e di libertà del popolo italiano.

Ecco, quest’ultimo elemento è quello che ci deve portare a ringraziare il popolo No Vax.

In loro, infatti, ritengo che vi sia il seme di voglia di libertà che potrebbe, se non rimarrà un mero elemento di urlo entropico, dare il via ad un nuovo sogno di libertà italiano.

Ignoto Uno

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