LA CRISI KAZAKA CREA GROSSI PROBLEMI AL FENOMENO DELLE CRIPTOVALUTE (BITCOIN IN PRIMIS).
La caotica situazione kazaka con relativi rischi di destabilizzazione ha svariate conseguenze economico-finanziarie, anche per interessi italiani (ENI, vedansi gas e petrolio, o la forte presenza di Unicredit). Ma anche, e non poco, nel mondo delle criptovalute (col Bitcoin in primo piano).
Infatti, il blocco della Rete, per l’attività di “estrazione” del bitcoin è un po’come , per l’oro, se in Siberia, per qualche motivo, si inibisse l’accesso alle miniere aurifere.
L’hashrate, il termine con cui viene indicata la potenza di calcolo dei computer dei “minatori” e dei gestori della rete di Bitcoin, è crollato del 14% secondo i dati riportati dalla società di mining Btc.com. Ciò comporterebbe il generale rallentamento delle transazioni in bitcoin e una sostanziale impossibilità di immetterne in circolazione “nuovi di zecca”.
Infatti il “gigantino” nordasiatico è attualmente il secondo paese al mondo per l’estrazione e la transazione di criptovalute, dopo gli USA. Secondo gli ultimi dati disponibili del 2021 il 18% dell’estrazione mondiale di bitcoin avviene in Kazakhstan, dopo che molte società del settore hanno deciso di trasferirsi lì dalla Cina per approfittare dei bassi costi dell’energia del Paese ed evitare la svolta restrittiva di Pechino su questa singolare attività informatico-finanziaria. Il Financial Times ha calcolato che circa 88 mila macchine siano state spostate dalla Cina e la fiorente attività di mining ha già causato al Paese problemi di approvvigionamento alla rete elettrica, come confermato dal governo di Nur-Sultan.
Si tenga infatti presente che, come si conia una moneta metallica o si stampa una banconota, o più propriamente si estrae dalle miniere più o meno faticosamente, oro argento platino o quello che vi pare, così ogni singolo bitcoin origina da una colossale operazione di calcolo e ricerca di particolari algoritmi tramite macchine assolutamente diverse da normali pc e consumanti una enorme quantità di energia elettrica; lo so, al profano di alta informatica applicativa potrebbe sembrare un incredibile videogioco, ma tant’è.
Il Bitcoin appare in forte calo sul dollaro, anche a causa del sempre più certo rialzo dei tassi di interesse da parte di Federal Reserve.
A. Martino
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