CON I SUOI SORRISETTI DIGITALI TANTO IPOCRITI E CORRETTI, BIDEN DICHIARA A PUTIN DI VOLER STRANGOLARE LA RUSSIA SE QUESTA NON SI SOTTOMETTE

7 dicembre 2021: ottantesimo anniversario dell’attacco dell’Impero nipponico a Pearl Harbor, premessa dell’egemonia americana nella quale (alla faccia del declino di cui tanto parlano) siamo ancora immersi fino alla cima dei capelli. Data scelta (casualmente?) da Biden per un summit con il presidente Vladimir Putin.

Uno “smart summit”, io direi, dato che si è svolto on line. Ottima scelta, tanto per la conferma della decisione americana (che quella è, non facciamo i finti tonti) di ulteriori e durissime sanzioni alla Russia non vi era bisogno di picchetti d’onore, migliaia di poliziotti ecc. Anzi, facciano così tutti gli incontri G20 e G7 compresi; milioni di dollari o euro risparmiati, e poi nessuno può lamentarsi di flatulenze eccellenti.

Il contenuto: come detto, minacce (o meglio anticipazioni) di durissime sanzioni alla Russia. Manca soltanto la “consultazione con gli alleati”, che secondo me daranno parere positivo a tutto prima che gli americani o il rappresentante della NATO finiscano di parlare (profezia da un euro, solo un Molinari o una Gruber possono anzi devono dirvi che “ne discuteranno”). Non solo: ma anche la conferma di Biden (che forse, dell’apparato militare russo sa più di Putin) che questa, che lo nega, avrebbe piani di invasione dell’Ucraina anche perché ingenti forze in uomini e mezzi si muovono sul suo territorio (quello russo, avete capito bene). Non manca una nota drammatica e patetica, con il piano di evacuazione dei cittadini americani in caso della fantomatica invasione russa; la cosa rischia di rovinare le vacanze di Natale a Di Maio, dato che la sceneggiata sarà probabilmente imitata dagli “alleati”.

La violazione del concetto di “stato cuscinetto” apprestandosi a inglobare la Ucraina nella NATO e quindi a imbottirla di forze ostili fino a un centimetro dal confine con la Russia? La risposta di Biden al concetto che all’umanità ha sempre evitato guerre il più possibile, è beffarda: è la NATO a decidere sui suoi membri, non la Russia, con buona pace degli impegni presi al momento della riunificazione tedesca.

Replica russa, anche qui in verità una mera conferma: non vogliamo invadere proprio nessuno, scusate ma anche noi abbiamo confini (che voi avete reso ostili creando un governo fantoccio ucraino) da difendere ed entro questi, a non meno di cento chilometri di distanza da essi, manovriamo nostri mezzi e schieriamo nostri uomini.  

Le sanzioni mirerebbero alla “soluzione finale” nei confronti dell’economia russa, spaziando dal campo energetico non escluso il veto ennesimo all’oleodotto North stream fino addirittura al divieto di convertibilità del rublo e alla sospensione del codice SWIFT da e per la Russia (ovvero, l’impossibilità di fare bonifici bancari verso la Russia o di riceverne). Quest’ultimo, un vecchio vizio del nuovo corso globalista americano: sembra che fu agitato da Obama, con molta più discrezione, verso il Vaticano per ottenere l’abdicazione di Benedetto XVI. Sono minacce indegne della diplomazia classica (o dei paesi una volta detti civili), spiegabili solo con il fatto che gli USA, a loro volta sostanzialmente sottoposti alla NATO e alle altre massime istanze globaliste, non hanno veri alleati, ma stati vassalli la cui politica estera è solo un centralino telefonico tra NATO, USA e “amici” (cioè altri vassalli). E spiegabili grazie al fatto che Banca mondiale, e Fondo monetario internazionale sono istituzionalmente strumenti dell’egemonia valutaria e finanziaria a stelle e strisce.

La pretesa che non si possa disporre militarmente del proprio territorio è degna di un Hitler, o anche di un Napoleone all’apice della sua arroganza e megalomania. La Russia però, non è ancora alla stregua di una Cecoslovacchia o di un’Austria, i cui presidenti il Fuehrer convocò come suoi funzionari per comunicare le proprie decisioni in merito alle rispettive patrie. E il punto è questo, lo ripetiamo alla noia: la Russia è assieme alla Cina uno stato (colossale, territorialmente parlando, oltre che super potenza nuceare) indipendente, sic e simpliciter. E in tempi di Grande Reset, l’anomalia è ormai intollerabile.

Se la diplomazia, in simile impostazione, non ha ormai molto senso, desolante è lo scenario della stampa: gli ordini di scuderia sono ormai planetari, resta solo una certa confusione sulle cifre. Si va dai 175000 soldati russi schierati del Washington Post, ai centomila riportati da qualche testata italiota di provincia (non vi dico quale, per evitare la suscettibilità del maggiordomo accusato di capire male gli ordini del padrone).

A. Martino

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