EUROFOLLIA SCATENATA: “VIETATO DIRE BUON NATALE, I VECCHI NON ESISTONO MA SOLO GLI ADULTI, VIETATI I NOMI CRISTIANI…”. SE ASPETTATE UN BIMBO O UNA BIMBA, CHIAMATELI GIOVANNI O MARIA.
Si venga poi a dirmi che non ho ragione a definire l’Unione Europea “Impero del Male”: definizione provocatoria, paradossale specie in riferimento al precedente storico da noi ben ricordato (Ronald Reagan in confronto all’ Unione Sovietica); definizione di cui, ripeto, mi assumo la piena responsabilità morale, intellettuale e politica. Ma definizione inevitabile, se si appartiene all’ universo valoriale della Tradizione, della Natura, della Ragione; e se si ha un minimo di apertura all’Altro e al Trascendente. E inevitabile soprattutto se si fa una scelta di campo netta. La loro affannosa “inclusione” forse di chi in fondo, sta solo o soprattutto, nella testa loro, si traduce nella esclusione mia, vostra, di chi la pensa come noi, In una parola: del DISSENSO.
O con l’Uomo o con il Transuomo. O con l’Economia o con la Green Economy. O con qualche soldo in tasca abbastanza controllato da noi o con la “moneta digitale” totalmente controllata da loro. O con Maria o con Ursula. O con il lasciapassare sanitario o con lo Ius e la Lex. O con l’ olio e il vino, o con i loro scarafaggi. O con il microchip come loro animali domestici, o beatamente non marchiati.
Non si gridi alla “vittoria del buon senso” solo perché sul “divieto di buon Natale” hanno fatto una mezza retromarcia. Innanzitutto, perché questa folle baggianata importata dagli USA del politicamente corretto duro e puro ormai, dilaga anche nella provincia italica dei soliti utili benpensanti seppur non per decreto o predica dal Colle: ad esempio, sulle vetrine di un negozio Luisa Spagnoli leggo “ season’s greetings”.
E poi, perché per il ben noto principio della rana bollita, sapranno aspettare qualche anno; come hanno fatto con le “nozze gay”.
“L’iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento“.
Così afferma Helena Dalli, commissario UE al’ “Uguaglianza”. Super cazzola ai cavolini di Bruxelles. Però, attenzione, non è un documento “maturo”: ovvero, i tempi non sono maturi…ci siamo capiti?
O piuttosto, i vari media main stream, le istituzioni dei vari paesi vassalli, forse non sono state preventivamente catechizzate e ammonite, insomma si è consentito troppo spazio al dissenso su questa articolatissima follia, che in un primo momento doveva valere per tutta l’ Unione Europea, ma in seguito già si era derubricata a “direttiva per il personale”.
Sta di fatto che era agghiacciante nel suo orwellismo. Vietato rivolgersi nelle lettere ufficiali con titoli, come Signor, Signora, e niente riferimenti a feste religiose che richiamano una religione specifica. Insomma, non bisognerebbe augurare Buon Natale in una comunicazione, se si approssima la festività del tanto fastidioso Natale cristiano; ma appunto, un generico “buone feste” o peggio, augurio “di stagione”.
E non finisce qui. Messa al bando di nomi come “operaio, poliziotto o pronomi maschili come un valore predefinito”. E parole come “anziano”, o non sia mai “vecchio”? Anch’ esse verboten! come esclamerebbe imperiosamente la baronessa von Der Leyen. Si usi “popolazione adulta”. Ma dove davvero questi fanno rimanere senza parola è prendersela con nomi quali Maria o Giovanni, da non usare più e da sostituire con Giulio (del nostro retaggio culturale ma di chiara radice pagana) e Malika (non so se islamico o piuttosto africano). E attenzione: vi è un inquietante aspetto teologico nel puntare proprio a Maria e Giovanni; forse ce l’hanno perché essi erano ai piedi della croce fino all’ultimo? Provate a chiedere che ne pensano a Bergoglio e ai nostri vescovi tanto europeisti…
Che immenso squallore culturale e antropologico: andate a rivedervi la scena del fantastico Viaggio di nozze di e con Carlo Verdone in cui la Gerini (sposina coatta e zoticona anche se danarosa) afferma (unica sua battuta sensata e saggia) di voler chiamare una figlia Maria perchè le sa di “pulito”.
Se aspettate una figlia, chiamatela Maria o Maria Sofia o meglio ancora Maria Giovanna. Se aspettate un figlio, chiamatelo Giovanni o meglio ancora Giovanni Battista, il quale per il fuoco della Verità dentro di sé ci rimise la testa.
A. Martino
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