SIAMO AL DIVIETO DI MANIFESTARE. MA TANTO, NON PREOCCUPATEVI, PASSERA’….

Direi che si inizia a fare sul serio. Stretta su manifestazioni e cortei in quanto tali, come da direttiva ministeriale degli Interni inoltrata agli organi competenti.

Solo sit in, oltretutto lontani dai centri storici. Con obbligo di mascherina per tutti i partecipanti.

I mass media di sistema si affannano a giustificare la misura in quanto “molte città il sabato subiscono disagi e danni alle attività commerciali”. Insomma, panem et circenses (e shopping, io aggiungerei in moderno connubio tra latino e inglese).

Se a ciò aggiungiamo che dal Colle più alto è arrivato il monito a continuare a essere “responsabili”, ecco che il mio forte scetticismo sulla fine dello “stato di emergenza” è confermato in pieno. Esso non può finire, perché siamo appena all’ inizio del Nuovo Ordine, mi permetto di citare il BILANCIO DEI PRIMI CINQUECENTO GIORNI DI REGIME SANITARIO. DOVE CI VOGLIONO PORTARE? del 26 settembre. Ho però l’esigenza della non ripetitività, anche se i media main stream, i politici, i giuristi (insomma tutta la “gioiosa macchina da guerra” degli Allineati, curiosa metastasi degli Illuminati di settecentesca memoria) affermano, rassicuranti, il contrario. L’ emergenza “non può” essere all’infinito. Ma perché, non può? Diciamolo francamente, chi lo impedisce? Eh, ma c’è la “quarta ondata”…e perché non una quinta o una sesta, ecc.?

L’ approfondimento del concetto che vi propongo è piuttosto: stanno ridefinendo il concetto di Libertà, scartandone alcune applicazioni a favore di altre. In poche parole: stanno erodendo sempre più, anche se non con la velocità di certi pesci tropicali ma con quella del verme che si mangia la mela, le libertà “classiche” quali la libertà di movimento, di manifestazione, di espressione etc. Ma non si toccano, anzi nel contesto novoordinista, si rafforzano, sacralizzano e ampliano quelle “nuove” quali l’aborto o quelle “nuovissime” (vedi la storia del DDL Zan e del d.l. infrastrutture e trasporti ma anche il diritto di ammazzarsi in struttura tanatologica apposita).

Le libertà cui portò la fantastica, discutibile e persino odiabile, ma straordinaria e irripetibile era storica tra la Rivoluzione francese e la seconda guerra mondiale, vanno spegnendosi nel laboratorio politico che è l’Italia della dittatura sanitaria. Centocinquanta anni di cui resteranno solo feste di stato per rassicurare il volgo e gli allocchi circa la persistenza di una liberaldemocrazia.

Dove non riuscirono con un progetto di Uomo nuovo e delle Idee un Giovanni Gentile o un Julius Evola, seppure da retroterra intellettuali molto diversi, e dove fu utilitaristicamente copiato qualcosa di Antonio Gramsci da Palmiro Togliatti, ci riuscirono con una Sinistra partito radicale di massa ed ex rivoluzionaria un avvocato apulo-romano (Conte) e un banchiere (Draghi). Dal mio punto di vista, è l’aspetto più sconvolgente e amareggiante di questi “ultimi giorni dell’umanità”, come direbbe Karl Kraus.

Per favore, datemi un tiranno vero, vestito da generale o magari con un camice bianco e un cappello da alpino. Voglio sentirlo minacciare oggi, e domani blandire con la classica retorica totalitaria; ma gli strozzini e i “professionisti” che si nascondono dietro “dati” e “pareri di esperti”, vi prego no!

A. Martino

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