MATRIMONIO “IMPERIALE” A SAN PIETROBURGO. E LA “ZARINA” E’ ITALIANA.

Mentre nelle chiese cattoliche si è tornati a un regolare culto divino solo “secondo le regole” ovvero con il gel igienizzante più importante dell’ incenso, senza acqua santa e trattando il Corpo di Cristo come potenziale fonte di infezione, oggi primo ottobre nella splendida cattedrale russo-ortodossa di San Isacco in Pietroburgo festa grande senza “distanziamento”. Festa soprattutto per Casa Romanov.

Con il permesso di sua madre formale capo della dinastia che regnò sulla Russia tra il 1613 e il 1918,  il granduca George Mikhailovic ha sposato l’ italianissima dott.ssa Rebecca Virginia Bettarini, che in seguito alla necessaria conversione alla Ortodossia, è divenuta la granduchessa Victoria Romanovna.

Il robusto sposo assomiglia curiosamente, secondo me, più che all’ ultimo sfortunato zar Nicola II, al padre di costui (Alessandro III) che si diceva fosse capace di piegare una sbarra di ferro.

A dire il vero, pochi pretendenti a un trono spodestato come quello russo, sono discutibili da un punto di vista legittimistico come questo: suscita perplessità l’aver sposato una borghese (figlia dell’ambasciatore italiano in Belgio) e ancora più il suo discendere dal cugino dello zar di primo grado più anziano sì (il granduca Cirillo figlio di un figlio minore di Alessandro II), ma in linea femminile. Egli sarebbe in realtà, piuttosto un principe tedesco, dato che sua nonna la granduchessa Kira Kirillovna Romanova, figlia del granduca Cirillo, sposò  il principe Luigi Ferdinando di Prussia.

Inoltre, l’ augusto avo granduca Cirillo, nei giorni della rivoluzione di marzo diresse l’ ammutinamento di un reggimento della guardia imperiale e giurò fedeltà al governo provvisorio, addirittura con una vistosa fascia rossa al braccio. Era comunque considerabile un eroe di guerra, per le gravi ferite riportate nella guerra russo-giapponese.

Ciò non toglie che Cirillo nel 1924, si proclamò zar pretendente (pur promettendo che in caso di restaurazione monarchica non avrebbe soppresso tutte le rivoluzionarie novità sovietiche). Ma per queste ambiguità non fu mai ben visto nei catacombali ambienti monarchici russi sopravvissuti a sé stessi, e ancor meno nella frastornata diaspora aristocratica.

Comunque sia, non sono tanto le disquisizioni dinastiche e le polemiche storiche che oggi George Mikhailovic suscita in Russia, ma molto più i sentimenti di orgoglio per l’ eredità imperiale e spirituale, con questo sfarzoso matrimonio, in una cattedrale di San Pietroburgo antica capitale imperiale da Pietro il grande fino alla fine della monarchia. Anche perchè, non vedo chi abbia l’ autorità di far rispettare la presunta, persistente validità di norme dinastiche legate a un trono purtroppo finito come credo tutti sappiano, abbondantemente un secolo fa. E sono ormai quasi tutti, gli eredi a un trono “effettivo”, quelli che sposano borghesi in barba a qualunque norma addirittura millenaria; che come tutte le normative del mondo secolare, è in fondo fatta per essere modificata se non abrogata.

E questi sentimenti identitario-tradizionalisti si saldano con il mai rinnegato retaggio sovietico, testimoniato dalla presenza di esponenti del governo russo di rilievo (ho letto segnalata la presenza tra gli invitati, tra decine di appartenenti a famiglie reali e blasonatissime d’ Europa, anche della portavoce del Cremlino Maria Zakharova). Cosa sicuramente gradita al granduca Cirillo se da lassù ha seguito la cerimonia.

I migliori auguri alla coppia “imperiale”, cui auguriamo tanti eredi, prosperità e felicità materiale e spirituale. E in particolare alla neo granduchessa nostra connazionale, che è attesa anche da un impegnativo lavoro alla Fondazione Imperiale.

A. Martino

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